Neanche vent’anni, il cinematografo, e già invecchia; senza alcuna speranza di essere accettato nell’empireo delle arti, è un fenomeno da baraccone che ha già esaurito ogni trucco e sorpresa. Ma eccolo superare se stesso – non più manciate di minuti di figure in movimento, ma un’ambizione narrativa e centinaia di metri di pellicola: nasce così il cinema e nasce, in Italia, anche sotto la stella di Dante, con Inferno (1911) di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe de Liguoro, immaginifico trionfo, ispirato alle illustrazioni di Gustave Doré, di orde di demoni-pipistrello armati di forche, schiere di candide anime che galleggiano nel cielo, Paolo e Francesca sospesi a mezz’aria, Bertrand de Born che mostra la testa mozzata, un gigantesco Lucifero divoratore di corpi. La dedica di Ravenna Festival al Poeta non poteva che passare anche dai fotogrammi di questo illustre antenato – il primo lungometraggio e primo colossal del cinema italiano – che sarà proiettato martedì 20 luglio, alle 21.30, alla Rocca Brancaleone nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. Onorando anche una seconda tradizione, quella che da anni vede il Festival unire cinema e musica dal vivo: a curare musica e sound design c’è infatti Edison Studio (Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani) con le elaborazioni visive di Salvatore Insana. L’evento è possibile grazie al sostegno di Publimedia.
Secondo la romanzata autobiografia di Georges Méliès, la scoperta del montaggio fu accidentale: una cinepresa inceppata e ripartita poco dopo finì per trasformare una carrozza in un carro funebre, suggerendo al regista francese – secondo padre del cinema dopo i fratelli Lumière – la possibilità di operare apparizioni, sparizioni, salti, trasformazioni attraverso la pratica del taglia-e-cuci. Eppure, agli inizi del Novecento, le magiche metamorfosi offerte dal cinematografo erano diventate trite; negli Stati Uniti il costo del biglietto era crollato da 25 a 5 centesimi e i cinematografi ambulanti delle fiere di paese avevano perso il proprio pubblico, sempre affamato di novità. Questo cinema degli albori, il cosiddetto “cinema delle attrazioni“, avrebbe potuto essere il primo e ultimo capitolo della storia del grande schermo – che non sarebbe mai stato riconosciuto come un’arte, relegato fra il bizzarro e il sensazionale.
Inferno che la Milano Films produsse nel 1911 è la risposta italiana a quella crisi di identità, il primo film europeo che attraverso il confronto con la Commedia cerca nobilitazione, tre anni prima del monumentale Cabiria di Giovanni Pastrone. Per affrontare il capolavoro dantesco non si lesinano mezzi: centocinquanta attori e comparse, tre anni di riprese, milleduecento metri di pellicola, un esorbitante budget di centomila Lire e cento scene disseminate di effetti speciali, dalla sovraimpressione all’esposizione multipla, più una campagna promozionale capillare e martellante curata da un pioniere della distribuzione quale Gustavo Lombardo, fondatore della Titanus. In cinquantaquattro quadri che richiamano le illustrazioni di Doré, Inferno è un viaggio attraverso la prima cantica e i primordi del cinema, una visione fantasmagorica, orrida e meravigliosa del primo regno dell’Aldilà che il restauro della Cineteca di Bologna restituisce in tutta la sua pienezza.
Accanto alla perizia formale e al rigore filologico – quest’ultimo dovuto in particolare a uno dei tre co-realizzatori, Adolfo Padovan, e capace di guadagnare alla pellicola anche il patrocinio della Società Dante Alighieri per sontuose prime nei più celebri teatri italiani – per Ravenna Festival Inferno conta anche un’avvolgente partitura elettroacustica. Edison Studio riprende l’antica tradizione del muto con accompagnamento di musica dal vivo, attraverso un’originale composizione di suoni vocali, meccanici, naturali, tra voci reinventate e paesaggi acustici surreali. Centro di produzione fra i più affermati nel panorama della musica elettroacustica, Edison Studio conta fra le proprie più significative attività proprio la realizzazione ed esecuzione dal vivo di colonne sonore per i capolavori del cinema muto; opere in cui musica, voci e ambienti sonori si fondono, attraverso una pratica di composizione collettiva consolidata nel tempo e unica nel suo genere.
Info: 0544 249244 – www.ravennafestival.org