Mondo, gente, amore. E ancora: maestro, mente, Beatrice. Sono alcune delle parole che ricorrono più frequentemente nella Commedia, quelle a cui Dante si affida per raccontare quanto, nell’ascesa del suo viaggio, diventa sempre più indicibile; ciò che «significar per verba / non si poria» (Par, I, 70-71). Eppure Dante raccoglie la sfida e forgia e piega il volgare ad affrontare ogni argomento, a descrivere e dare senso a ogni cosa – unendo nella sua «alta fantasia» «e cielo e terra». Una centralità, tra parole e senso, che un festival interamente dedicato al Poeta quale DANTE2021 non può che far propria, cercando sempre nuovi approcci per illuminare, tra ricerca e divulgazione, il cammino che porta a Dante, a una più piena e diffusa conoscenza della sua opera. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, dal 3 all’11 settembre DANTE2021 – che nell’anno del settimo centenario celebra la propria X edizione – rinnova l’incontro con il Poeta e la sua indelebile e straordinaria eredità attraverso nove giorni di incontri, spettacoli e concerti nel cuore della “città di Dante”. Il festival ha ricevuto il patrocinio e il sostegno del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante. Tutti gli appuntamenti in programma sono a ingresso libero.
«In quest’anno, pur così drammatico e difficile (ma che ci costringe a riflettere sull’uomo, sui suoi limiti, sul senso del suo agire) mille e mille iniziative affronteranno il tema dantesco – sottolinea il direttore artistico Domenico De Martino. – Dante2021 spera di confermare la propria specifica natura di “intimo” e insieme pubblico dialogo con il testo di Dante: un dialogo che vuole essere documentato e articolato, ma che non nega l’emozione o la passione né il gusto di una conoscenza condivisa. Cercheremo, insomma, anche quest’anno, di ascoltare insieme Dante con tutta la nostra umanità, tormentata, desiderosa di conoscenza e dubbiosa, spesso peccaminosa, ma moralmente capace di assumere quel sì detto alla vita, di proiettarsi in quella “virtù lieta” che il Poeta pone continuamente davanti alla nostra speranza».
Cercatelo, Dante. Cercatelo in Ariosto e in Mandel’stam, nella letteratura e poesia che vengono dopo di lui; cercatelo nei versi in dialetto romagnolo. Cercatelo nella musica di Liszt o di Azio Corghi, nei testi di Mogol. Cercatelo con gli strumenti della scienza, con l’occhio del geologo e dello zoologo. E tra i più giovani, cercatelo anche lì, nelle storie per ragazzi. Cercatelo nella terracotta, nel mosaico e nei graffiti. Lo scoprirete, Dante, accanto a noi: come una bussola che infallibilmente punta a nord, così il festival sempre trova il Poeta – lungo le traiettorie più disparate, scegliendo per compagni di viaggio studiosi, artisti, giornalisti, attori, musicisti. Ogni oscillazione che sembra portarci più lontani ci riavvicina, disegnando una mappa di comune passione grazie ai contributi e alle testimonianze dei tanti ospiti che giorno dopo giorno diventeranno cittadini elettivi di Ravenna, attraverso l’amore e la curiosità per la vita e l’opera di Dante.
Gli appuntamenti non sono solo un omaggio al Poeta, ma anche e soprattutto un’appassionata proposta per il pubblico, cresciuto anno dopo anno al fianco del festival – un pubblico sempre più numeroso e sempre più consapevole del tesoro irripetibile e unico che l’opera di Dante rappresenta per la nostra identità culturale, poetica e morale. DANTE2021 coltiva questo traguardo dal 2011, rimanendo sempre “in movimento”, in perfetto equilibrio fra la tensione della ricerca più avanzata – letteraria, filologica, storica, artistica – e la divulgazione, intesa come condivisione e coinvolgimento; in breve, un Dante che è qui, ora, fra noi… un Dante che vuole essere indagato e raccontato.
E non possono che essere gli Antichi Chiostri Francescani, proprio accanto alla Tomba di Dante, cuore di quell’angolo di città così denso di memorie storiche e poetiche, a rappresentare la sede principale del Festival, che visiterà anche la Basilica di S. Francesco, la Sala Corelli del Teatro Alighieri, la Casa Matha e i Giardini di Palazzo Pasolini.
