Giovedì 10 giugno alle 17.45 all’Auditorium di Sant’Apollonia
(via San Gallo 25, Firenze; ingresso libero su prenotazione, da effettuarsi direttamente sul sito www.hommearme.it) L’Associazione L’Homme Armé presenta Una Passione per il popolo. La Passione secondo Matteo di Francesco Corteccia, prima incisione discografica, pubblicata da EMA Vinci, al mondo dell’inedita Passione secondo Matteo del musico prediletto del Granduca Cosimo I. Intervengono l’attore Pietro Bartolini, Gabriele Giacomelli, Fabio Lombardo (direttore dell’Ensemble L’Homme Armé), la musicologa Elisabetta Torselli, i solisti de L’Homme Armé (Andrés Montilla Acurero, Paolo Fanciullacci, Riccardo Pisani, Gabriele Lombardi) e Giuseppe Scali (EMA Vinci).
L’evento si svolge nel rispetto della normativa anti-covid ed è pertanto a posti limitati; si raccomanda dunque la prenotazione, da effettuarsi compilando un form sul sito www.hommearme.it. Le prenotazioni si interromperanno una volta raggiunto il limite di posti disponibili: si raccomanda dunque anche di annullarla, nel caso si preveda di non venire, per poter lasciare il posto ad altri aspiranti spettatori. Per informazioni si può scrivere a informazioni@hommearme.it
A cavallo tra gli anni Venti e Trenta del XVI secolo, il giovane musicista mediceo compone due passioni. La Passione secondo Matteo, del 1532, è a tutt’oggi ancora inedita: la trascrizione è stata effettuata da Fabio Lombardo direttamente dal manoscritto conservato all’Opera del Duomo. Un bellissimo esempio del particolare stile fiorentino che si andava sviluppando in quegli anni parallelamente all’invenzione del madrigale. È il primo esempio nella storia di passione polifonica, elaborata in un linguaggio musicale tuttavia facilmente intellegibile, probabilmente con inserti parlati in volgare e una valenza politica nella quale i fedeli dell’epoca, come spiegheremo più avanti, potevano facilmente identificarsi.
La registrazione è stata effettuata nell’aprile 2021, anche grazie al contributo degli appassionati di musica e dei fans de L’Homme Armé che hanno aderito alla raccolta fondi su Gofundme, giunta all’obiettivo prefissato.
L’organico è formato dai cantanti che presero parte all’esecuzione in pubblico del 2019: Gabriele Lombardi, Riccardo Pisani, Andrès Montilla-Acurero, Paolo Fanciullacci, con la partecipazione di un ulteriore selezionatissimo gruppo di voci maschili. L’Ensemble è diretto da Fabio Lombardo. La voce recitante è quella dell’attore Pietro Bartolini.
L’idea che sta dietro a questa registrazione nasce dalla riesumazione dal manoscritto (nell’Archivio di Santa Maria del Fiore) della Passione secondo Matteo: il racconto della Passione di Cristo è uno dei momenti culminanti della liturgia pasquale, che tra la domenica delle Palme e il venerdì santo viene presentato nelle varie versioni riportate dai quattro evangelisti. Questa narrazione, che nella liturgia tradizionale veniva fatta per mezzo dell’antica salmodia, appare per la prima volta nell’esempio di Corteccia in versione polifonica, nel nuovo stile musicale che si sta sviluppando a Firenze proprio in quegli anni. Questo stile, semplice e intenso, tenta di rendere più drammatica la narrazione evangelica, che, seppur parte del rito liturgico, costitutiva uno dei momenti più seguiti anche dal popolo fiorentino. Le due Passione di Corteccia, quella secondo Giovanni (1527) e quella secondo Matteo (1532), prendono vita in un momento particolarmente travagliato della vita cittadina: la cacciata dei Medici, la terza Repubblica, la peste, l’assedio delle truppe imperiali, la capitolazione per tradimento, il salvataggio dal sacco ad opera di Clemente VII, e il ritorno definitivo dei Medici con l’incarico di primo duca ad Alessandro il Moro. Senza dimenticare una nuova ondata di spirito savonaroliano. Se lo stile polifonico può essere visto come un retaggio della ricca tradizione musicale fiorentina, quindi uno stile essenzialmente d’elite, il particolare stile che usa Corteccia in queste Passioni ha una peculiare semplicità che lo rende uno strumento efficace per l’enunciazione di testo. Tanto più se si considera che, secondo un’ipotesi musicologica, le parti non polifoniche dell’evangelista erano probabilmente lette ad alta voce e in lingua volgare. Tutto questo rendeva la narrazione evangelica particolarmente immediata e comprensibile anche agli ascoltatori meno acculturati. Se poi consideriamo che la versione di Matteo è delle quattro la versione più politica, possiamo immaginare come questa narrazione potesse impressionare il popolo, che proprio in quegli anni viveva una sua forma di calvario dovuta ai vari travagli politici.