Uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante,
Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Joia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos,
Pepe Robledo, Grazia Spinella
produttore esecutivo ERT / Teatro Nazionale
coproduttori associati São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setubál, Rota Clandestina, República Portuguesa – Cultura / Direção-Geral das Artes (Portogallo), Fondazione Teatro Metastasio di Prato (Italia)
coproduttori Teatro Coliseo, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires e ItaliaXXI – Buenos Aires (Argentina), Comédie de Genève (Svizzera), Théâtre de Liège (Belgio), Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon (Francia), KVS Bruxelles (Belgio)
con il sostegno del Ministero della Cultura (Italia)
prima assoluta
Dopo due periodi di prova in residenza in Portogallo (a Setúbal e a Lisbona), Pippo Delbono debutta in prima assoluta dal 28 al 31 ottobre al Teatro Storchi di Modena con un nuovo lavoro, Amore, realizzato insieme agli attori storici della sua Compagnia, caso unico nel panorama teatrale con tournée in più di cinquanta paesi nel mondo.
Una coproduzione internazionale per il regista e attore ligure di casa in ERT, che ha intrapreso un percorso teatrale con artisti portoghesi di diverse discipline fra cui Pedro Joia, noto chitarrista e compositore, due volte Premio Carlos Paredes; il cantante di fado Miguel Ramos e la scenografa Joana Villaverde. Con loro anche l’angolana Aline Frazão, scrittrice, musicista e autrice della colonna sonora del film Aria Condizionata (2020) del regista Fradique, all’anagrafe Mário Bastos, una delle voci più talentuose del cinema contemporaneo africano.
Insieme ai suoi fedeli compagni di viaggio e aprendosi a nuove influenze e incontri, Delbono porta in scena un’appassionata dedica al Portogallo, terra meticcia per vocazione e crocevia di tradizioni e contaminazioni «dove si sono incontrate culture diverse – racconta lo stesso Delbono – che hanno generato una profonda apertura all’accoglienza. Lì sembra mancare quella minaccia continua che invece serpeggia in altri lidi del mondo: la diffidenza, il razzismo, l’individualismo. E lo leggo in certa poesia, nei versi di Fernando Pessoa, ma anche in quelli di Antonio Tabucchi, che del Portogallo è stato il nostro cantore, il mondo vicino di Federico García Lorca, le parole della nostra Anna Maria Ortese; lo ascolto nelle canzoni, nelle liriche del fado. Voglio avvicinarmi a tutto questo come farebbe un bambino, dandomi la possibilità di sorprendermi, di aprirmi a ciò che gli interpreti che incontreremo avranno da comunicare e condividere di una realtà estremamente dura. Voglio lasciarmi aperto a ciò che spinge per entrare, a ciò che potrebbe catturarmi in una danza che ancora non conosco».
Da sempre Pippo Delbono crea spettacoli in cui il confine fra vita e teatro si fa sottile: al centro di questo nuovo allestimento una riflessione sul significato del nostro oggi, dopo l’esperienza della perdita e del distacco che la pandemia ha portato con sé.
Troppe persone hanno compiuto l’ultimo viaggio in totale solitudine, come accadeva tra le pagine dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni o nella Peste di Albert Camus: milioni di uomini se ne sono andati senza parole d’amore e di conforto, ma, come unico suono, quello del loro stesso respiro che si spegneva.
Delbono riparte dalla parola amore e, nominandola, invocandola in modo laico, cerca di liberarla dalla confusione che ha regnato su questa odissea globale negli ultimi due anni. «Dopo tutto quello che è successo – commenta Delbono – ripartiamo proprio da qui, da questa incessante ricerca, continuiamo con più Amore; altrimenti si torna a dove eravamo prima e un’esperienza terribile come questa non sarà servita a nulla. Torniamo invece lì dove eravamo, ma con una nuova consapevolezza; torniamo a un periodo in cui quella parola aveva un proprio senso, un momento – e a partire da un luogo – in cui ci si amava e si parlava di amore con la nostalgia del fado, allontanando l’ingombrante presenza della morte».
