L’indagine dell’universo dantesco che Ravenna Festival ha messo in campo si spinge nel cuore della musica o, meglio, delle musiche che il Poeta conosceva e amava, quelle che ha evocato e fatto proprie nella sua opera, quelle che lo hanno accompagnato nel suo esilio. Sono gli anni agli albori del Trecento, che segnano il passaggio tra Ars Antiqua e Ars Nova: potrebbe sembrare argomento per specialisti, ma nelle mani esperte e talentuose dell’Ensemble Micrologus – nel repertorio medievale uno dei più accreditati in campo internazionale – quelle musiche tornano a vivere con la freschezza e l’immediatezza espressiva del loro tempo, nel composito affresco sonoro Dante e la musica, in programma sabato 24 luglio alle 21.30 in uno dei luoghi d’elezione di questo settimo centenario, la Basilica di San Francesco. A immergere il pubblico nelle atmosfere sonore degli anni di Dante saranno Patrizia Bovi, Gabriele Russo, Goffredo Degli Esposti, Peppe Frana, Andres Montilla ed Enea Sorini, che intrecciano voci a strumenti antichi: a corde come viella, ribeca, liuto, chitarrino, o a fiato come buccina, cialamello, cornamusa; mettendo a frutto un lungo e accurato lavoro di ricerca sulle fonti manoscritte ma anche sulle modalità esecutive suggerite dalla tradizione orale.
Il programma musicale restituisce uno spaccato del mondo sonoro nel passaggio tra Due e Trecento, attraverso diverse sezioni. Il percorso musica al tempo di Dante alterna la lirica amorosa dei trovatori provenzali, coloro che il Poeta riconosceva come propri maestri – Guirault De Borhneil, Bertran de Born, Arnault Daniel, Bernard de Ventadorn e Marcabru – a danze strumentali e canti devozionali delle compagnie di laudesi, particolarmente attive a Firenze. Mentre le musiche della Commedia è dedicata alle musiche citate ed evocate nelle tre cantiche. I demoni dell’Inferno, poi nel Purgatorio la voce dei penitenti e delle sirene, e ancora le figure di Arnault Daniel e di Casella – a questo proposito è noto che la musica di Amor che ne la mente mi ragiona, che proprio Casella avrebbe cantato a Dante, non ci è pervenuta, ma Micrologus ne offre una versione ricostruita da Patrizia Bovi attraverso la tecnica del contrafactum, ovvero la consuetudine dell’epoca di reimpiegare stesse melodie per canti diversi. Il Paradiso è invece il luogo della devozione che si esprime con la voce cantata, con le laude, ma anche con un mottetto politestuale di Marchetto da Padova. Un’ultima parte è infine dedicata a ballate e madrigali dal Codice Vaticano Rossi 215 ovvero alla musica alla corte scaligera di Verona che ospitò Dante.
Nato in Umbria nel 1984, per iniziativa di Patrizia Bovi, Goffredo Degli Esposti, Gabriele Russo e Adolfo Broegg (1961-2006), Micrologus è uno dei più importanti ensemble di musica medievale attualmente attivi, caratterizzato sin dalle origini da una solida preparazione interdisciplinare. Per ogni progetto all’esame delle fonti musicali manoscritte corrisponde una ricerca storica e iconografica sul contesto culturale e sugli strumenti musicali impiegati, nonché un’indagine su quanto la musica di tradizione orale possa suggerire alla performance. Il rigore filologico è unito alla capacità di reinventare la tecnica esecutiva e di mescolare timbri strumentali e polifonia vocale. Oltre a produrre numerosi concerti, spettacoli teatrali, dischi e registrazioni per le principali emittenti radiofoniche internazionali, Micrologus ha preso parte alla colonna sonora del film Mediterraneo di Gabriele Salvatores e allo spettacolo di danza contemporanea Myth, creato dal coreografo belga Sidi Larbi Cherkaoui e collabora con i Fratelli Mancuso, Giovanna Marini, il Banco del Mutuo Soccorso, Vinicio Capossela. Nel 2009 ha fondato a Spello il Centro Studi Europeo di Musica Medievale “Adolfo Broegg” (www.centrostudiadolfobroegg.it), presso il quale tiene corsi e seminari.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico numerato 20 Euro, under 18 5 Euro
L’appuntamento è anche in streaming su ravennafestival.live