Fondazione Teatro della Toscana, L’Oltrarno – Scuola di formazione del mestiere dell’attore
Lorenzo Antolini, Greta Bendinelli, Marco Bossi, Antonio Cocuzza, Jacopo Dragonetti, Arianna Maria Garcea, Giacomo Gava, Yeda Kim, Nadia Najim, Viola Picchi Marchi, Federico Poggetti, Francesco Providenti, Maria Giulia Toscano
di Carlo Goldoni
scene Carlo De Marino
direttrice di scena Federica Elisa Francolini
costumi e maschere Elena Bianchini
assistente costumi e maschere Eleonora Sgherri
sarte Silvia Anderson, Anna Catalina Rodriguez
costruzione, macchineria Duccio Bonechi, Sandro Lo Bue, Francesco Pangaro
luci Filippo Manzini
fonico Lorenzo Bernini
gioielli realizzati da Paolo Penko Bottega Orafa
voice training Susan Main
movement training Sinead O’Keeffe
regia Marco Giorgetti
aiuto regia Raffaello Gaggio
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La Lingua Italiana, i Giovani, l’Europa, i Classici: Marco Giorgetti dirige le attrici e gli attori della Scuola l’Oltrarno diretta da Pierfrancesco Favino ne La donna volubile di Carlo Goldoni, in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze dal 19 al 23 maggio. Un dialogo tra presente e passato, per comprendere meglio le nostre radici e poter lavorare sul futuro.
«“Il teatro è come l’essere umano. Ecco perché il teatro è così grande: perché è il simbolo dell’uomo”. In queste parole di Giorgio Strehler – afferma Giorgetti – sta tutto il senso di una scelta e di un lavoro che ci porta finalmente a ritrovare il nostro pubblico, a rinnovare il grande rito vivente del Teatro potendo finalmente esprimere appieno la nostra vocazione di Teatro della Lingua Italiana, tutto orientato ai Giovani e all’Europa, che lavora fuori da ogni logica produttiva canonica, secondo un modello di costante e totale scambio fra giovani e maestri».
Una Compagnia di giovani attori, magnificamente formati alla Scuola l’Oltrarno diretta da Pierfrancesco Favino, grazie alla qualità del lavoro dei suoi insegnanti, come Susan Main (vicedirettrice e responsabile sezione voce) e Sinead O’Keeffe (responsabile sezione movimento). Uno staff di giovani tecnici, artisti, organizzatori, che non hanno mai smesso di lavorare con dedizione per arrivare al momento della riapertura. Un grande autore italiano, Carlo Goldoni, che non è solo il più grande di sempre, ma è anche colui che ha voluto e avviato la Riforma del Teatro, che ha combattuto per far nascere un ‘Nuovo Teatro’ in un momento in cui un mondo finiva, proprio come adesso accade a noi e al nostro tempo, e non si sapeva, come oggi noi non sappiamo, come sarebbe stato il dopo: il dopo-crisi, il dopo-pandemia, il dopo-tutto.
Dall’unione di questi semplici elementi nasce La donna volubile, testo mai realizzato dopo la prima rappresentazione di 270 anni fa nel 1751, forse perché ritenuto troppo effimero o leggero, una commedia fatta di niente eppure di tutto, come la vita, un’eternità in un attimo, con al centro il tema della Donna, della sua consapevolezza di crescita in una società dissoluta e spietata, e con uno studio irresistibile di caratteri umani, viventi, flessibili che non hanno niente dell’immobilità e del convenzionalismo delle maschere o dei tipi della Commedia dell’Arte.
La donna volubile che Marco Giorgetti dirige in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze dal 19 al 23 maggio, con le attrici e gli attori della Scuola l’Oltrarno diretta da Pierfrancesco Favino, è il compimento di un percorso di analisi, approfondimento e studio nato a fine 2020 con un laboratorio alla Pergola incentrato sulla ricerca del nuovo attore per un nuovo teatro.
