Nuove repliche per “Muri. Autobiografia di una casa”, il nuovo spettacolo del Teatro delle Ariette, scritto e interpretato da Paola Berselli, che ne firma anche la regia insieme a Stefano Pasquini, ambientato nella loro abitazione privata per 5 spettatori alla volta, in Via Rio Marzatore 2781, in Valsamoggia (Bologna), dove sarà presentato dall’11 al 14 e dal 25 al 28 maggio, dal 3 al 5 e dal 10 al 12 giugno alle ore 19.30, realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Parlare della casa – sempre più perno della nostra esistenza, specchio delle nostre inquietudini e dei nostri sogni – come occasione per parlare di sé: Paola Berselli, in un serrato corpo a corpo e un dialogo sincero con i muri delle Ariette, mette a fuoco il percorso della sua vita precedente all’arrivo in questa casa.
«Quando siamo arrivati nell’89 la casa era piena di cose, di oggetti, di mobili – racconta Paola – Era la seconda casa di una famiglia di città con quattro figli (quella di Pasqui). Ma prima, prima del nostro arrivo, questa casa povera, scomposta, asimmetrica, incomprensibile e non bella com’era? Da chi era stata abitata? La parte più vecchia è rossa, su tre livelli. Sul lato della collina c’era una cantina a cui era stato aggiunto in altezza un fienile e sul lato giardino una stanza ampia con un grande bagno. Adesso la casa internamente è un po’ cambiata, in totale 12 vani di cui tre bagni con antibagno. Si direbbe grande, non è così, in tutto 145 metri quadrati, tanti piccoli spazi, “le camerette” le chiama la mamma di Pasqui. Non l’abbiamo quasi mai utilizzata per fare uno spettacolo. Solo all’inizio, prima del “Teatro da mangiare?”, prima del Deposito Attrezzi. Ristrutturare una casa così vecchia abitandoci è davvero complicato. Ci abbiamo pensato tanto e alla fine un’intuizione mi ha convinta: rendere abitabile un sottotetto inaccessibile e collegarlo tramite l’apertura di una porta alla camera più alta, dove vado quasi solo io, dove d’inverno stendo il bucato, dove stiro, dove ci sono tanti libri e tanti oggetti che appartengono alla vita precedente le Ariette, l’infanzia, i genitori, la scuola, il liceo, la casa di Anzola dell’Emilia. Queste due stanze sono il luogo più segreto della casa. Fai fatica a capire come sono disposte, ti viene voglia di giocare a nascondino in queste stanze, ti viene voglia di raccontare una storia mai raccontata. Allora ho pensato a un incontro con un piccolo gruppo di spettatori per raccontare quello che non si vuole dire neanche a sé stessi, quello che riaffiora piano piano nel tempo e ti chiede di essere riconosciuto».
Il piccolo gruppo di spettatori (massimo 5), spostandosi con Paola da una camera all’altra in un movimento ascensionale che dal piano terra conduce all’ex sottotetto inaccessibile, viene chiamato a vivere un percorso autobiografico collettivo, intimo, individuale e condivisibile al tempo stesso.
«Durante questo anno – scrive Stefano Pasquini – le case si sono trasformate a volte in prigioni. Oggi, in questo percorso catartico attraverso la casa delle Ariette, nella consistenza dei muri, nello spessore degli intonaci, nella misura degli scalini, le case ritrovano la loro dimensione di rifugio, di archivio della memoria delle emozioni, dei sentimenti e degli affetti. In fondo ogni casa diventa il museo della nostra esistenza».
Informazioni e prenotazioni
Gli appuntamenti si svolgeranno nel massimo rispetto delle regole antiCovid.
Ingresso 12,00 Euro.
Capienza limitata per un singolo gruppo di persone “conviventi” (massimo 5), con prenotazione obbligatoria.
Teatro delle Ariette – via Rio Marzatore 2781 – Valsamoggia (BO)
Tel.051.6704373 – info@teatrodelleariette.it – www.teatrodelleariette.it
Fb @Teatro delle Ariette – Ig @teatrodelleariette