Ritorna la danza al grande pubblico, prudente e ‘in punta di piedi’ dopo le difficoltà dei mesi passati.
Gli appassionati si riavvicinano al balletto del Teatro alla Scala in sicurezza, dagli schermi. Per gli spettacoli in sala, infatti, c’è da aspettare ancora.
Vari tuttavia sono stati gli appuntamenti digitali nelle ultime settimane con i ballerini scaligeri.
Dalla docuserie L’avventura di Giselle alla Scala trasmessa su Rai Play, che esplora le vite dei danzatori e il loro percorso di preparazione al balletto romantico, allo streaming sui canali social del Teatro delle due masterclass con Massimo Murru e Alessandra Ferri per la preparazione de L’histoire de Manon. Appuntamenti interessanti che ci fanno scoprire la quotidianità dei danzatori e il loro percorso dietro la preparazione dei ruoli.
Oltre al dietro le quinte, ritornano anche le performance di scena con Serata Grandi Coreografi del 15 maggio, un viaggio attraverso i titoli dei più celebri coreografi di ieri e di oggi.
In un cartellone di 9 titoli (di cui più della metà nuove produzioni) si alternano stili e repertori diversi a creare una serata varia e di grande coinvolgimento emotivo, per trasportare il pubblico in una dimensione di eleganza ed energia.
Diversi sono i titoli che colpiscono, a partire da Suite en blanc, coreografia di Serge Lifar su musica di Édouard Lalo. Un bellissimo brano in stile neoclassico, di cui vediamo un Théme Varié con Maria Celeste Losa, Timofej Andrijashenko e Nicola Del Freo e una Mazurka interpretata da Claudio Coviello. Ottime prove per pulizia e linearità di movimento.
Spring and Fall di John Neumeier, con Agnese Di Clemente e Timofeij Andriashenko, opera di grande suggestione ed emozione sia nei momenti di coppia che nell’assolo maschile. Riprendendo le parole dello stesso Neumeier, Spring and Fall esplora la tematica del movimento attraverso la dinamica tensione/distensione della musica stessa – le profonde note di Antonín Dvořák.
E ancora un altro pas de deux, Debussy pour sept danseurs di Roland Petit, con Martina Arduino e Marco Agostino. Un brano raffinato ed elegante, di grande sentimento, sulle note del pianoforte di Fabio Ghidotti. Un grande pezzo per ricordare il decennale della scomparsa del coreografo francese, di cui riviviamo anche uno dei suoi più grandi successi: il duetto maschile Le combat des anges da Proust, ou les intermittences du coeur con Coviello e Marco Agostino. Due brani di coppia, diversi, che celebrano la potenza del corpo e del movimento, toccando le sensazioni più profonde.
Ci spostiamo in un’atmosfera diversa con Cantata di Mauro Bigonzetti, che con una danza intensa e passionale esplora le dinamiche di seduzione e gelosia del rapporto uomo-donna. Ottima performance quella di Antonella Albano e Gioacchino Starace.
Ancora diverse le tinte della danza popolare ucraina di Gopak, un blend di virtuosismo ed energia. Esibizione di grande bravura quella di Federico Fresi con l’assolo Taras Bulba.
Non mancano infine i brani di grande repertorio.
In apertura, l’estratto dal primo atto di Don Quixotte, con Mattia Semperboni e Vittoria Valerio nei ruoli di Espada e di una ballerina di strada. Un brano che raramente vediamo in cartellone come pezzo a sé ma che comunque funziona e trasmettere il brio e l’energia dell’opera di Nureyev.
Il pas de deux de l’Histoire de Manon con Virna Toppi e Gabriele Corrado, ricco di sentimento e passione e, a conclusione della serata, il divertissement di Paquita che vede impegnati primi ballerini, solisti e corpo di ballo. Note di merito per tutti, in particolare per Nicoletta Manni, Martina Arduino, Maria Celeste Losa, Vittoria Valerio, Alessandra Vassallo e Nicola Del Freo nei ruoli solisti.
Serata ben riuscita, anche se mancano il suono degli applausi, l’orchestra, il profumo del teatro e le emozioni della diretta, che tutti ci auguriamo di poter tornare presto a rivivere.
Letizia Cantù