Primo concerto in presenza al Teatro Verdi dopo un’attesa lunga 6 mesi. È importante e significativo che il primo programma di questa nuova ripartenza sia concertato dalla nostra spalla Daniele Giorgi, una sorta di abbraccio ideale tra i nostri professori e il pubblico che non ha mai smesso di seguirci in tutto questo tempo.
Si torna finalmente a sentire il suono analogico degli applausi e l’emozione della presenza. L’ultimo ad aver suonato davanti alle persone è stato il pianista Michele Campanella lo scorso ottobre, con un programma dedicato a Mozart e Beethoven. Da allora l’orchestra ha sempre lavorato mantenendo tra i vari componenti quell’affiatamento e abitudine al suonare insieme, che è alla base di ogni formazione musicale. In 19 nuove produzioni in streaming che ci hanno permesso di offrire una serie interessante di concerti ancora oggi visibili sul nostro canale YouTube, abbiamo ospitato grandi direttori e solisti di alto livello, con programmi mai banali, apprezzati da pubblico e critica. Finalmente è arrivato il momento di ritrovarci insieme, di tornare alle buone abitudini. Le capienze sono ancora limitate e le misure di sicurezza restano giustamente attive, anche se i teatri hanno abbondantemente dimostrato in questi mesi di essere dei luoghi sicuri. La biglietteria del Teatro Verdi sarà aperta da lunedì a venerdì, ore 10-13 per prenotazioni e prevendite.
A differenza di quanto successo spesso nelle nostre ultime produzioni dove si spaziava in un arco temporale piuttosto ampio anche di secoli, questa volta le due composizioni sono espressione dello stesso tempo, siamo all’inizio del XIX secolo.
Il Quartetto n.4 in do minore op.18 che apre il concerto è uno dei primi di Ludwig van Beethoven: il numero 4 della raccolta di Sei Quartetti op.18 scritti per il principe Franz Joseph Lobkowitz che apprezzò talmente la raccolta da garantire al compositore 600 fiorini annui oltre a svariati strumenti musicali preziosi. La tonalità di do minore è quella preferita dal compositore per i brani con un forte accento drammatico. La versione per orchestra d’archi che ascolteremo in questa occasione prevede una aggiuntiva parte per la sezione dei contrabbassi.
La Sinfonia in re maggiore di Luigi Cherubini fu commissionata dalla Royal Philharmonic Society di Londra. È lì che il compositore, fiorentino di nascita ma naturalizzato francese, soggiornò nella primavera del 1815. Non chiare sono le notizie in merito all’accoglienza del pubblico, sulle cronache del tempo: secondo alcuni la sinfonia ottenne applausi vivissimi, secondo altri passò inosservata. Del resto era la prima volta che Cherubini affrontava quel genere musicale ed è facile immaginare che il risultato finale non convincesse nemmeno l’autore che infatti decise di ritirarla e di metterla da parte per una quindicina di anni.
In quel periodo chiunque si accingesse a scrivere musica di quel tipo doveva fare i conti con Haydn e Beethoven. Cherubini era ormai un compositore maturo: Haydn e Mozart erano già scomparsi “dalla scena del mondo”, e Beethoven aveva già creato i suoi capolavori (la Nona Sinfonia era stata finita appunto nel febbraio nel 1824). Fu per questo, probabilmente, che Cherubini decise di riadattare la materia della sua sinfonia in un quartetto.
Dimenticata fin quasi ai giorni nostri (a parte le rare, sporadiche esecuzioni), nel 1935 la Sinfonia in re maggiore di Cherubini venne ripubblicata da J. St. Winter, e da allora, ha avuto moltissime esecuzioni in Italia e all’estero, suscitando dovunque grandissima ammirazione al punto che un critico vi ci trovò maggiore “immaginazione musicale” che in quelle di Haydn.
sabato 8 MAGGIO | Firenze, Teatro Verdi ore 18.00
Musica Divina 2021
Daniele Giorgi violino concertatore
Orchestra della Toscana
BEETHOVEN Quartetto n.4 op.18 (versione per orchestra d’archi)
CHERUBINI Sinfonia in re maggiore
Firenze: Biglietto €10,00 posto unico numerato in vendita alla Biglietteria del Teatro Verdi aperta da lunedì a venerdì 10-13.
Info e prenotazioni tel. 055 0681726 – teatro@orchestradellatoscana.it