L’inaugurazione del 20 novembre con la prima assoluta del Julius Caesar di Giorgio Battistelli diretto dal maestro Daniele Gatti con la regia di Robert Carsen e una doppia speciale pre-apertura affidata alla danza di Notre-Dame de Paris di Petit e alla Giovanna d’Arco di Verdi secondo David Livermore.
Prosegue nella consolidata direzione del connubio fra tradizione e innovazione la nuova stagione 2021/2022 del Teatro dell’Opera di Roma che quest’anno apre ancor più coraggiosamente il cartellone confermando la vocazione e l’attenzione verso la contemporaneità.
E si riconferma anche nel nuovo cartellone la ricostruita identità del Lirico capitolino, sempre alla ricerca dell’eccellenza artistica unita alla voglia di sperimentare, ma tenendo ben presente l’importanza del coinvolgimento del pubblico.
“Sono molto ottimista perché il Teatro riparte con una programmazione che tenta di superare la difficile fase che, lo speriamo veramente, ci stiamo lasciando alle spalle – – conferma orgogliosamente il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes che firma la sua ultima stagione, in uscita per l’incarico di Amministratore Delegato della Rai – La nuova stagione rappresenta la prosecuzione, ma segna anche un punto di arrivo di quanto costruito nel corso degli ultimi anni. Sono molto ottimista anche nella risposta del nostro pubblico come confermano i dati delle serate al Circo Massimo, alla seconda stagione, che segnano quasi sempre il tutto esaurito con un incremento del +75% di pubblico rispetto allo scorso anno. È il pubblico il vero cuore del teatro. Lascio un teatro in una situazione ottimale dal punto di vista dei programmi, economico, finanziario e organizzativo”.
Sarà una stagione che scommette sul futuro con dodici titoli d’opera e sei di balletto, ma con una ulteriore spinta alla sperimentazione con l’acquisizione dei limiti della pandemia trasformate in straordinarie opportunità. “Abbiamo fatto tesoro delle lezioni dell’esperienza di questi ultimi diciotto mesi, nei tempi dell’epidemia da Covid-19 – conferma Fuortes – durante i quali abbiamo provato in tutti i modi a rispondere alla domanda di opera e di balletto dei nostri spettatori e della collettività”.
Ecco allora che la nuova stagione sarà distribuita ancora negli spazi consueti, Costanzi e Terme di Caracalla, ma si aggiungerà una nuova entusiasmante produzione di film-opera (che hanno consentito di raggiungere oltre 4 milioni di spettatori grazie alla collaborazione con la Rai) con la La Bohème diretta da Mario Martone (il suo Barbiere di Siviglia è Premio Abbiati) che sarà realizzata negli spazi mozzafiato dei laboratori del teatro in Via dei Cerchi.
Ci saranno anche nuovi spazi come la Nuvola di Fuksas che ospiterà una comproduzione per La Passione secondo Matteo di Bach (creata per Amburgo) nella versione scenica di Romeo Castellucci.
Se la stagione si apre tradizionalmente a novembre con Julius Caesar di Battistelli, grande produzione commissionata dal Teatro dell’Opera su libretto di Ian Burton che vede Clive Bayley nel ruolo del protagonista e che rappresenta il mood dell’intero cartellone, quest’anno sarà anche possibile assistere a una doppia pre apertura autunnale con Notre-Dame de Paris di Petit (con musica di Maurice Jarre) ripreso da Luigi Bonino, capolavoro del repertorio moderno e Giovanna d’Arco di Verdi diretto da Gatti e la regia di Davide Livermore.
Fra le perle della stagione, a gennaio l’imperdibile Kát’a Kabanová di Janáček al debutto al Costanzi in un allestimento in coproduzione con la Royal Opera House di Londra, con la regia Richard Jones, Corinne Winters nel ruolo della protagonista (in questi giorni Madama Butterlfy al Circo Massimo), sul podio David Robertson e l’Alceste di Gluck affidato alla bacchetta di Gianluca Capuano e alla regia – coreografia del geniale Sidi Larbi Cherkaoui per un allestimento che arriva da Monaco.
Ancora grandi registi, nel rinnovato sodalizio con Damiano Michieletto che firma la regia del verdiano Luisa Miller con la direzione del futuro direttore musicale dell’Opera, Michele Mariotti, successore di Gatti, con il debutto alla regia di Ai Weiwei per la Turandot rivista dopo la pandemia e diretta da Oksana Lyniv, il ritorno di Andrea De Rosa che firma il titolo del belcanto della stagione, I Puritani di Bellini diretti da Roberto Abbado. Spazio a un altro titolo verdiano, con la ripresa di Ernani regia di Hugo de Ana e direzione di Marco Armiliato e il ritorno della Tosca del 1900, ricostruita sull’allestimento originale di Adolf Hohenstein con la regia di Alessandro Talevi, la bacchetta di Paolo Arrivabeni e la presenza di Vittorio Grigolo nei panni di Cavaradossi.
Fra recuperi e novità anche la stagione di danza firmata dalla direttrice del Corpo di Ballo, Eleonora Abbagnato che promette una “stagione importante”, ribadisce l’importanza del connubio con la grande moda (Biagiotti, Dior, Yves Saint Laurent e Versace) e porta in stagione Notre-Dame de Paris di Jarre, classico di Petit, a dieci anni dalla scomparsa del coreografo, conferma lo Schiaccianoci dei record di Giuliano Peparini durante le feste natalizie, il nuovo allestimento de Il Corsaro di Josè Carlos Martinez. Spazio al consueto trittico di danza contemporanea con Herman Shmerman di William Forsythe, Walking Mad di Sohan Inger; From afar di Nicolas Blanc su musica del compianto Ezio Bosso, la Serata Prelijocaj (Annonciation e la nuova creazione Nuit romaine) con la chiusura a ottobre in omaggio alla grande Carla Fracci con la sua coreografia del classico Giselle. Già annunciato con ottimismo il cartellone estivo di Caracalla 2022, dove spicca Mass di Leonard Bernstein mai eseguita in Italia, con la lettura scenica di Damiano Michieletto e la direzione di Diego Matheuz. e figurano Il Barbiere di Siviglia in stile Hollywood di Lorenzo Mariani, la Carmen messicana di Valentina Carrasco, Notre-Dame de Paris di Petit per la danza, gli extra con Roberto Bolle, Claudio Baglioni, il divo del violino David Garrett. “L’Amministrazione ha confermato uno sguardo rivolto al futuro dimostrando di saper raccogliere e vincere la sfida di questo periodo così delicato – le parole della Sindaca di Roma e presidente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Virginia Raggi presente in conferenza – Dai capolavori storici alle prime assolute, dalle grandi coproduzioni internazionali dei nuovi format alle location alternative che hanno letteralmente portato il Teatro in città, il Costanzi conferma quell’eccellenza di cui andiamo così fieri”. E non mancano le novità anche estetiche e funzionali del Costanzi che riaprirà con le nuove sedute della platea rinnovate sul modello storico originale. Intorno alla stagione ufficiale, tante altre proposte, Acquaprofonda, opera contemporanea per ragazzi composta da Giovanni Sollima (al Teatro Nazionale), la mostra Casta Diva allestita al Palazzo dei Congressi e dedicata ai fondali storici dell’Archivio del Teatro dell’Opera di Roma, il ritorno dell’itinerante OperaCamion conTosca affidata a Gianluigi Toccafondo e Fabio Cherstich, le Lezioni di Opera di Giovanni Bietti, l’attività di “Fabbrica” Young Artist Program. Info e dettagli su operaroma.it.