Pronti a partire è il claim che abbiamo scelto per questo nuovo inizio che vuole rimettere al centro il lavoro degli artisti offrendo al pubblico due inediti che restituiranno visioni complesse del nostro presente.
Una scelta volta a dare prospettiva alla riapertura, sfuggendo a logiche di intrattenimento consolatorio e spostando il fuoco sulla spinta costruttiva di un’impresa culturale e sulla sua capacità di produrre immaginario e ritualità.
Gli ultimi mesi di black out culturale sono stati infatti occasione di riflessione e fermento, di progettazione e sviluppo di nuove idee. Ci siamo interrogati più volte sulla necessità del teatro e sull’effettiva esistenza di una comunità raccolta attorno ad esso.
Le domande da cui (ri)partire per quanto ci riguarda sono almeno tre: che spettacolo siamo? Saremo capaci di intercettare le grandi questioni che agitano il nostro tempo? Ma, soprattutto, sapremo tradurle in segno e linguaggio, dato che la nostra funzione primaria è quella di stare “a mollo” nel processo creativo?
Quel che è certo è che il nostro teatro non è una scatola da riempire casualmente ma, piuttosto, un microcosmo ricettivo, concentrato a generare non solo emozioni ma, soprattutto, visioni, soluzioni e aperture al futuro.
Cominciamo il 4 giugno con due nuove produzioni targate Elsinor, lievitate durante i mesi di chiusura, quando ancora il debutto era incerto e la luce in fondo al tunnel non si intravedeva neppure. Abbiamo lavorato al fianco di altre quattro realtà produttive, impegnato più di trenta persone tra artisti, maestranze e personale del teatro durante una delle pagine più buie nella storia culturale di questo paese, per poter inaugurare i nostri spazi con due opere totalmente inedite, create da registi che in Elsinor hanno trovato una casa accogliente: Michele Sinisi e Marco Lorenzi.
Ma al processo creativo si sono affiancati anche onerosi lavori di ristrutturazione strutturale, più volte rimandati per non interrompere le attività del teatro ma necessari per il benessere di pubblico e artisti.
È stata infatti rinnovata l’impiantistica elettrica e di climatizzazione della sala, ristrutturati i camerini, creati una nuova cabina di regia e un nuovo reparto di costumeria.
Nel settembre scorso, in uno slancio di ottimismo, avevamo programmato e presentato un intero calendario di appuntamenti, da ottobre a giugno: festival di danza, spettacoli per bambini, nuove produzioni, riprese, ospitalità, incontri con il pubblico, serate dedicate alla poesia. In questa manciata di settimane che ci separano dalla pausa estiva non ci è stato possibile recuperare tutto, purtroppo.
Il Teatro Fontana riapre, dunque, con due riadattamenti e riscritture da capolavori cinematografici diventati ormai dei veri e propri cult.
Dal 4 al 13 giugno debutta in PRIMA NAZIONALE La grande abbuffata, spettacolo prodotto con il Teatro Metastasio di Prato tratto dall’omonimo film di Marco Ferreri e firmato da Michele Sinisi.
Fischiato al Festival di Cannes dalla critica per la sgradevolezza e la volgarità pornografica delle immagini, la pellicola di Ferreri ebbe invece un incredibile successo di pubblico, inusuale se si considera la forza eversiva e antiborghese dei suoi contenuti.
La storia dei quattro amici che si rinchiudono in una villa decisi a suicidarsi mangiando e bevendo fino alla morte diventa potente allegoria di una società incentrata sul consumo, abituata a divorare tutto. Insieme al drammaturgo Francesco M. Asselta, il regista ha operato una vera e propria riscrittura del testo indagando sul rapporto fra un sistema tuttora votato all’abbuffata indiscriminata (di informazioni, di prodotti, di opinioni, di fatti senza soluzione di continuità) e il corpo come organismo in grado di riprendere possesso del presente tornando alla sua esistenza fisiologica.