Il programma, che spazia fra molteplici punti di vista e le più diverse forme espressive, vedrà protagonisti, tra gli altri: Claudio Marazzini, Mimmo Paladino, Carlo Ossola, Mogol, Azio Corghi, Ignazio Visco, Mario Tozzi, Alessandro Haber, Michele Campanella, Sonia Bergamasco, Enrico Mentana, Guido Tonelli, Marco Masseti, Edoardo Buroni, Ranieri Polese, Riccardo Gualdo, Roberta Cella, Antonino Mastruzzo, Tina Matarrese, Virginio Gazzolo, Amerigo Fontani, Cuboliquido, Elisa Binda, Mattia Perego, Giuseppe Bellosi, Francesco Gabellini, Nevio Spadoni, Alex Ragazzini, Gianfranco Miro Gori, Annalisa Teodorani, Bruno Tognolini, Andrea Serra, Eugenio Baroncelli…
La manifestazione, posta sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, è resa possibile dalla rete di collaborazioni tra cui quelle con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, la Casa Matha-Schola Piscatorum, l’Associazione Musicale Angelo Mariani, la Società Italiana di Musica Contemporanea…
Venerdì 3 settembre alle 21 gli Antichi Chiostri Francescani accolgono l’appuntamento di anteprima di questa X edizione, la cui ispirazione è, significativamente, la Vita nova: con il titolo «Le oscure qualità ch’Amor mi dona» – dal secondo verso del sonetto con cui il Poeta completa la descrizione del proprio stato amoroso – l’attore Virginio Gazzolo, già premio Dante-Ravenna nel 2013, presta ancora una volta la propria maestria di interprete alla parola dantesca, consapevole che «non si finisce mai di scoprire delle cose nuove, degli squarci imprevisti in Dante. Sono passati 700 anni, ma lui riesce a scavalcarli come un tiro di freccia». In scena anche la cantante Roberta D’Alò, il compositore Edoardo Dinelli e una danzatrice. L’evento è realizzato in collaborazione con la compagnia Giardino Chiuso di San Gimignano (con il patrocinio dall’Associazione beni italiani patrimonio mondiale – Unesco), la Summer School “La piazza universale” di Bagnacavallo e il Comune di Bagnacavallo.
L’apertura ufficiale è sabato 4 settembre, alle 17.15 presso i Chiostri, con i saluti di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Claudio Marazzini, (presidente dell’Accademia della Crusca), Domenico De Martino (direttore artistico di Dante2021). La prolusione è affidata a Carlo Ossola, raffinato filologo e critico letterario, accademico e umanista, nonché rappresentante della cultura italiana al Collège de France di Parigi; proprio Ossola è stato investito della delicata e preziosa responsabilità di guidare, come Presidente, il Comitato nazionale per le celebrazioni del VII centenario.
A seguire il capolavoro dantesco come non te la aspetti: è La felina commedia di Elisa Binda e Mattia Perego, coppia nella vita ma anche nella scrittura per i giovani lettori. Con il loro nuovo lavoro, pubblicato da Einaudi Ragazzi, hanno deciso di misurarsi proprio con Dante. Che, per l’occasione, è il nome di un gatto che scoprirà insieme al compagno di viaggio, il micio Virgilio, che fine fanno i felini che in vita si sono comportati bene e quelli che si sono comportati male: una favola nella quale gli autori hanno saputo recuperare e porgere non banalmente a un pubblico di bambini squarci sul capolavoro che torneranno probabilmente a riemergere nel loro futuro di lettori della Commedia. A prestare voce alle avventure a quattro zampe sarà l’attore Amerigo Fontani.
Alle 21 converge ai Chiostri un manipolo di valenti poeti e scrittori del territorio per un Dante (in) romagnolo. Dopo tutto, Dante visse i propri ultimi anni avvolto e stimolato dal volgare romagnolo, della cui patina resta traccia anche nelle prime copie della Commedia; tocca allora a Giuseppe Bellosi, Francesco Gabellini, Nevio Spadoni, Gianfranco Miro Gori, Alex Ragazzini, Annalisa Teodorani svelare i corposi e insieme sottili collegamenti tra la lingua e l’opera di Dante e la ricchezza linguistica (e antropologica) custodita attraverso i secoli nel dialetto della città e della regione che seppero accogliere il Poeta nel suo esilio.
Domenica 5 settembre alle 11 un altro appuntamento esplora la tradizione poetica italiana, in questo caso attraverso Una lirica siciliana a Ravenna prima di Dante: a presentare una nuova interpretazione della “Carta ravennate”, uno dei testi poetici predanteschi più misteriosi e affascinanti, saranno Roberta Cella e Antonino Mastruzzo, entrambi dell’Università di Pisa dove insegnano rispettivamente Linguistica italiana e Paleografia latina. L’anonima canzone riportata sul verso della pergamena, rinvenuta nel 1938 nell’Archivio storico arcivescovile di Ravenna, è la più antica lirica d’amore italiana e forse cela un segreto politico… un messaggio in codice a favore di Federico II di Svevia e legato alla sua visita a Ravenna nel 1226.