La chiusura dettata dall’emergenza, infatti, è stata l’occasione di applicare appieno il metodo di lavoro e il modello produttivo dichiarati nel Manifesto per un nuovo teatro che è alla base del lavoro della Fondazione Teatro della Toscana, tanto che gli spettacoli prodotti per la riapertura sono l’esito dell’incontro fra giovani attori e maestri, scene, costumi e apparati sono realizzati dal Laboratorio d’Arte e dallo staff di palco, con una dotazione economica delimitata, limitata e sempre uguale, in economia, con rigore, umiltà, integrità e sincerità.
Il testo di Carlo Goldoni debuttò esattamente 270 anni fa, nel 1751. Il tema della volubilità femminile, rispetto al quale Goldoni dichiara il suo debito all’Irresoluto di Destouches (1713), è trattato in maniera vivace, soprattutto in relazione al personaggio della giovane Rosaura. La commedia conserva una grazia tutta settecentesca, con l’autore che si diverte a scherzare sulla moda del tempo.
“La continua mutazione delle mode, dalle voglie, dei divertimenti può fornir – ha detto Goldoni – materie di ridicolezze, ma per rendere la donna volubile un soggetto veramente da commedia, bisogna che ne somministrino il ridicolo i capricci dell’animo. Una donna poco fa amante, che un’ora dopo non vuol più amore, e che nel tempo stesso in cui spaccia massime rigide, si accende d’una passione del tutto contraria alla sua maniera di pensare, ecco il personaggio comico”.
Un personaggio realmente esistito. Rosaura era il nome d’arte di Teodora Raffi, moglie di Girolamo Medebach, attrice come prima amorosa e che, come Rosaura appunto, compariva in altre commedie goldoniane il cui titolo contempla la presenza del termine “Donna”.
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Il senso di una scelta
di Marco Giorgetti
… Il teatro è come l’essere umano. L’uomo è sempre in movimento, in mutamento continuo. Il teatro che noi pretendiamo sia preciso e perfetto, non può e non deve essere perfetto, perché l’uomo non è equilibrato, non è perfetto: è sempre alla ricerca di qualche cosa. È attaccato al passato e teso verso il futuro, non capisce bene il passato oppure lo capisce, rimane troppo legato al passato e non vede il futuro, oppure vede troppo il futuro e non vede il passato: l’essere umano si trova sempre in una posizione precaria. Il teatro è l’arte del precario, è l’arte della cosa che non resta, della cosa che si muove. Ecco perché il teatro è così grande: perché è il simbolo dell’uomo. Il Teatro è la nostra Vita, la vita di noi teatranti. Il Teatro, nel bene e nel male, è lo specchio del tempo, riassume le contraddizioni della comunità alla quale appartiene. Noi questo lo sentiamo, carnalmente, sera per sera. In una società infelice, brutale e soprattutto impietosa e incapace di fraternità e di rispetto, noi siamo i più percossi nell’intimo. Ogni giorno, provando o recitando, dobbiamo superarci continuamente, vincere la nostra angoscia, e talvolta anche le nostre indignazioni, per compiere la nostra missione. Perché non è un mestiere il nostro, è una missione: far continuare, ineluttabilmente, il Teatro, il nostro Teatro certo, ma soprattutto una parte del Grande Teatro del Mondo. Portare alta la fiamma della teatralità, raccontare piccole e grandi avventure degli uomini ad altri uomini.
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Biglietti
Intero € 15
Ridotto € 10 (under 30, over 60, soci Unicoop [mercoledì e giovedì, max 2 biglietti ridotti a tessera], abbonati).
Biglietteria
Teatro della Pergola
Via della Pergola 12, Firenze – tel. 055.0763333. Aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 17.30, il sabato dalle 10:30 alle 14, domenica riposo.
Nelle giornate di spettacolo la biglietteria apre un’ora prima dell’inizio.
Online su www.teatrodellapergola.com
Call Center 055.0763333
È attivo dal lunedì al venerdì, dalle 10:30 alle 17:30, e il sabato dalle 10:30 alle 14 per qualsiasi tipo di informazione.