Dal 18 al 27 giugno presentiamo in PRIMA REGIONALE Festen. Il gioco della verità, spettacolo prodotto con Tpe. Teatro Piemonte Europa, Solares Fondazione delle Arti e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la compagnia Il Mulino di Amleto.
Tratto dall’omonimo film del Premio Oscar 2021 Thomas Vinterberg, Festen racconta la storia di una grande famiglia dell’alta borghesia danese, i Klingenfeld, che si riunisce per festeggiare il sessantesimo compleanno del patriarca Helge. Alla festa sono presenti anche i tre figli: Christian, Michael e Helene. Il momento di svolta sarà il discorso di auguri del figlio maggiore Christian che una volta pronunciato cambierà per sempre gli equilibri familiari.
Dal 6 all’8 luglio Federica Bognetti presenta Il mio nome è Cassandra, un monologo prodotto da Elsinor che vuole essere una riflessione sul ruolo e l’importanza dell’artista, oggi.
La rassegna continua con A-men. Gli uomini, le nuove religioni e altre crisi, prodotto da Buster e firmato dal regista e comico milanese – attore del Terzo Segreto di Satira – Walter Leonardi: un racconto sempre in bilico fra ironia, dramma e poesia. Una contaminazione di linguaggi in un mix perfetto fra teatro di immagine e monologhi. Un racconto tanto visionario quanto realistico e attuale. Programmato a marzo 2020 e ad aprile 2021, lo spettacolo vedrà finalmente la luce dal 9 al 12 luglio.
Chiude questa finestra estiva dal 13 al 15 luglio un reading creato e pensato da Elsinor in collaborazione con L’Istituto Dramma Popolare di San Miniato e presentato durante l’ultima edizione della Festa del Teatro. Si tratta di La storia della colonna infame, lettura scenica a cura di Stefano Braschi dal celebre romanzo inchiesta di Alessandro Manzoni, che ripercorre le vicende del processo agli untori svoltosi durante l’epidemia di peste del 1630 a Milano.
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4-13 giugno
#nuovaproduzione
LA GRANDE ABBUFFATA
Dall’omonimo film di Marco Ferreri
Drammaturgia di Francesco Maria Asselta, Michele Sinisi
Scenografie Federico Biancalani
Sarta di scena Elisa Zammarchi
Direzione Tecnica Rossano Siragusano
Con Stefano Braschi, Ninni Bruschetta, Gianni D’addario, Sara Drago, Marisa Grimaldo, Stefania Medri, Donato Paternoster, Adele Tirante
Regia Michele Sinisi
Aiuto Regia Nicolò Valandro
Produzione Elsinor Centro Di Produzione Teatrale, Teatro Metastasio Di Prato
Spettacolo Inserito In Abbonamento Invito a Teatro
Sono Presenti Scene Di Nudo Integrale
C’è un punto in cui il corpo e la mente vivono insieme la consapevolezza di ogni istante che passa. Forse lì si nasconde il naturale senso del tutto, che da quando abbiamo cominciato a ragionare ci fa dire Dio, fortuna, destino, speranza, paura e felicità e altre parole simili.
Michele Sinisi
Fischiato al Festival di Cannes dalla critica per la sgradevolezza e la volgarità pornografica delle immagini, La grande abbuffata ebbe invece un incredibile successo di pubblico, inusuale se si considera la forza eversiva e antiborghese dei suoi contenuti.
La storia dei quattro amici che si rinchiudono in una villa decisi a suicidarsi mangiando e bevendo fino alla morte diventa potente allegoria di una società incentrata sul consumo, abituata a divorare tutto.
Insieme al drammaturgo Francesco M. Asselta, il regista opera una vera e propria riscrittura del testo indagando sul rapporto fra un sistema tuttora votato all’abbuffata indiscriminata (di informazioni, di prodotti, di opinioni, di fatti senza soluzione di continuità) e il corpo come organismo in grado di riprendere possesso del presente tornando alla sua esistenza fisiologica. Lo spettacolo diventa il punto finale di un processo creativo cominciato molto prima e raccontato attraverso brevi trailer, interviste, incursioni durante le prove documentati e pubblicati sui canali social del Teatro Fontana.
