È stata un’esplosione di vorticosa energia la performance “Momentum” della compagnia Cocoondance, stabile in Germania, che ha chiuso il primo weekend del festival Corpografie, la rassegna di danza contemporanea diretta da Anouscka Brodacz a Pescara. Spalmato in tre fine settimana con tre spettacoli fino al 19 settembre, Corpografie ha spento la sua ottava candelina lo scorso 2 settembre decollando con un tris di proposte diversificate. Corpo come memoria della conoscenza, luogo d’incontro dei mondi possibili, reali ed immaginari, interfaccia schermogenica per la video-danza, bozzolo di infinite traiettorie che si dipanano nello spazio, e poi ancora corpo come trasmissione ritmica di pulsazioni ancestrali, sono stati solo alcuni dei tanti scenari tematici emersi in questa prima cornice di appuntamenti. Hanno stravolto, infiammato e saturato di energia febbrile, domenica scorsa, i tre danzatori della Cocoondance, Daniel Morales, Álvaro Esteban, András Déri per la coreografia di Rafaële Giovanola, abbattendo, quasi, le mura dello Spazio Matta di Pescara, tanta era la carica elettrizzante in circolazione.
In “Momentum” tutto nasce da un “bit” che si traduce in impulso di movimento/ gesto, una pulsazione interna che incita, ripetitiva e trascinante dalla zona pelvica e si propaga coinvolgendo progressivamente nelle altre parti del corpo. Da terra, a quattro zampe e poi in piedi gradatamente, attraversando tutti i livelli antropomorfi, i tre danzatori dispiegano una danza selvaggia e feroce. Animali, insetti striscianti che sguisciano e scattano come cavallette, da un punto all’altro nello spazio trasudando potenza e adrenalina pura in un parossismo senza fiato. Questo e tanto altro ha scatenato dall’immaginario visivo la pièce, per una triangolazione di sguardi e intese che comunica con il live sonoro di Franco Mento, per dare vita ad una danza scorrevole su architetture di movimenti che sfuggono da qualunque formalismo. Tutto in “Momentum” si rinnova, ciclicamente, verso un ricambio modulare che si ripete all’infinito con formule sempre inattese e in linea con l’ingresso di un suono nuovo sul ritmo incessante di base. Una sorta di “rave” che travolge e contagia in un crescendo mutabile e potente che penetra nelle nostre membra con impeto caustico.
Serata di scambi, riflessioni e spunti sulla video-danza per “Corpografie off”, il secondo appuntamento del festival, andato in scena lo scorso 3 settembre. Un focus sui palchi digitali della danza a cura di Andrea Micaroni, docente di Video Regia all’Accademia Nazionale di danza di Roma, scandita da proiezioni video, brevi soli alternati a informali chiacchierate insieme a Stefania Di Paolo, ideatrice di un altro salotto digitale “Talkwithdance”. Il tutto ha ruotato intorno a tre filoni coreografici: il disagio, il site specific e il lavoro sulle parti del corpo per un incontro di pensieri e considerazioni che hanno condotto i protagonisti a fare una ricognizione sul futuro della composizione coreografica dopo l’era del Covid e la conseguente emersione delle nuove piattaforme, risorse del nuovo pensiero danzante. La danza che è arte per eccellenza del corpo in movimento si è vista negare la sua dimensione primaria durante la pandemia, il suo respiro. Cosa e come è cambiata la nostra percezione rispetto a tutto questo senza la dimensione corporea, senza toccarsi, senza sentire attraverso il respiro e gli sguardi quella fisicità che con i corpi in presenza si fa? Di questo e di molto altro è stato raccontato insieme alle bravissime Roberta Abate, Erika Ciccone e Marzia Turnaturi, allieve della Scuola di Coreografia dell’Accademia, restituendoci il vigore vibrante del copro dal vivo.
Ma il taglio del nastro di questa ottava edizione di Corpografie, che sembra promettere tanta danza e di qualità, è stato affidato all’affiatato Collettivo di Drammaturgia che ha coinvolto il pubblico nella performance urbana “Rette trasversali” al parco di Villa Sabucchi nella serata d’apertura. Un ensemble di undici danzatori guidati dalla direttrice artistica Anouscka Brodacz, che da anni indaga sui pre-elementi coreografici . Ritmo energico che si origina da un grumo, fili tesi tra i corpi attorcigliati, scambiati su pulsazioni elettroniche che approdano a sonorità cangianti. I corpi legati da un filo agito quanto basta per misurare il distanziamento fisico diventa leva, risorsa per sperimentare possibili incroci, convergenze ed incontri. Arterie come vasi comunicanti tagliano lo spazio urbano di Villa Sabucchi. La danza si espande a ritmi diversi in traiettorie multiformi, ma ben disegnate nello spazio dai danzatori, che, progressivamente restringono portando a chiudere il disegno in un grumo rosso ancora in movimento, nodo possibile di una nuova rinascita.
Il festival riprende oggi con “Cigno” di e con Loredana Parrella/Twain physical dance theatre alle 21 allo Spazio Matta Pescara. Domani 10 settembre, ore 21 sempre allo Spazio Matta è atteso invece “Un/dress Moving Painting” per la coreografia di Masako Matsushita interpretata da Elena Sgarbossa, ore 21. Domenica si torna a Villa Sabucchi con il Collettivo di Drammaturgia che presenta “A più voci”, un matematico “divertissement” su “Six pianos” di Steve Reich.
Info e prenotazioni 3471643014.