Alle 17.15 è tempo di esplorare profondità (e altitudini) dell’Aldilà, con una guida molto speciale: in La terra di Dante, il giornalista RAI Alberto Puoti conversa con Mario Tozzi, il geologo divenuto notissimo autore e conduttore televisivo grazie a trasmissioni come Gaia – Il pianeta che vive e Sapiens – Un solo pianeta, per raccontare un Dante osservatore del mondo naturale, uomo di una scienza inevitabilmente diversa da quella moderna ma capace di farne il fondamento del proprio viaggio fantastico.
Lunedì 6 settembre alle 17.15 risuona nei Chiostri l’eco di un passato cavalleresco e cortese, quello di cui Guido del Duca, il gentiluomo di origine ravennate che Dante incontra nel XIV canto del Purgatorio, lamenta la scomparsa a vantaggio di una civiltà dominata dall’avarizia e dalla cupidigia: sarà Tina Matarrese dell’Università di Ferrara, accademica della Crusca e membro del Centro Studi Matteo M. Boiardo, ad approfondire il rapporto fra Dante e Ariosto in «Le donne e ’ cavalieri, li affanni e li agi» (Purg. XIV, 109), nella consapevolezza che per un testo rinascimentale quale l’Orlando furioso l’interstualità e il dialogo con modelli classici e volgari, fra cui la Commedia, sono imprescindibili.
Alle 21 la macchina del tempo di DANTE2021 attraversa svariati secoli per approdare a un’epoca a noi più vicina: nella Sala Corelli del Teatro Alighieri, il concerto Ripercorrendo Dante (tra Otto e Novecento), organizzato con la collaborazione e il sostegno dell’Associazione Musicale Angelo Mariani, è un itinerario sulle tracce dell’interesse che Dante ha suscitato fra i compositori degli ultimi due secoli. Da un quartetto per voce femminile che narra la terribile vicenda di Ugolino, opera di Francesco Morlacchi (1784-1841), al raffinato opus sulla Vita nova di Mario Castelnuovo Tedesco (1895-1968), la galleria di gemme musicali – che include anche Rossini, Puccini, Liszt – è affidata al Quartetto Dafne nato in seno all’Orchestra del Teatro La Fenice, al soprano Manuela Custer e al pianista Raffaele Cortesi.
Nel corso di questa stessa giornata inizieranno i lavori di preparazione nei Chiostri Francescani per il grande graffito dantesco di Cuboliquido.
Martedì 7 settembre alle 17.15 si naviga fino alle Colonne d’Ercole, in compagnia dell’Ulisse di Omero e di Dante, degli Ulissi di sempre che superano i limiti, degli Ulissi bambini… perché Dante è anche dei più piccoli, purché si sappia come raccontarlo: da questa convinzione nasce Le colonnine d’Ercole. Ulisse Dantesco Bambino Remix che Bruno Tognolini e Andrea Serra dedicano ai bambini (e ai loro grandi). Tognolini ha alle spalle teatro e TV (Albero Azzurro e Melevisione), 50 libri di storie e rime e trent’anni di incontri nelle scuole; Serra è maestro in ospedale nel reparto di oncoematologia pediatrica del Microcitemico di Cagliari. L’evento è realizzato in collaborazione con il Festival Tuttestorie di Cagliari, dedicato alla letteratura per ragazzi.
Alle 21 un nuovo concerto ai Chiostri, in collaborazione con la Società Italiana di Musica Contemporanea (e per la quale l’evento è anche prologo del festival autunnale Armonie della natura): il programma è interamente dedicato a compositori dei nostri tempi, con pagine inedite di Azio Corghi – che sarà presente alla serata – e altre espressamente create per Dante2021 da Antonio Bellandi, Daniele Corsi, Michele Fedrigotti, Andrea Mannucci, Andrea Talmelli, Stefano Teani. Presentato da Renzo Cresti, il concerto vedrà in scena il soprano Maria Bruno, Roberto Guarnieri alla chitarra, Alice Palese al violino, Roberto Presepi al violoncello e lo stesso Stefano Teani al pianoforte.
Mercoledì 8 settembre alle 17.15 si torna ad osservare Dante con gli occhi di uno scienziato di oggi, per l’esattezza dal punto di vista di Guido Tonelli, fisico del CERN di Ginevra e cattedra all’Università di Pisa, uno dei padri della scoperta del bosone di Higgs. “L’ultimo esempio di una tradizione di eccellenza cominciata con Galilei per passare attraverso scienziati come Enrico Fermi, Bruno Pontecorvo e Carlo Rubbia,” è la motivazione con cui gli è stata conferita la Medaglia d’onore del Presidente della Repubblica nel 2014, arrivata dopo il Fundamental Physics Prize e il premio Enrico Fermi della Società italiana di Fisica.
