Sui muri della città di Ravenna e nel chiostro accanto alla Tomba del Poeta affiora una storia immaginifica, raccontata in cinque grandi tavole create ad hoc per DANTE2021, mentre accanto alla Tomba la drammatica vicenda di Ugolino si specchia nella voce di un violoncello: la settima giornata del festival, giovedì 9 settembre, unisce arte, musica e letteratura con due nuovi appuntamenti.
Alle 17.15 nei Giardini di Palazzo Pasolini (e via Zirardini) si svela Il corpo di Dante, con cui si è misurato il poliedrico e fantasioso Paolo Ventura. Cresciuto artisticamente nella Grande Mela, dove ha collaborato con riviste come il New Yorker, Ventura oggi vive fra Milano e Anghiari. Dall’unione di pittura, ricerca storica, artigianato, composizione scenografica, citazioni di artisti del passato e una grande attenzione per la storia e le tecniche della fotografia, Ventura genera narrazioni surreali, tragiche, dense di memoria ma anche di divertita sperimentazione. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2011 e fra le ultime esposizioni conta una personale ai Silos Armani e una antologica al Museo Camera di Torino. All’appuntamento interverrà anche Eugenio Baroncelli, autore di serie di “micro biografie” di personaggi illustri e sconosciuti pubblicate da Sellerio. Pagine di Joaquín Rodrigo, Mauro Giuliani, John Dowland, Mozart caratterizzano invece il momento musicale intitolato «Amor che nella mente mi ragiona». Nella voce: memorie e nostalgia.
Alle 21 i Chiostri Francescani sono invece il palcoscenico del concerto-spettacolo con Alessandro Haber – volto notissimo del teatro e del cinema italiano (ha recitato per, fra gli altri, Pupi Avati, Tornatore, Salvatores, Olmi) – e Francesco Dillon che, formatosi con violoncellisti come Brunello e Rostropovich, ha all’attivo una carriera come solista, all’interno di grandi orchestra (fra cui l’Orchestra RAI e il Maggio Fiorentino) e del Quartetto Prometeo, Leone d’Argento alla Biennale Musica di Venezia nel 2012. A guidare Haber e Dillon sono le riflessioni di Mandel’stam per un Ugolino «avvolto in un timbro di violoncello»: «la densità del timbro di violoncello è destinata a rendere come meglio non si potrebbe il senso dell’attesa e della tormentosa impazienza (…) II racconto di Ugolino è una delle più significative arie di Dante, uno dei casi in cui un uomo al quale è concessa un’unica possibilità di essere ascoltato, mai più ripetibile, si trasfigura completamente sotto gli occhi dell’ascoltatore, suona la sua infelicità come un virtuoso e trae dalla propria sciagura un timbro mai udito fino ad allora e a lui stesso sconosciuto».
Il Festival continua venerdì 10 settembre: alle 17.15 ai Chiostri Gian Luigi Beccaria riceverà da Nicoletta Maraschio, presidente onorario della Crusca, il premio Dante-Ravenna che non era stato possibile consegnargli nel 2019. A seguire sarà presentato il graffito dantesco dello street artist Cuboliquido. Alle 21 la serata Dante-Liszt vedrà impegnato Michele Campanella accanto alla pianista Monica Leone e alle soliste dell’Accademia d’Arte lirica di Osimo; in scena anche Sonia Bergamasco.
Info, programma completo e streaming degli eventi ai Chiostri e nella Sala Corelli: www.dante2021.it
Accesso agli eventi, con Green Pass come da normativa, da un’ora prima (info: 351 6388442 / info@dante2021.it).