Ultimi appuntamenti per la Stagione estiva del Piccolo Teatro, Ogni volta unica la fine del mondo(curata da Marta Cuscunà, Marco D’Agostin e lacasadargilla).Sabato 25 settembre, al Teatro Grassi, alle ore 19.30, Mark O’Connell autore di Appunti da un’Apocalisse (il Saggiatore, 2021) ragiona con Maddalena Parise e Margherita Mauro su cosa stia facendo concretamente l’umanità per evitare la fine.La collaborazione tra Piccolo Teatro di Milano e il Saggiatore, anticipata dalla programmazione estiva, sarà protagonista dell’autunno, con l’inaugurazione di una nuova collana editoriale, articolata lungo varie linee d’interesse: dall’edizione degli scritti strehleriani alla pubblicazione di drammaturgie inedite italiane e internazionali strettamente connesse alle produzioni del Piccolo, dalle antologie di nuovi testi teatrali, in traduzione, provenienti da geografie diverse dall’Italia o di taglio monografico per autori/autrici internazionali a studi e ricerche di natura storico-critica e approfondimenti teatrologici. Il primo atto della sinergia con il Saggiatore sarà, in occasione del centenario strehleriano, la pubblicazione di Lettere agli italiani, una silloge comprendente una ventina di contributi di Giorgio Strehler – per lo più apparsi su alcuni dei principali quotidiani italiani fra il 1984 e il 1992 – incentrati su temi di politica tout court e politica culturale, che verrà presentata nella cornice di Bookcity. Ogni volta unica la fine del mondo
25 settembre 2021 – Teatro Grassi, ore 19.30
Appunti da un’Apocalisse
con Mark O‘Connell
moderano Maddalena Parise e Margherita Mauro
legge Francesco Villano
durata 60 minuti – prezzo € 5
In Appunti da un’Apocalisse Mark O’Connell ragiona con Maddalena Parise e Margherita Mauro su cosa stia facendo concretamente l’umanità per evitare la fine, un ragionamento che si snoda lungo i bunker di lusso costruiti in Sud Dakota, in Nuova Zelanda scelta dai tycoon della Silicon Valley come rifugio dal collasso sociale, fino a Chernobyl. Una riflessione sull’Apocalisse perturbante, quasi mondana, che rivela di noi una capacità negativa: trasformarla in ossessione privata. L’Apocalisse rivela così la propria matrice capitalista: qualcosa in cui gli uomini, i nostri simili, sono ‘altri’ da cui bisogna guardarsi, competitor. Indicando tragicamente l’incapacità del nostro presente di tradurla in azioni politiche e comunitarie. Epicentro della riflessione è, per contrasto, il generare, come pulsione e divieto – che mondo i nostri figli dovranno abitare? Francesco Villano legge degli estratti del libro.
Mark O’Connell (Kilkenny, 1979) è un giornalista e critico irlandese. Scrive sul The New York Times Magazine, Slate e The Guardian e ha insegnato Letteratura contemporanea al Trinity College di Dublino. In Italia ha pubblicato Essere una macchina (Adelphi, 2018) e Appunti da un’Apocalisse (il Saggiatore, 2021).
Biglietteria telefonica 02.21126116
Lettere agli italiani: per un’edizione degli scritti di Strehler
In occasione del centenario strehleriano, il Piccolo intraprende l’edizione del corpus degli scritti del regista, un’iniziativa a lungo termine che comporterà inevitabilmente uno sviluppo pluriennale e verrà presentata nella cornice di Bookcity. Il percorso si apre con la pubblicazione, nel 2021, di Lettere agli italiani, una silloge comprendente una ventina di contributi di Giorgio Strehler – per lo più apparsi su alcuni dei principali quotidiani italiani fra il 1984 e il 1992 – incentrati su temi di politica tout court e politica culturale. Lettere agli italiani, con la prefazione di Ferruccio de Bortoli, sarà il primo titolo di una delle linee della neonata collana editoriale progettata in collaborazione con la casa editrice “il Saggiatore”.
Ideata dallo stesso Strehler, la raccolta venne messa a punto nel dicembre 1992, ma non fu mai data alle stampe. Le riflessioni su Milano e la sua identità culturale in perenne movimento e mutamento, l’attenzione costante riservata alla politica italiana, a livello locale, nazionale e internazionale, l’impegno instancabile per la stesura di una legge sul teatro, la preoccupazione per il nuovo assetto geopolitico, all’indomani della caduta del Muro di Berlino: ecco alcuni dei temi sui quali Strehler ragiona nei suoi scritti, sempre fedele alla propria concezione di intellettuale impegnato e costantemente calato nella realtà politica, sociale e civile del proprio tempo. Il volume si preannuncia come un’interessante occasione per rievocare periodi e situazioni del nostro passato prossimo, attraverso lo sguardo critico e la lucida, puntuale analisi di uno degli indiscussi protagonisti nella storia del teatro (e non solo) del Novecento.