di Alberto Saibene e Egidia Bruno
con Egidia Bruno
luci e suoni di Vincenzo Vecchione
per le immagini si ringraziano: Archivio Cesare Colombo (Milano), Annibale Bruno, Franco Piavoli / Zefiro Film
durata: 75 minuti
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Dopo un lungo anno di assenza provocata dagli effetti della pandemia, Stanze, come tante altre realtà teatrali, torna finalmente in azione proponendo un debutto assoluto in uno spazio “occupato” per la prima volta.
Tante le novità di questa nuova edizione, prima fra tutte il fatto che le norme in vigore per regolare la partecipazione agli spettacoli non ci consentono più di muoverci da un luogo all’altro, privilegiando spesso piccoli spazi preziosi. La nostra attività al chiuso si svolgerà obbligatoriamente in luoghi ampi, ma non per questo meno affascinanti, che consentano di ospitare più spettatori e per l’estate stiamo individuando un giardino dove concentrare le nostre proposte.
Rosella è la storia di una ragazza di un paese del Sud Italia che si trasferisce a Milano negli anni del boom. Come milioni di persone è attratta dalle possibilità di lavoro, dal mito della grande città e, nel suo caso, anche dalla volontà di sottrarsi a una condizione femminile che si perpetua da secoli.
In fondo parte perché partono tutti e ad attenderla ci sono parenti emigrati prima di lei.
I periodici ritorni di Rosella al paese mettono in evidenza una continua contrapposizione tra Nord e Sud. E la sua storia personale si intreccia con la storia di una nazione, in quel periodo che va dalla fine degli anni Sessanta agli inizi degli anni Novanta: piazza Fontana, la legge sul divorzio, il terremoto in Irpinia. Un’epoca in cui l’Italia è davvero cambiata.
In alcuni momenti della narrazione, le fotografie scandiscono e commentano il testo. Quelle di Milano sono di Cesare Colombo.
Il desiderio di scrivere Rosella nasce dall’incontro tra l’esperienza autoriale e attoriale di Egidia Bruno, il suo percorso biografico di meridionale giunta a Milano in un’epoca successiva, ma con l’eco dei racconti delle generazioni precedenti, e Alberto Saibene, un intellettuale anomalo di famiglia milanese, che ha investigato il ruolo della donna nella regia de La ragazza Carla, (2015, RAI Cinema, dal poema omonimo di Elio Pagliarani), integrando testimonianze di chi quella esperienza l’ha vissuta per davvero. La Bruno e Saibene sono coetanei e in questo lavoro affrontano anche il proprio passato: crescere in un Paese che i mass-media stavano unificando, in cui settentrionali e meridionali avevano per la prima volta l’occasione di conoscersi, ma in cui le diffidenze verso l’altro erano ancora molto forti. Si comincia dove finiscono Rocco e i suoi fratelli e La ragazza Carla di Pagliarani e si prosegue raccontando i decenni successivi con uno sguardo al femminile, in soggettiva.
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Il luogo
Fondazione ICA Milano è una fondazione privata non profit dedicata alle arti e alla cultura contemporanea, alla ricerca e alla sperimentazione, nella quale convergono diverse forze e tipologie di protagonisti del mondo dell’arte: artisti, collezionisti, professionisti del settore, appassionati.
Diretto da Alberto Salvadori è il primo Istituto Contemporaneo per le Arti che sorge al di fuori del mondo anglosassone, situato nell’area industriale di via Orobia a Milano.
Mostre, editoria d’arte, cinema, performance, musica, letteratura, attività seminariali, formazione, educazione costruiscono un percorso improntato su interdisciplinarità e transmedialità. Espressione di una precisa identità “milanese”, che storicamente mette in relazione l’iniziativa privata con la dimensione istituzionale, ICA trova ispirazione nella cultura del give back, ossia restituire per condividere.
Alberto Saibene lavora in campo culturale da quasi trent’anni in diverse forme. Saggista (L’Italia di Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità, 2017; Il Paese più bello del mondo –Il FAI e la sfida per un’Italia migliore-, Utet, 2019), regista cinematografico (La ragazza Carla, 2015, tratto dal poema di Elio Pagliarani), editore (fondatore di Humboldtbooks nel 2012), autore di documentari di divulgazione culturale, curatore di mostre in Italia e all’estero.
Egidia Bruno, attrice, autrice e regista. Lucana di nascita, vive a Milano. Ha vinto il premio M. Troisi col racconto, La mascula, (Colonnese Ed.), diventato un monologo con la regia di E. Jannacci. Con W l’Italia.it… Noi non sapevamo, (Rubbettino Ed.), ha vinto il Premio Internazionale Teresa Pomodoro. Suoi recenti lavori: No tu no, omaggio a Enzo Jannacci; Cunti di Casa e Ne veryu – Non ci credo, K.S. Stanislavskij. Per Matera Capitale 2019 e Rai Radio 3, è l’interprete di Mille anni: l’inizio, tratto dal romanzo Premio Campiello Mille anni che sto qui di Mariolina Venezia.