Venerdì 24 Settembre 2021
, ore 21.00 al Teatro Aurora, Via San Bartolo in Tuto 1, Scandicci (FI)
Attrici: Virginia Billi, Alba Grigatti, Alice Morrocchi Pianista: Riccardo Caroccia Drammaturgia: Valeria Taddei, Jean Paul Richter Musiche: Riccardo Caroccia, Robert Schumann Produzione: Art-U
Lo spettacolo-concerto, presentato all’interno della rassegna “Open City 2021” promossa dal Comune di Scandicci che avrà luogo il 10 Settembre presso il Teatro Aurora di Scandicci, è un adattamento teatrale in cui si accostano due opere: i celebri “Papillons” Op. 2 di Robert Schumann (1810-1856) e il romanzo incompiuto Flegeljahre (“Anni acerbi”) di Jean Paul Richter (1763-1825), che ne avrebbe ispirato la composizione. L’opera di Jean Paul, romanzo di formazione del 1804 sui gemelli Walt e Vult, dissimili nell’aspetto e, soprattuto, nei tratti psicologici, è un’espressione complessa e originale della cultura e dell’estetica Romantica. La drammaturgia si concentra sugli aspetti che accomunano il pensiero di Jean Paul e quello di Schumann e, nell’impegno a restituire lo spirito del romanzo in un linguaggio teatrale, riflette su alcuni temi portanti della poetica Romantica con una sensibilità contemporanea.
È Jean Paul stesso a fornire una chiave di lettura per le vicissitudini dei gemelli in tre programmatiche considerazioni:
“Primo: non solo in una parrucca, ma anche in una testa possono trovare spazio più teste. Secondo: dell’altro mondo, quello migliore, al quale tutto il mondo aspira e tende, fa parte anche la palude infernale, diavoli compresi. Terzo: sembra che l’ombra e la notte abbiano molta più forma e sostanza della luce del giorno; invece è la luce che esiste e fa apparire le ombre.”
Letto in questa luce, Flegeljahre fornisce anche un contesto storico-culturale e una chiave interpretativa per apprezzare l’opera giovanile di uno dei giganti della storia della musica occidentale. Jean Paul ebbe infatti un ruolo fondamentale nella formazione poetica e artistica di Robert Schumann, che proprio ispirandosi a Flegeljahre, e in particolare al capitolo 63, “Il ballo in maschera”, pubblicherà “Papillons” nel 1832. Il tema del doppio, della lacerazione psicologica e del conflitto interiore che essa genera (la Zerrissenheit cara alla corrente romantica tedesca) è proprio il focus della riflessione musicale di Schumann che, nelle opere successive, arriverà addirittura a dare un nome ai personaggi che abitano la sua dualità interna: Eusebio (accostabile, anche se non perfettamente congruente, ai tratti psicologici di Vult) e Florestano (accostabile ai tratti di Walt). Per Schumann questa scissione interiore, che scorgiamo per la prima volta nell’Op.2, degenererà fino al suo tentato il suicidio del1854.
Nell’opera giovanile e nella storia che la ispira ne percepiamo, per , la potente spinta creativa: in Flegeljahre e nei “Papillons” la duplicità si anima, incarnandosi in personaggi e movimenti che hanno qualcosa da dire ad ognuno di noi.
PRENOTAZIONI
Biglietto Intero 12€
Ridotto Soci Coop 10€