Poesia e teatro si uniranno nel suggestivo scenario del Chiostro del Beato Luca Belludi della Basilica del Santo a Padova per raccontare attraverso il linguaggio dell’arte la vita e la morte di Cristo.
La Compagnia Giovani del Teatro de LiNUTILE di Padova, diretta da Marta Bettuolo e Stefano Eros Macchi, porterà in scena in prima assoluta sabato 19 giugno 2021 (su turni alle 18.00, 18.45, 19.30 e 20.15), “La croce”, spettacolo tratto dal poema teatrale “Rappresentazione della croce” del poeta e critico letterario Giovanni Raboni. Lo spettacolo rientra tra gli eventi organizzati dalla Veneranda Arca di S. Antonio in occasione delle celebrazioni del Giugno Antoniano.
La “Rappresentazione della croce” di Giovanni Raboni
Il testo di Raboni, nel raccontare la vita di Cristo, assume una prospettiva assolutamente originale. Gesù, il protagonista, è assente o, almeno, non si vede. A parlare sono gli altri: Maria e Maddalena, Pietro e Giuda, Giacomo e Pilato, Zaccaria e Caifa. Comprimari, testimoni che soltanto dopo, a cose fatte, acquistano una consapevolezza innocentemente o colposamente frammentaria degli eventi che li hanno sfiorati, dell’evidenza e del mistero di cui sono portatori. Non è tanto la Passione, quindi, ad essere portata in scena, quanto lo stupore, l’incredulità, l’incomprensione, l’avversione, l’indifferenza, lo sgomento, il raccapriccio, l’angoscia e, d’altra parte, le improvvise, folgoranti certezze di chi a questo straordinario evento ha assistito.
Una messa in scena senza luogo e senza tempo
«La scelta registica – raccontano Marta Bettuolo e Stefano Eros Macchi – accoglie la possibilità data dal testo di Raboni di creare una messa in scena senza luogo e senza tempo e situarla in una dimensione, potremmo dire eterea e intima, come può essere il Chiostro della Basilica dove ciò che conta sono i personaggi e i loro moti interiori, più che la ricostruzione storico/temporale degli eventi di cui sono testimoni. La volontà che ci ha guidato è stata quella di portare lo spettatore a sentirsi non solo coinvolto nella storia che viene raccontata, ma ad immedesimarsi in almeno uno dei personaggi che ruotano intorno alla figura di Gesù. Ciascuno di noi, in un momento della sua vita, ha tradito, è andato contro a qualcosa che era stato deciso da altri, è stato vigliacco o semplicemente non ha creduto fino in fondo, non ha avuto fiducia»
L’assenza, nell’opera di Raboni, così come nella messa in scena, della figura di Cristo, crea un punto di vista che non è più dall’alto verso il basso ma paritetico ed è quindi più immediato sentirsi chiamati in causa. E, paradossalmente, contribuisce a sacralizzare ancora di più la figura di Cristo.
Una drammaturgia sempre attuale
«Accentuando l’incredulità, l’incomprensione, l’ammirazione e tutta la gamma possibile delle risposte e dei sentimenti che si possono aver di fronte a un personaggio eccezionale, fuori dal comune, da parte dei testimoni. È una drammaturgia che, pur raccontando una storia del passato, è sempre attuale, così come lo è la parola di Dio».
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria alla mail info@teatrodelinutile.com
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