Firenze, 16 settembre 2021
– Un viaggio, in bilico tra ‘inferno’ e ‘infinito’ attraverso le parole di Dante, Leopardi, Pasolini, Pavese per inaugurare il “Festival delle Associazioni Culturali”. L’evento, in programma per sabato 18 settembre (ore 16, Teatro della Pergola), dopo i saluti dell’assessore alla cultura e presidente della Fondazione Teatro della Toscana Tommaso Sacchi e dell’on. Rosa Maria Di Giorgi (Commissione Cultura della Camera) sarà nel segno di Monica Guerritore e del suo “Dall’Inferno all’Infinito”.
Il Teatro della Toscana ha accolto con entusiasmo l’invito a collaborare alla realizzazione di questo spettacolo contesti tratti da Dante Alighieri, Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Patrizia Valduga, Gustave Flaubert, Victor Hugo, Giacomo Leopardi, Cesare Pavese. Testi apparentemente inconciliabili che riflettono la discesa agli inferi e la possibilità di redenzione che sono proprie di ogni essere umano.
Tutto rende la ricerca e il racconto interiore e poetico di maestri lontani tra loro per epoca, un’unica grande anima che racconta le infinite vie della testimonianza del sé. La forza della musica (che accompagna tutta la performance) diventa motore emotivo e precede, accompagna e amplifica il tormento delle passioni amorose (Paolo e Francesca), di abbandono (La Tentazione di Patrizia Valduga), di ferocia come nel canto dedicato al conte Ugolino.
Scrive Monica Guerritore nelle note di regia: «Nella mia intenzione, il desiderio forte di sradicare parole, testi, versi altissimi dalla loro collocazione “conosciuta” per restituirgli un “senso” originario e potente, sicura che la forza delle parole di Dante, togliendole dal canto e dalla storia, ci avrebbe restituito un senso originario, ci avrebbe condotto all’interno delle zone più dense, oscure e magnifiche dell’animo umano. Sicura che, seguendo un percorso di incontro con le sue figure di riferimento (Virgilio, il suo superIo, Beatrice/Francesca e gli aspetti del Femminile, il Caos dell’Inferno, Ugolino, il Padre) si sarebbe potuta avvicinare intimamente l’ispirazione originale di Dante nell’affrontare la Divina Commedia. Senza paura dei tagli e senza paura di proseguire quel racconto con parole, e testi altissimi di altri autori, più vicini a noi, come Morante, Pasolini, Valduga. A noi solo il merito di “esserci” e “dire” e “ascoltare”. A voce alta… Col cuore e con la testa… E alla fine “e naufragar m’è dolce in questo mare (…) e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Forse…».