La passione intramontabile per la danza è il fil rouge che segna Stravinsky’s Love, spettacolare concerto-balletto, omaggio al compositore russo per i 50 anni dalla morte e insolita apertura della stagione estiva dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nella Cavea dell’Auditorio a Roma.
Un excursus trasversale che ha raccolto l’entusiasmo del numeroso pubblico (certamente ballettofilo) accorso in massa per ammirare le stelle internazionali della danza che di consueto animano gli scintillanti spettacoli a cura di Daniele Cipriani, stavolta impreziositi anche dalla presenza di tre musicisti di lusso, tra cui Beatrice Rana (recentemente nominata Accademica a Santa Cecilia) e Massimo Spada al pianoforte che hanno interpretato il barbarico e sconosciuto paganesimo musicale de La Saga della primavera (nella versione originale per pianoforte a quattro mani) con la coreografia di Uwe Scholz che ha visto protagonista assoluto lo statuario Davide Dato dell’Opera di Vienna nella ricostruzione della coreografia nuda, inno alla fisicità primitiva di Giovanni di Palma, il ballerino italiano per cui il balletto era stato appositamente creato.
Stravinsky’s Love è un balletto – concerto accattivante e ben strutturato con la consulenza musicale di Gastón Fournier-Facio e la drammaturgia firmata da Vittorio Sabadin e basata proprio sugli scritti del compositore russo.
Comincia, prosegue e si conclude come un viaggio, con dettagli già noti per gli addetti ai lavori e gli appassionati di danza, ma affascinante e sorprendente per i neofiti che scoprono la ricchezza musicale e l’estetica di Stravinsky. Con un piccolo escamotage apre lo spettacolo proprio Igor Stravinsky interpretato da Vladimir Derevianko, primo ballerino del Bolshoi di Mosca, che con inconfondibile accento russo, guida il pubblico alla scoperta del mondo Stravinsky, ritagliandosi i momenti dedicati alla prosa per raccontare aneddoti della vita del compositore, frugare fra ricordi nostalgici, rievocare trionfi e clamorose cadute, ripercorrere la storia della sua vita, privata, umana e professionale toccando i legami con alcune delle più grandi personalità del secolo, toccando l’intensa, ma burrascosa amicizia con Diaghilev e i suoi mitici Ballets Russes, la permanenza a Napoli con Picasso, l’incontro con Coco Chanel, il legame con Nijinsky e George Balanchine. I racconti di Derevianko – Stravinsky sono sempre agevoli e di facile fruizione con il chiaro intento dichiarato di essere il legame drammaturgico della serata per creare il collante di un galà omaggio a Stravinsky, ma con un quid in più. Scorrevole e spettacolare (piuttosto impegnativo in un unicum senza intervallo che sfiora quasi le due ore), Stravinsky’s Love diventa anche il veicolo per ascoltare due storiche registrazioni dirette dallo stesso Stravinsky (per Apollon Musagète nel 1957 e per L’Uccello di fuoco nel 1967)) su come dovrebbe essere eseguita la “sua” musica”.
Di lusso anche i costumi dei musicisti, tutti bellissimi, con intarsi gioiello, stoffe pregiate, raffinatissime scollature d’epoca ricreati da Anna Biagiotti in linea con l’eleganza delle acconciature basse, spettacolari i costumi ricreati anche su alcuni bozzetti originali, tra cui spiccano il costume di Pulcinella indossato da Riva e ricostruito sul disegno originale di Picasso, i ricchi costumi di Petrushka ricavati dai bozzetti originali di Benois, lo sfavillante l’Uccello di Fuoco disegnato da Bakst per il balletto originale di Fokine che nel 1910 aveva reso celebre Stravinsky e proposto qui a Roma con la coreografia di Marco Goecke interpretato da Sasha Riva/ Simone Repele. La coppia, già Ballet du Grand Théâtre de Genève – artisti dI RIVA & REPELE si misurano anche con la vitalità di Pulcinella (Suite italienne n. 2) in omaggio alla tradizione della commedia dell’arte italiana.
Accompagnata dal seducente violino dell’olandese Simone Lamsma, in scena anche tutta la sensualità del bailaor spagnolo Sergio Bernal (del Ballet Nacional de España) nella sua nuova creazione di Tre danze (Tango – Valse – Ragtime) da L’Histoire du soldat, in coppia con Ashley Bouder del New York City Ballet) eterea e luminosa Tersicore anche nel pas de deux con Bernal – Apollo in Apollon musagète con la coreografia apollinea e leggerissima di George Balanchine, trionfo del balletto bianco. Ma la serata regala un altro eccezionale classico con tutto il folklore della danza russa di Petrushka con la storica coreografia di Michel Fokine messa in scena dai danzatori della Compagnia Daniele Cipriani, Mattia Tortora (Petrushka), Susanna Elviretti (la Ballerina) con Tommaso Beneventi (il Moro) del Reale Balletto Svedese e il ruolo del Prestigiatore, ballerino e maestro di ballo Enrico Cecchetti, interpretato dallo stesso Derevianko – Stravinsky. E non manca neppure una nuova creazione di John Neumeier su Divertimento, brano per violino e pianoforte tratto da Le baiser de la fée, il balletto composto da Igor Stravinsky in omaggio a Ciaikovsky, commissionato dalla ballerina Ida Rubinstein e che ha incrinato per sempre i rapporti fra Stravinsky e Diaghilev.
Il nuovo lavoro del coreografo americano, Peter and Igor, è creato appositamente gli italiani Jacopo Bellussi e Alessandro Frola dello Hamburg Ballet ed è inno alla tecnica, alla forza emotiva, unendo il vocabolario classico all sua ispirazione personale.
Prossimo appuntamento della stagione estiva di Santa Cecilia, giovedì 15 luglio con il ritorno di Antonio Pappano sul podio per un programma travolgente, la Sinfonia n. 7 di Beethoven e il Concerto per violino e orchestra di Čajkovskij affidato all’estro del virtuoso russo Ilya Gringolts al debutto con l’Orchestra romana. Info e dettagli su www.santacecilia.it.