Amore non porta con sé nulla di retorico, rappresenta piuttosto per Delbono il punto d’arrivo di una ricerca iniziata anni fa, una ricerca instancabile e costante d’amore che ci spinge e ci guida attraverso gli eventi – anche dolorosi – che scandiscono la vita. «Voglio provare a riportare nel teatro qualcosa che comunichi quell’Amore – conclude Delbono – provarci sapendo che come punto di partenza abbiamo scelto una terra come il Portogallo, così profondamente caratterizzata da un immaginario malinconico, struggente, elegiaco. Un luogo fatto di passione e nostalgia, ma anche, oggi soprattutto, di morte. Dopo un lungo periodo di sofferenza, proprio un luogo come questo può rivelarsi ameno, dove anche la nostalgia, la tristezza, nella loro radicata cittadinanza, accolgono l’opportunità di incontrare quella qualità totalmente umana che è l’Amore. La stessa lingua, la sua pronuncia, la sua musica, e così le sue scritture e grafie maneggiano una sottile dolcezza in grado di comunicare una forma di rispetto verso quei sentimenti che altrimenti potremmo leggere e vivere solo come fonte di paura, come qualcosa da, necessariamente, fuggire».
Tournée:
17 e 18 novembre 2021, Teatro Asioli – Correggio
20 novembre 2021, Teatro della Regina – Cattolica
24 novembre 2021, Teatro Comunale – Casalmaggiore
dal 30 novembre al 2 dicembre 2021, Les 2 Scènes – Scène Nationale – Besançon (Francia)
15 e 16 dicembre 2021, KVS-BOL, Bruxelles (Belgio)
15 e 16 gennaio 2022, Teatro Comunale – Teatro Stabile di Bolzano – Bolzano
28 e 29 gennaio 2022, Opéra – Dijon (Francia)
dal 17 al 20 febbraio 2022, Teatro Metastasio – Prato
23 e 24 febbraio 2022, Le Manege – Maubeuge (Francia)
dal 29 marzo al 3 aprile 2022, Teatro Verga – Catania
dal 7 al 12 giugno 2022, Piccolo Teatro di Milano – Teatro Strehler – Milano
giugno 2022, Sibiu International Theatre Festival 2022 – Sibiu (Romania)
dal 8 al 12 novembre 2022, Teatro Sao Luiz – Lisbona (Portogallo)
gennaio 2023, Teatro Coliseo – Buenos Aires (Argentina)
stagione 2022/2023, Théâtre de Liège – Liège (Belgio)
Pippo Delbono
Autore, attore e regista, Pippo Delbono nasce a Varazze nel 1959. Negli anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono, dando vita a numerosi spettacoli che hanno segnato la storia del teatro contemporaneo. L’incontro con persone in situazioni di emarginazione e diversità determina una svolta nella sua ricerca. Nasce così Barboni (1997) che ottiene il Premio Speciale UBU «per una ricerca condotta tra arte e vita».
Da oltre vent’anni gli spettacoli realizzati con la sua Compagnia, in un flusso di ricerca continua fra teatro, poesia, musica, cinema e danza, sono stati presentati in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo: Il tempo degli assassini, La rabbia, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Racconti di giugno, Questo buio feroce, La menzogna, Dopo la battaglia, Orchidee, Vangelo e La Gioia.
Nel 2003 Delbono realizza il film Guerra (Mostra del Cinema di Venezia e Miglior film David di Donatello 2004); a seguire: Grido (2006), La paura (Festival di Locarno 2009), Amore carne (68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2011), Blue Sofa, Sangue (66° Festival di Locarno), La Visite-Versailles (2016) e Vangelo (2017).
Nella lirica ha firmato le regie: Studio per Obra Maestra (Lirico Sperimentale di Spoleto 2007), Don Giovanni di Mozart (Teatr Wielki di Poznan, Polonia 2014), Cavalleria rusticana e Madama Butterfly (San Carlo di Napoli 2012 e 2014), Passione secondo Giovanni (Massimo di Palermo 2017) e I pagliacci (Teatro di Roma 2018). Realizza con grandi musicisti i concerti Amore e carne con Alexander Balanescu, Il sangue sull’Edipo di Sofocle con Petra Magoni, Bestemmia d’amore con Enzo Avitabile e La notte con Piero Corso.
In Italia ha pubblicato Barboni – Il teatro di Pippo Delbono (Ubulibri, 1999), Racconti di giugno (Garzanti, 2008), Corpi senza menzogna (Barbès, 2009), Dopo la battaglia – scritti poetico-politici (Barbès, 2011), Sangue. Dialogo tra un artista buddista e un ex terrorista tornato in libertà (Edizioni Clichy, 2014) e L’uomo caduto sulla terra (Edizioni Clichy, 2016), e diversi libri sono stati pubblicati sul suo teatro e cinema.
