Uno spazio vuoto, inebriato di fumo, luci a taglio e un consesso di panche di legno, un legno vivo, palpitante. Questo ci accoglie in teatro quando entriamo per assistere a “L’arte del vivere e del morire” la nuova produzione del LabPerm, un gruppo di ricerca teatrale che da quasi trent’anni in maniera quotidiana e continua perpetua l’amore per il prendersi cura di sé, per la bellezza, per il rispetto reciproco, per la crescita umana ed artistica. Domenica Castaldo ne è il capocoro, direttore, guida e animatore, artista eclettico e profondo, un uomo che emana energia di radice, come una sequoia piantata nel ventre della terra. E lo spettacolo principia così dal rovescio di una giacca indossata aperta sulla schiena, un monologo, prologo del rito che andrà ad iniziare, un mano tesa a noi spettatori per portarci nel viaggio dentro noi stessi e dentro alle rutilanti vite della nostra quotidianità occidentale. E poi tutti gli attori e tutte le attrici del gruppo entrano bendati, i volti coperti, come lo siamo noi assisi in platea, un’empatia di condizione, tra le mascherine e la distanza, per avvicinarsi e svelare gradualmente il mistero arcaico dell’uomo che si arrabatta sempre a cercare un senso, uno schema, una consequenzialità logica laddove invece è sufficiente arrendersi e ascoltare, farsi trascinare dai canti, dalle nenie, dalle parole, dai gesti. Ed è proprio questo il senso di questo rito allegorico, godere dei suoni, dei corpi, della poesia, carne respiro suono, del susseguirsi animato di canti che inebriano e sussultano, delle parole che ci colgono sul vivo, della perfetta gioia e bellezza di queste ragazze e questi ragazzi, sapienti anime danzanti di armonie più profonde. Ed è quando ci permettiamo di deporre la difesa del senso e del rintracciare una narrazione, che possiamo penetrare in punta di piedi nel cammino terrigno preparato per noi dal coro avvolgente di quest’esperienza che è misterica e trasformativa, dolce e sinuosa, gioiosa e crudele, come il vivere, come il morire. Non è uno spettacolo ma il ciclo dell’esistenza, un dono che dobbiamo essere pronti a ricevere per camminare insieme nel sentiero del nascere e dello spirare, per poter essere più leggeri e osservare dall’alto tutti i tempi e tutti gli spazi del nostro essere semplicemente umani. Catartico.
Visto il 21 luglio 2021 al Teatro Gobetti di Torino.
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L’arte del vivere e del morire
con Domenico Castaldo, Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Rui Albert Padul, Natalia Sangiorgio, Judit Beltri Panisello, Marta Maltese, Zi Long Ying
Light designer Davide Rigodanza
sound engineer Massimiliano Bressan
regia Domenico Castaldo
canti e arrangiamenti musicali del LabPerm di Domenico Castaldo
LabPerm di Castaldo