Alle 21 dalla scienza si passa all’arte: presso la Basilica di San Francesco, Mimmo Paladino, artista che non ha mai avuto timore di confrontarsi con il passato e assorbirlo fra le proprie fonti, presenta – con l’ausilio di proiezioni nell’abside della basilica – il proprio progetto per il nuovo portale della “chiesa di Dante” che ne accolse i funerali nel 1321. Grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio e a Confindustria Romagna, l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia riceverà in dono queste nuove porte con pannelli di terracotta modellata con argille toscane e faentine, innesti di mosaico e di bronzo.
Giovedì 9 settembre alle 17.15 il Festival visita i Giardini di Palazzo Pasolini (e via Zirardini) per Il corpo di Dante, il progetto che l’artista Paolo Ventura ha creato ad hoc per DANTE2021: cinque grandi tavole per raccontare una storia immaginifica, ma basata su fatti storici, sui muri della città e nel chiostro accanto alla Tomba. Cresciuto artisticamente nella Grande Mela, dove ha collaborato con riviste come il New Yorker, Ventura unisce fotografia, pittura, ricerca storica, artigianato, composizione scenografica; ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2011 e fra le ultime esposizioni conta una personale ai Silos Armani e una antologica al Museo Camera di Torino. L’appuntamento, in collaborazione con Danilo Montanari Editore, vedrà l’intervento dello scrittore Eugenio Baroncelli.
Alle 21 si ritorna ai Chiostri per un concerto-spettacolo: l’attore Alessandro Haber e il violoncellista Francesco Dillon seguiranno il fil rouge tracciato da Osip Mandel’stam per un Ugolino «avvolto in un timbro di violoncello», poiché, come suggeriva il poeta russo (1891-1938), «la densità del timbro di violoncello è destinata a rendere come meglio non si potrebbe il senso dell’attesa e della tormentosa impazienza (…) [Ugolino] suona la sua infelicità come un virtuoso e trae dalla propria sciagura un timbro mai udito fino ad allora».
Venerdì 10 settembre alle 17.15 ai Chiostri Gian Luigi Beccaria – eminente storico della lingua, accademico dei Lincei e della Crusca, noto al grande pubblico anche per la partecipazione alla trasmissione televisiva Parola mia accanto a Luciano Rispoli – riceverà da Nicoletta Maraschio, presidente onorario della Crusca, il premio Dante-Ravenna che non era stato possibile consegnargli nel 2019.
A seguire sarà presentato il graffito dantesco opera di Cuboliquido, lo street artist che lavora con tecniche anamorfiche per straordinari e sorprendenti inganni ottici ed effetti tridimensionali; due suoi lavori sono conservati nella Basilica della Natività di Betlemme e in uno dei santuari della Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico.
Alle 21 una serata Dante-Liszt vedrà impegnato uno dei maggiori interpreti del compositore ungherese, Michele Campanella. Il maestro – che ha collaborato anche con Muti, Mehta, Abbado, Prêtre… – sarà affiancato dalla pianista Monica Leone e dalle soliste dell’Accademia d’Arte lirica di Osimo alla scoperta del rapporto profondo fra Liszt e la Commedia. Per intrecciare i versi alle note, in scena anche l’attrice Sonia Bergamasco, che accanto a una ricca carriera teatrale, cinematografica e televisiva – Nastro d’argento per La meglio gioventù di Marco Bellocchio e volto di Livia ne Il Commissario Montalbano – vanta un diploma proprio in pianoforte al Conservatorio di Milano.
Sabato 11 settembre alle 11 l’ultima giornata di Festival comincia con un appuntamento alla Casa Matha – sede della Schola piscatorum, la più antica corporazione al mondo – con Marco Masseti, paleo-ecologo e zoologo che ha al proprio attivo, accanto a numerose pubblicazioni, missioni di ricerca in Sud America, nel Vicino Oriente, in Indonesia, nell’Africa settentrionale e orientale, nelle isole mediterranee. Con La zoologia della Commedia: fiere, bestie e bestiuole Masseti analizza gli animali che compaiono nel poema alla luce delle conoscenze scientifiche del tempo, ma anche di quelle attuali…e forse di quelle a venire.
Alle 18 si ritorna ai Chiostri per un evento di particolarissima rilevanza culturale ed etica: il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco terrà un discorso sul tema Note sull’economia di Dante e su vicende dei nostri tempi.
Alle 21 il Premio Dante-Ravenna 2021 sarà assegnato a Enrico Mentana, fra coloro che più profondamente hanno trasformato i linguaggi dell’informazione e della televisione negli ultimi decenni; con lui Riccardo Gualdo (Università della Tuscia, Accademia della Crusca) rifletterà su questi temi ma anche sul personalissimo vissuto dantesco, quello che accomuna noi tutti sin dai banchi di scuola. Edoardo Buroni dell’Università Statale di Milano e Ranieri Polese del «Corriere della Sera» introdurranno invece il Premio Parole e Musica, destinato a Mogol, che con le sue parole ha fatto così tanta storia della canzone italiana.