Tracce, memorie, letture
da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
con Stefano Accorsi
adattamento teatrale e regia Marco Baliani
scene Mimmo Paladino
impianto scenico Daniele Spisa
costumi Alessandro Lai
disegno luci Luca Barbati
produzione Nuovo Teatro
in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze
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L’antico, ligneo ventre del Teatro della Pergola torna a riaccogliere il suo pubblico, mai, come oggi, tanto coscientemente immedesimato nel ruolo imponente che gli spetta, nel gioco eterno della messa in scena.
Nel castone straordinario di questo tempio storico dell’arte e nella preziosità di quanti, intervenuti, lo hanno reso nuovamente vivo, rinasce, sempreverde, il rituale collettivo e la prova dell’attore, nuovamente accarezzato dalla riapertura di un sipario che ha custodito le attese di tanti grandi artisti.
La macchina teatrale, questo millenario animale, si è riaccesa e ha ripreso a respirare, dopo oltre 400 giorni di freeze, buio, silenzio, incertezza e sconforto drammatico per l’umanità intera; in questa nostra preziosa, piccola parte di mondo, l’emozione è stata tale da lenire anche l’incredulità, che forse, ogni tanto, ci accompagna ancora, di fronte alle perdite che ha portato con sé questa pandemia.
Le sagome arcaiche dei Cavalli, di Mimmo Paladino, hanno colorato le quinte di un clima mitico e ancestrale, ricamato, con sapiente intreccio, di profonda radice omerica, da una regia capace di mettere in luce una tradizione teatrale secolare; Stefano Accorsi ha profuso intense ed appassionate energie, in una pièce ricca di temi della commedia dell’arte, delle atmosfere shakespeariane e dantesche, attraversando, in un viaggio assolutamente metaletterario, l’opera di Ludovico Ariosto, secondo un percorso interpretativo divertito e coraggioso, sicuramente sostenuto dal tenore arioso di questa nostra lingua, che traduce il pensiero con un timbro unico, di prepotente matrice espressiva vocalica. Un fil rouge di amor cortese, ha incalzato, per rime baciate, il fitto racconto narrato, sollevando, ancora una volta, il velo del tempo sulle trame tragicomiche dei sentimenti umani, in tutta la loro bellezza.
Ines Arsì