Pierluigi o Pig Gi? È importante capire questo prima di tutto. Perché è costui a condurci lungo le curve e gli scivoli di una favola rocambolesca al punto giusto. La questione del nome è incastonata anche nel titolo dello spettacolo, che difatti è un racconto di formazione della migliore tradizione (liberamente tratto da un racconto di Heinrich Böll, il che vale come incontestabile “certificazione di qualità”).
Pierluigi deve capire se vuole davvero diventare ciò che i grandi hanno immaginato per lui o se semplicemente i modi ed i tempi di questo divenire non debbano essere diversi. Ed è questo il passaggio più profondo della “parabola” di Pierluigi. Anche perché – guardando in controluce – il suo è il caso di un bambino per il quale i grandi hanno predisposto il migliore futuro possibile (o quello razionalmente più desiderabile) ma anche la pressione di una aspettativa insostenibile. Pierluigi è infatti un “re bambino”, titolare di un castello e di un intero regno, seguito ed accudito in ogni munito della giornata, eppure non è riuscito ancora ad imparare veramente quali cibi gli piacciano e quali no, men che meno a far di conto.
La fuga è inevitabile, e non solo dal castello: nel bosco folto ed oscuro lui diventa “Pig Gi”, si inventa una nuova identità e trova il suo vero sé.
L’invenzione o la fantasia come rivelazione? Forse, ma anche e soprattutto come svelamento della finzione precedente e infine chiave per una crescita autentica, saggia, libera dai ribellismi.
In scena Candida Ventura riesce a dar vita al mondo caleidoscopico della favola senza ricorrere massivamente a strategie di sottrazione, governando per contro con perizia un cospicuo armamentario di oggetti e ed una intelligente “macchineria” teatrale, dando fondo alla tradizione del teatro di figura: dalla animazione di moderni burattini ad una incursione nel teatro delle ombre.
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CREDITS:
“CHIAMATEMI PIG GI”
di Candida Ventura e Lucia Palozzi (ispirato a “Memorie di un giovane Re” di H. Boell)
con Candida Ventura
regia Lucia Palozzi e Simone Guerra
Compagnia: ATGTP (Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata) – Jesi (AN)