Il debutto del gala Roberto Bolle&Friends al Circo Massimo, tre serate, dal 13 al 15 luglio 2021, di grande danza per la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma, ha segnato non solo ripresa del tour itinerante dell’étoile dei due mondi, ma anche il ritorno a una nuova apprezzata normalità. Immancabile appuntamento dell’estate capitolina ormai dal 2011, quest’anno il gala di Roberto Bolle e dei suoi friends debutta al Circo Massimo e torna in scena con la consapevolezza di quello che è accaduto.
“Tornare a ballare dal vivo esibendomi per la prima volta al Circo Massimo è un grande regalo, anche se a regimi di capienza ridotti. È importante, a mio avviso in questo momento dare dei segnali forti di speranza e di impegno per un ritorno alla normalità. Non possiamo permetterci di abituarci ad una vita senz’arte”. È in queste poche parole pronunciate dall’étoile in apertura dello spettacolo, mentre scorrono sul grande schermo le immagini del ballerino che si prepara per la scena, che è racchiuso tutto il senso di questa edizione 2021 del gala e dei tempi che corrono in un appello ricco di speranza, alla ricerca di una rinnovata normalità.
Quello che va in scena subito dopo, accompagnato dal grande schermo allestito sul palco, è un gala sempre spettacolare e poetico che conferma la forza e la volontà dei danzatori di esserci.
In un’alternanza di qualità con un programma che non tradisce le aspettative di chi ama il classico e vuole deliziarsi con la danza moderna, il gala raccoglie scatena sempre l’entusiasmo del grande pubblico accarezzandolo in un susseguirsi di emozioni. Inesperienza immersa e totalizzante anche per chi è a digiuno di balletto.
Il programma si apre sui virtuosismi del pas de trois da Il Corsaro di Petipa danzato da Skylar Brandt (dell’American Ballet), Francesco Mura (dell’Opéra National di Parigi) e Nicola Del Freo (da La Scala), si passa al tocco di modernità nella sensualità de L’altro Casanova su musica di Vivaldi con la coppia Bolle-Melissa Hamilton (dal Royal Ballet, forse la migliore della serata), ballerina dalla fisicità e dalle doti tecniche non comuni e nei volteggi geometrici in Borderlands di Wyane McGregor, estratto dalla commissione del San Francisco Ballet, e ispirato al mondo pittorico di Buahaus. Bolle incanta il pubblico nel futuristico Prototype reloaded di Massimiliano Volpini, fra luci e laser dimostrando la sua rinnovata vocazione alla danza contemporanea, lontana dalla apollinea compostezza dei classici. Grandi classici del repertorio che comunque si rinnovano in un gala che resta un susseguirsi di virtuosismi ed emozioni con il travolgente Pas de deux dall’Atto III del Don Chisciotte di Minkus ancora con Skylar Brandt (in una performance migliore rispetto al Corsaro di apertura) e l’impagabile, volante Daniil Simkin (American Ballet Theatre), il sensualissimo Pas de deux dall’ Atto III da Il lago dei cigni di Čajkovskij con il cigno nero Nicoletta Manni accompagnata dal principe Timofej Andrijashenko (dal Teatro alla Scala di Milano), lo scintillante Pas de deux de Le Fiamme di Parigi di Asafiev, unico cambio di programma della serata con Camilla Ceruli (dal Teatro alla Scala che sostituisce Maia Makhateli) e Young Gyu Choi (del Dutch National Ballet di Amsterdam). È naturalmente Roberto Bolle a chiudere serata nell’incantevole sospensione del Canon in D Major con la coreografia di Jiří Bubeníček (coreografo dal Semperoper Ballet) accompagnato da Nicola Del Freo e Timofej Andrijashenko. Applausi, applausi e ancora applausi per il gala dei gala che il prossimo anno tornerà nei sontuosi spazi delle Terme di Caracalla.