Sono cinque i finalisti del 56° Premio Riccione per il Teatro, il più prestigioso dei concorsi italiani di drammaturgia, che quest’anno ha fatto registrare un numero record di iscritti: 402 copioni. A contendersi il premio, dedicato a testi teatrali in lingua italiana o in dialetto non rappresentati in pubblico, sono Francesco Alberici con Bidibibodibiboo, Christian Di Furia con Flusso, Maurizio Patella con Il fenomeno Laplante, Pier Lorenzo Pisano con Carbonio e Luca Viganò con L’incrocio delle righe. In palio 5.000 euro al vincitore.
I finalisti partecipano inoltre all’assegnazione di un premio di produzione di 15.000 euro per l’allestimento scenico del testo. A selezionare la cinquina la nuova giuria composta da straordinarie figure del panorama culturale italiano: la drammaturga e regista Lucia Calamaro (presidente), l’attore e direttore artistico della Fondazione Teatro della Toscana Stefano Accorsi, il critico e scrittore Graziano Graziani, il regista e direttore del Piccolo di Milano Claudio Longhi e l’attrice Isabella Ragonese.
Il concorso biennale organizzato da Riccione Teatro attribuisce anche il 14° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” al miglior testo di un autore under 30 (3.000 euro, premio di produzione 10.000 euro). Anche in questo caso i finalisti sono cinque: Fulvia Cipollari con L’esperimento di Young, Eliana Rotella con Corpora, Nicolò Sordo con Ok Boomer. Anch’io sono uno stronzo, Francesco Toscani con Claustrofobia dei cieli, Giulia Trivero con Edera. Tra tutte e dieci le opere finaliste, quella che meglio coniuga scrittura teatrale e ricerca letteraria verrà infine premiata con la menzione speciale “Franco Quadri” (1.000 euro).
L’ultima edizione, nel 2019, ha visto i successi di Tatjana Motta (Premio Riccione), Tommaso Fermariello (Premio Tondelli) e del duo Frosini-Timpano (menzione “Franco Quadri”). Nel palmarès del concorso, nato nel 1947, figurano nomi come Italo Calvino (giovanissimo vincitore della prima edizione, aperta anche ai romanzi), e poi Pier Vittorio Tondelli, Enzo Biagi, Enrico Vaime, Dacia Maraini, Antonio Tarantino, Fausto Paravidino, Letizia Russo, Davide Enia, Stefano Massini, Vitaliano Trevisan. I nuovi vincitori saranno proclamati domenica 3 ottobre (Palazzo dei Congressi, Sala Concordia, ore 18) in un evento cui parteciperanno anche i giurati con la presidente Lucia Calamaro. Dopo tanti anni si torna così a una guida femminile, come nel 1947, quando Sibilla Aleramo presiedeva la giuria di cui facevano parte Mario Luzi, Guido Piovene, Cesare Zavattini, Corrado Alvaro, Romano Bilenchi ed Elio Vittorini. A Graziano Graziani è affidata la conduzione della cerimonia di premiazione, mentre sarà Stefano Accorsi a leggere sul palco del Palazzo dei Congressi di Riccione gli estratti dei testi vincitori.
Durante la serata sarà proclamato anche il vincitore del Premio speciale per l’innovazione drammaturgica (riconoscimento assegnato fuori concorso da una giuria di giovani critici) e verranno ricordati due storici compagni di viaggio del Premio Riccione: Pier Vittorio Tondelli, scomparso esattamente 30 anni fa, e Franco Quadri, che ci ha lasciato nel 2011 dopo una vita spesa a diffondere la cultura teatrale e dopo più di vent’anni di rivoluzionaria collaborazione con Riccione Teatro. La conclusione della cerimonia di premiazione sarà affidata a Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangialavite con L’anno che verrà, live set che dà simbolicamente il titolo a un’edizione del Premio in cui si parte dalla memoria e ci si proietta nel futuro, pensando anche alla Città di Riccione che nel 2022 festeggia il Centenario della nascita del Comune.
La premiazione sarà l’atto finale di un weekend dedicato all’innovazione teatrale. Tra sabato 2 e domenica 3 ottobre, location anticonvenzionali, edifici storici come il Palazzo del Turismo e strutture moderne come il Palazzo dei Congressi trasformeranno Riccione in un “teatro diffuso”, riunendo in città alcune delle tante isole creative del nostro Paese. Grazie al progetto Camere separate, per esempio, le stanze del centralissimo Hotel Parco diventeranno “stanze d’ascolto”, set in miniatura animati dalle drammaturgie sonore di alcuni giovani autori scoperti dal Premio Riccione e coinvolti dal Piccolo Teatro di Milano e dal CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli-Venezia Giulia in due originali esperimenti di teatro dell’ascolto: Abbecedario per il nuovo mondo e Il mondo raccontato dagli oggetti.
Le giornate del Premio Riccione faranno da cassa di risonanza per un altro progetto che estende il teatro verso nuovi spazi e modalità di fruizione: Così è (o mi pare), riscrittura pirandelliana per realtà virtuale, con Elio Germano alla regia e in scena al fianco di Isabella Ragonese in una produzione che, insieme a Infinito e Gold Productions, coinvolge un Teatro Nazionale come Fondazione Teatro della Toscana, con la direzione artistica di Stefano Accorsi. Lo spettacolo, fruibile con appositi visori, sarà introdotto a Riccione da Elio Germano.
Fondazione Teatro della Toscana, insieme a Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Bellini di Napoli e Sardegna Teatro da qualche mese collabora a un’altra importante iniziativa di Riccione Teatro: Scritture, una scuola itinerante di drammaturgia che, nel segno dell’innovazione teatrale, congiunge in un unico arcipelago creativo cinque istituzioni culturali disseminate su tutto il territorio nazionale. La Scuola – diretta da Lucia Calamaro – sarà al Teatro Era di Pontedera dal 20 al 26 settembre (ospite il poeta Davide Rondoni), poi dal 28 settembre si trasferirà a Riccione per una settimana di lezioni che culmineranno, sabato 2 ottobre, in un incontro aperto al pubblico. Protagonista è una delle voci più autorevoli del teatro spagnolo e catalano, il drammaturgo Esteve Soler, tradotto in tutto il mondo e autore di opere di successo come la Trilogia dell’indignazione e la Trilogia della rivoluzione. Con questo appuntamento, organizzato grazie a PAV e alla rete Fabulamundi – Playwriting Europe, il Premio Riccione rinnova la sua attenzione per la drammaturgia internazionale, ospitando un paese europeo (nel 2019 fu la Polonia). L’obiettivo è fornire ai drammaturghi finalisti e agli studenti di Scritture uno sguardo privilegiato sugli immaginari e le metodologie di altre nazioni, per rafforzare la conoscenza di un’area plurilinguistica ma sempre più vissuta come “casa comune”: il teatro europeo.