Una serata dedicata a La poesia degli alberi. Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante, antologia curata da Mino Petazzini ed edita da Luca Sossella editore, inaugurerà la stagione estiva del Piccolo Teatro di Milano. Lunedì 21 giugno alle ore 21.30, presso il Teatro Grassi di Milano, Massimo Popolizio leggerà una selezione di poesie a partire dall’antologia. L’autore Mino Petazzini dialogherà con Laura Pugno, romanziera, poeta, saggista e autrice di testi teatrali, e curatrice per RAI Radio 3 del ciclo di podcast Oltrelontano. Poesia come paesaggio.
La poesia degli alberi antologizza in 1056 pagine 420 poete e poeti, da Alceo del VII secolo a.C. a Zanzotto, che cantano 76 piante: dall’abete alla vite.
Mino Petazzini, direttore dal 2001 della Fondazione Villa Ghigi a Bologna, centro di educazione ambientale, ha curato una voluminosa antologia di testi poetici sugli alberi con qualche fuga verso la prosa, dagli autori più antichi a quelli contemporanei, in parte nata dal suo lavoro quotidiano nel Parco Villa Ghigi. Laureato in filosofia con una tesi su Bob Dylan, dalla fine degli anni ’70 agli anni ’80 ha fatto parte del gruppo di giovani poeti raccolti intorno a Roberto Roversi, in seguito ha pubblicato sei raccolte di poesie e qualche altro libro ed è da sempre attivo nel campo dell’educazione e divulgazione ambientale.
La sua antologia, pubblicata da Luca Sossella editore nel 2020, colma un vuoto e conduce lungo un percorso pieno di sfumature sorprendenti tra autori antichi e moderni, che hanno dedicato agli alberi parole smaglianti. Dall’Epopea di Gilgameš, il più antico poema dell’umanità, a Walt Whitman, che nel sacrificio di una grande sequoia legge il destino di una nazione, per arrivare alla minuziosa conoscenza sulle piante di un autore come Pascoli e alla manifesta prossimità con la natura degli autori più vicini alla sensibilità moderna, gli alberi hanno sempre rappresentato una presenza insostituibile e ricorrente nelle letterature di tutte le epoche e di tutte le aree geografiche. Un inno alla vicinanza tra gli uomini e i silenziosi e fondamentali compagni delle nostre esistenze, per raccontare le gioie o le tragedie dell’amore, la bellezza e la crudeltà del mondo, la sua immane potenza e la sua nuda fragilità, lo stupore di fronte alla ricchezza di forme, colori, sapori, sfumature che regalano gli alberi.