Ad inaugurare il ciclo “Prime di settimana”, va in scena lo spettacolo Aldiqualdilà – Tre maschere dell’adiqua nell’aldilà dantesco – da un’idea di Dario Menee, Giuseppe Pestillo ed Ettore Nigro che firma il testo con Giovanni Del Prete a cui è affidata anche la regia –, un’originale commistione tra la Commedia dell’Arte e la Divina Commedia di Dante Alighieri, nel settecentenario della morte del Sommo Poeta.Arlecchino, Capitano e Pulcinella (interpretate da Antonio Vitale, Ettore Nigro e Gaetano Franzese) intraprendono un viaggio nell’aldilà, nella vana ricerca di un santo in paradiso a cui votarsi per trovare un posto (o una forma di sopravvivenza) nell’aldiqua. Seguendo le orme di Dante Alighieri attraversano l’Inferno e il Purgatorio, per giungere infine in un Paradiso vuoto dove, al cospetto della luce di Dio, si spoglieranno di qualsiasi maschera. Ad accompgnare i tre buffi eroi nel lungo viaggio, una figura femminile misterica e simbolica (interpretata da Anna Bocchino).Lo spettacolo si avvale di due artisti visivi che, insieme, fondono tradizione e modernità: il pittore metafisico e surrealista di fama internazionale Ciro Palumbo, le cui opere sono presenti nelle maggiori gallerie d’arte d’Europa; e il videomapper Alessandro Papa, anche docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli. La tecnica del videomapping, poi, consente non solo un allestimento agile e adattabile a qualsiasi spazio, ma di mantenere la tradizionale e tipica struttura “a scenari” della Commedia e il travestimento dei commedianti.«I tipi fissi della Commedia dell’Arte vengono riportati all’inizio dello spettacolo in maniera purista, rispettandone la specificità storica e popolare – dichiara Arduino Speranza, attore e insegnante di teatro in numerose accademie –. Partendo da questo si arriva a una fisicità quasi beckettiana, attraverso la destrutturazione e trasformazione delle maschere stesse, rispettandone il percorso storico come avviene per Pulcinella-Sciosciammocca. Le maschere vivono in scena una vita fatta di sospensioni, che rimanda a un’altra epoca, ritrovando la loro parte romantica e poetica, senza mai dimenticare da dove vengono e quanto sia importante la comicità e il sorriso di chi le guarda».I costumi sono a firma di Anna Zuccarini, le scene di Filippo Stasi e Francesco Bellella, le maschere di Renzo Sindoca e le musiche originali di Tommy Grieco.Note di regia«Lo spettacolo accosta il linguaggio della Commedia dell’Arte, convenzionale e teatrale, a quello della Divina Commedia, lingua-musica esoterica e di trasformazione. Le maschere di Pulcinella, Arlecchino e Capitano, sono intese qui come persone possedute, e non attori consapevoli; traducono tutto in qualcosa di concreto e tangibile, secondo la loro psiché. La loro ricerca di un posto equivale senza dubbio ad una collocazione lavorativa, ma anche personale e misterica; i nostri buffi eroi risultano anacronistici, decontestualizzati, fuori posto, e immaginano che solo un “santo in paradiso” potrà, con un miracolo/raccomandazione, collocarli nuovamente.I tre si muovono nelle stesse atmosfere del viaggio dantesco, archetipo facilmente riconoscibile, e immediatamente teatralizzabile. L’inferno, il purgatorio e il paradiso che visitano sono dei mondi mentali in cui si perdono e si ritrovano ogni volta girando su se stessi. Il viaggio terminerà in una catarsi finale sospesa: cercano un posto e trovano qualcosa di più profondo. Il discorso sull’uomo si compie, come si compie anche il discorso sul piano attoriale, guidati dalla donna, l’Attrice, l’unica che vive in modo sano l’identità attoriale. L’Attrice diventa il principio germinativo di vita e di morte, riesce con serenità ad entrare e a uscire senza aver paura di rinascere/morire o perdere il ruolo e il posto. La donna, in questo modo, diventa l’Arte stessa, l’unica che riconosce e indica la vera strada, quella senza veli e senza maschere»Giovanni Del PreteIl progettoIl progetto Aldiqualdilà nasce dall’intuizione genuina di affrontare l’opera dantesca utilizzando le maschere di Arlecchino, Pulcinella e Capitano, e celebrare il Sommo Poeta, nel settecentenario della sua morte, attingendo al codice giocoso, brillante e divertente della Commedia dell’Arte (con tutto il corollario di scenari, lazzi, improvvisazione, codificazione delle maschere).Due stili antitetici che hanno in comune la commedia, bisogna infatti ricordare che l’aggettivo divina – attribuito all’opera di Dante per il contenuto religioso e il livello della poesia – fu utilizzato solo in un secondo momento (fu Boccaccio a usarlo per primo nel commento ai primi diciasette canti dell’Inferno).Se l’opera di Dante è dottrinale e didattica, la Commedia dell’Arte è invece profana e le maschere non credono in Dio, tra l’altro le maschere, immortali e zoomorfiche (arlecchino-gatto, pulcinella- gallina/pulcino, capitano-gallo), fungono proprio da tramite tra l’aldiqua e l’aldilà. Il tentativo, quindi, è quello di sconfinare e far sì che un regno incontri l’altro regno, utilizzando la Divina Commedia ,che è il viaggio nell’aldilà, e la Commedia dell’Arte, che si muove certamente nell’aldiqua.L’idea del progetto è degli attori Dario Menee, Ettore Nigro e Giuseppe Pestillo, attori professionisti e compagni di accademia, diplomatisi nel 2006 all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, che condividono la capacità e la propensione al linguaggio espressivo tipico della maschera. Il cast è composto dagli attori professionisti Anna Bocchino, Antonio Vitale e Gaetano Franzese, con la supervisione per la Commedia dell’Arte di Arduino Speranza. Giovanni Del Prete, con la sua pluriennale esperienza nei teatri n azionali di Napoli e Torino, ne cura la regia e, insieme ad Ettore Nigro, firma il testo.
Info e prenotazioni
Martedì 2 e mercoledì 3 novembre 2021, alle ore 21, sul palcoscenico del Teatro Sannazaro (via Chiaia 157, Napoli),
347783421 – 3471012861Botteghino teatro Sannazaro081411723 – 081418824Acquisto on linehttps://www.teatrosannazaro.it/spettacoli/aldiqualdila.html