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18-27 giugno
#nuovaproduzione
FESTEN. IL GIOCO DELLA VERITÀ
di Thomas VINTERBERG, Mogens Rukov & BO Hr. Hansen
Adattamento per il Teatro di David Eldridge
Prima produzione Marla Rubin Productions Ltd, a Londra
Per gentile concessione di Nordiska ApS, Copenhagen
Versione italiana e adattamento di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi
Con Danilo Nigrelli, Irene Ivaldi e (in ordine alfabetico) Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Elio D’Alessandro, Roberta Lanave, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Angelo Tronca
Regia Marco Lorenzi
Assistente alla regia Noemi Grasso
Dramaturg Anne Hirth
Visual concept e video Eleonora Diana
Costumi Alessio Rosati
Sound designer Giorgio Tedesco
Luci Link-Boy (Eleonora Diana & Giorgio Tedesco)
Consulente musicale e vocal coach Bruno De Franceschi
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Solares Fondazione delle Arti
in collaborazione con Il Mulino di Amleto
Ph Andrea Macchia
Spettacolo inserito in abbonamento Invito a Teatro
Sarà uno shock
Christian, al telefono, all’inizio del film Festen
Tratto dall’omonimo film del Premio Oscar 2021 Thomas Vinterberg, Festen racconta la storia di una grande famiglia dell’alta borghesia danese “i Klingenfeld” che si riunisce per festeggiare il sessantesimo compleanno del patriarca Helge. Alla festa sono presenti anche i tre figli: Christian, Michael e Helene. Il momento di svolta sarà il discorso di auguri del figlio maggiore Christian che una volta pronunciato cambierà per sempre gli equilibri familiari…
L’opera – che all’epoca vinse il Gran Premio della Giuria al 51º Festival di Cannes – scava all’interno dei tabù più scomodi, affrontando la nostra relazione con la figura paterna, la verità, il rapporto con il potere e l’autorità imposta. Impossibile non pensare ad Amleto, alla tragedia greca, ma anche all’universo favolistico dei Fratelli Grimm. Chi potrebbe mai tentare di rovesciare il mondo dei nostri padri?
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6-8 luglio
Chiostri del Teatro Fontana
#nuovaproduzione
IL MIO NOME È CASSANDRA
Scritto e diretto da Federica Bognetti
con Federica Bognetti
Luci Claudine Castay
Ispirata da Rudolph Steiner, George Steiner, Platone, Anton Cechov
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Compagnia Veranda Rabbit
Nell’antica Grecia il teatro si trovava tra il tempio e il mercato, dove una linea verticale univa il basso all’alto. E questo è il ruolo dell’artista: essere il tramite tra la Verità più alta e la vita quotidiana. Un canale verso l’eternità.
Bisogna spegnere questa voce o lasciare che invada il nostro essere?
In questo spettacolo un’attrice denuncia lo Stato per violento abbandono e recita la sua ultima parte creando un vaticinio: la sparizione della voce dell’arte.
Il progetto mette l’attenzione sul ruolo dell’artista. Al centro la figura dell’attore-creatore che sviluppa il suo multiforme ruolo.
Diventa personaggio che dà voce a pensieri non suoi, griot/tramandatore di storie, colui che tiene in vita le parole, canale con il Creatore. Sacerdote di un rito vivo con un interlocutore vivo, rito che non può esistere se non c’è qualcuno che lo ascolta. Chi è oggi l’attore? Viene ascoltato? Che ruolo ha in questa società?
Se la profetessa/griot dimenticherà, noi potremo ricordare, tramandare?
Se lei sparisse, verità, bellezza e creazione sopravviveranno come desiderio nel cuore dell’uomo?
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9-12 luglio
A-MEN.