Ha ottenuto il premio speciale Ubu per Barboni, il Premio della Critica per Guerra, i Premi Olimpici per Gente di plastica e Urlo e a Wroclaw, Polonia (2009), il Premio Europa.
Aline Frazão è un’artista angolana nata a Luanda nel 1988. Come cantautrice, ha pubblicato quattro album. È autrice della colonna sonora del film angolano Aria Condizionata (2020) del regista Fradique, all’anagrafe Mário Bastos. Oltre alla musica, scrive saggi, racconti e altre rime.
Pedro Joia inizia a suonare la chitarra classica all’età di sette anni a Lisbona, prima con Paulo Valente Pereira, poi con Manuel Morais, fino al diploma al Conservatorio Nazionale. Ha studiato chitarra flamenca con Paco Peña, Gerardo Nuñez e con Manolo Sanlúcar. Compone regolarmente per produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. Ha vissuto e lavorato a Rio de Janeiro, dove ha suonato tra gli altri con Ney Matogrosso, Simone e Gilberto Gil. Si esibisce come solista e in formazioni musicali tra cui l’Orchestra Sinfonica Portoghese, l’Orchestra Nazionale del Venezuela, l’Orchestra Cinese di Macao e l’Orchestra Sinfonietta di Lisbona. Ha suonato e inciso con Mariza, attualmente tra le più grandi interpreti di Fado. Nel 2020 ha inciso l’album Zeca dedicato a José Afonso, per il quale ha vinto il Premio Carlos Paredes 2021.
Miguel Ramos è nato a Lisbona nel 1976 in una famiglia di cantanti di Fado con una lunghissima tradizione. Ha iniziato la sua carriera a 14 anni presso la casa di fado “Os Ferreiras”. Ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti nei principali concorsi del settore grazie ai quali ha potuto esibirsi in Portogallo e all’estero. Ha collaborato e suonato con i più importanti cantanti di fado professionisti. A teatro ha fatto parte del cast della commedia Amalia di Filipe La Feria e di Casa de Fados regia di Tiago Torres da Silva. Nel 2017 ha pubblicato il suo primo album Aqui na Alma (Tejo Music Lab). Miguel Ramos è uno dei più grandi nomi della nuova generazione del Fado.
Joana Villaverde è nata a Lisbona nel 1970, vive e lavora ad Avis (Portogallo). I suoi lavori sono esposti: al MAAT Foundation EDP di Lisbona, nella collezione quARTel Fernando Ribeiro, alla Fundação Carmona e Costa di Lisbona, nella Diocesi di Beja (Portogallo) e in numerose collezioni private in Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Regno Unito, Stati Uniti e Palestina.
Tiago Bartolomeu Costa dal 2002 ha sviluppato un lavoro diversificato nel campo delle arti dello spettacolo. Come ricercatore e critico, si è dedicato al rapporto tra linguaggio e discorso. È anche autore e si occupa di coordinare l’edizione di testi e di pubblicazioni specialistiche. In qualità di curatore culturale ha collaborato, come ospite, con numerose istituzioni pubbliche: il São Luiz Teatro Municipal di Lisbona, il Théâtre de la Ville di Parigi, il Teatro Coliseo di Porto, la Cinemateca Portuguesa di Lisbona.
Informazioni e prenotazioni Teatro Storchi:
Prezzi dei biglietti € 25 / 10
Biglietteria Teatro Storchi – Largo Garibaldi 15, Modena
Orari apertura al pubblico: da martedì a sabato dalle 10.00 alle 14.00; martedì e sabato anche dalle 16.30 alle 19.00
biglietteria@emiliaromagnateatro.com | modena.emiliaromagnateatro.com | www.vivaticket.it
Biglietteria telefonica – tel. 059 2136021
Dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 14.00
Ingresso consentito ai possessori di green pass come definito nel DPCM n.105 del 23/07/2021, art.3 comma 4. Per i minori di 12 anni non è previsto l’obbligo del green pass.
Da quest’anno sarà possibile utilizzare i biglietti in formato elettronico. Acquistando biglietti on-line o telefonicamente si riceverà una conferma via mail che potrà essere utilizzata per entrare in sala senza necessità di passare dalla biglietteria.