GLI UOMINI, LE NUOVE RELIGIONI E ALTRE CRISI
di Walter Leonardi, Carlo G. Gabardini
regia Walter Leonardi
con Walter Leonardi
collaborazione ai testi e alla regia, effetti sonori e musiche
Paolo Li Volsi
Scene e costumi Paola Tintinelli
disegno luci Luigi Biondi
organizzazione e produzione Marta Ceresoli
una produzione Buster
con la collaborazione di Grock Scuola Di Teatro,
La Corte Ospitale Si Ringraziano Pao,
Terzo Segreto Di Satira
Spettacolo inserito in abbonamento Invito a Teatro
Spettacolo firmato dal regista e comico milanese – attore del Terzo Segreto di Satira – Walter Leonardi, A-Men è un racconto sempre in bilico fra ironia, dramma e poesia. Una contaminazione di linguaggi in un mix perfetto fra teatro di immagine (cuscini giganti trasparenti, ruote di bicicletta danzanti e burattini che fanno innamorare) e monologhi. Un racconto tanto visionario quanto realistico e attuale. A-Men è uno spettacolo sulla crisi, intesa in tutte le sue sfaccettature. A-Men è uno spettacolo che mette in scena la crisi, la crisi di un uomo, la crisi totale di tutto ciò in cui credeva di credere. Durante uno stand-up, un attore comico si rende conto che non va mica bene, anzi, va proprio tutto parecchio male; prende atto della propria crisi davanti al pubblico e l’unica soluzione che gli viene in mente è quella di scappare dal palco. Questo spettacolo è il suo viaggio di riavvicinamento a una vita vivibile e forse anche al teatro. A-Men è uno studio sulla crisi esistenziale, crisi intesa soprattutto nel senso di cambiamento. A-Men si interroga su quale strada prendere, cosa cercare sulla terra per farsi aiutare e come cercare di capire qualcosa di questo mondo sempre più complesso ed imprendibile. A-Men parla di religioni vecchie e nuove, di spiritualità vecchia e nuova, di amore e morte, di come trovare un proprio posto nel mondo. A-Men si nutre di crisi passate e in divenire, è dunque in costante cambiamento. Amen, ovvero: certamente. Il prodotto può dare dipendenza dal sogno.
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13-15 luglio
Chiostri del Teatro Fontana
LA STORIA DELLA COLONNA INFAME
di Alessandro Manzoni
Lettura scenica di Stefano Braschi
Riduzione drammaturgica Stefano Braschi e Nicolò Valandro
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
La Colonna infame è un romanzo inchiesta del famoso processo agli untori che si verificò in occasione della terribile peste del 1630 a Milano in un clima allucinato dalla diffusione del morbo, tra sospetti e dicerie rivolti alla ricerca di un capro espiatorio.
Sulle prime le autorità, a quanto pare, sottovalutarono il rischio del contagio e la pericolosità della malattia, tant’è che in piena crisi epidemica non solo si celebrò pubblicamente la nascita del primogenito di Filippo IV, ma si concesse addirittura una processione religiosa nonostante l’iniziale rifiuto del Cardinale Borromeo. Il morbo si diffuse in breve in modo esponenziale, sterminando un terzo della popolazione di Milano; le autorità cittadine, trovandosi in seria difficoltà e non riuscendo a gestire la situazione né gli umori della masse, alimentarono la “ diceria dell’untore”.
La medicina del Seicento ignorava la causa del contagio, soltanto durante la Terza Pandemia nel giugno del 1894 fu isolato ad Hong Kong il batterio responsabile Yersina pestis, arrivato all’uomo per spillover o salto di specie dall’ospite serbatoio (il ratto) ma soprattutto da ospiti intermedi come la pulce parassita dei ratti stessi o il pidocchio; ed ecco spuntare la diceria che la peste sia propagata a causa di un non ben definito «onto», un unguento di cui alcuni individui, per loro loschi e incomprensibili scopi, vanno cospargendo case, strade, oggetti, vestiario etc. Manzoni ricostruì la vicenda giudiziaria che condannò a una morte atroce cinque cittadini milanesi—cinque innocenti—, con l’accusa di essere i responsabili dell’unzione pestifera.