Si apre il sipario sulla stagione teatrale 2021 del Teatro Misa di Arcevia, con un cartellone di tre spettacoliispirati dallo slogan “Fame di teatro” e dalla gioia di riaprire le porte al pubblico e agli artisti con il 100% delle presenze in sala. Il cartellone riprenderà poi a gennaio, e fino ad aprile, con altri eventi e spettacoli. La proposta del Comune di Arcevia è firmata nella direzione artistica ed organizzativa dell’Atgtp associazione Teatro Giovani Teatro Pirata, in collaborazione con AMAT Associazione Marchigiana attività Teatrali, e con il sostegno di “Alte Marche Creative-Cuore accogliente dell’Appennino” bando POR MARCHE FESR 2014/2020 – ASSE 3, Ministero della Cultura, Regione Marche e CMS Consorzio Marche Spettacolo.
Inaugura il programma, sabato 23 ottobre alle ore 21, Valerio Aprea con “Gola ed altri brevi pezzi”, un assolo spietato e al contempo esilarante, che fotografa un paese in balìa di una fame atavica, votato inesorabilmente al raggiro, alla menzogna, al disperato inseguimento di un lusso sfrenato e delirante. Lo spettacolo fa incontrare la scrittura di Mattia Torre con le musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia composte per il film “Figli”. I tre monologhi di Torre scelti – “Colpa di un altro”, “Yes i can” e “Gola”, oltre a uno stralcio di “In mezzo al mare” – provengono dalla raccolta “In mezzo al mare”, pubblicata nel 2012 da Dalai editore, poi ampliata nel 2019 per Mondadori.
Valerio Aprea e Mattia Torre lavorano insieme da diversi anni. A partire dal primo monologo “In mezzo al mare” del 2003, passando per l’esperienza televisiva di “Buttafuori” (Rai3, 2006) e “Parla con me” (Rai3, 2007), a quella delle tre stagioni di “Boris” (2007-2010) confluite poi nel film omonimo (2011) e la serie “Dov’è Mario” (Sky 2016) e infine “Figli” il film postumo diretto da Giuseppe Bonito, migliore sceneggiatura originale ai David di Donatello 2021. In teatro, insieme a Valerio Mastandrea, hanno debuttato con “Qui e ora” (2013).
Domenica 14 novembre ore 21, appuntamento ancora con il teatro d’autore nello spettacolo “La storia di Taborre e Maddalena” di Enrico Messina, uno dei più grandi cantastorie italiani, in scena con il musicista e compositore Mirko Lodedo, autore delle musiche eseguite dal vivo con la fisarmonica e oggetti da tavola. La produzione, di Armamaxa Teatro, Casarmonica e Teatri Abitati – Residenza Teatrale di Ceglie Messapica, è costruito intorno al “narrar mangiando”, e narra la storia di due giovani, Taborre e Maddalena, che la sorte ha destinato a vite diverse. Fuggono per difendere il loro amore e trovano rifugio in una radura del Gargano, presso la casa di un vecchio pastore, costruita intorno a un albero di pere. Nell’incontro silenzioso dei tre, l’uomo offre ai ragazzi il frutto di semi coltivati per tutta la vita e a sua volta racconta moltiplicando l’intreccio. Stavolta è la storia di un re, di un’epoca lontana, dei suoi tre figli e del giardino. Al centro: un albero di pere…
Sabato 4 dicembre ore 21, si chiude la prima parte della Stagione teatrale del Teatro Misa con “Ubu Re Ubu chi?”da “Ubu Roi” di Alfred Jarry, drammaturgia e regia Simone Martini e con l’interpretazione di Daniele Bonaiuti, Simone Martini, Alessio Martinoli, per una produzione KanterStrasse con il sostegno di Regione Toscana. Uno spettacolo adatto anche ai ragazzi, che attraverso i meccanismi comici della farsa e del grottesco ripercorre le vicende narrate nell’Ubu Re di Alfred Jarry, scrittore, poeta e drammaturgo francese inventore della Patafisica, rileggendolo con un lessico che richiama volutamente quello de “i picari” di Mario Monicelli. “Ubu Re Ubi chi?” parla di politica, di colpi di stato e di guerre, di salite e veloci discese, parla di noi e a noi. Un testo sempre attuale, sul potere, la ricchezza e l’ingordigia che porta a consumare e a consumarsi sempre troppo velocemente.
Gli spettacoli si svolgeranno nel rispetto delle normative vigenti in termini di distanziamento e misure di sicurezza. Green pass obbligatorio.
GLI SPETTACOLI
SABATO 23 OTTOBRE ore 21
Valerio Aprea
GOLA E ALTRI PEZZI BREVI
con Valerio Aprea
testi di Mattia Torre
musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia
‘In mezzo al mare’ è il primo monologo scritto nel 2003 da Mattia Torre, e interpretato da Valerio Aprea. Nel 2012 è stato inserito da Dalai Editore nella raccolta omonima dei principali monologhi che Torre ha scritto di lì in seguito, ampliati nel 2019 per Mondadori e in audiolibro per Emons Edizioni. Tre di questi, “Colpa di un altro”, “Yes i can” e “Gola”, oltre a uno stralcio di “In mezzo al mare” vengono proposti dallo stesso Aprea in un assolo spietato ed esilarante al tempo stesso, che fotografa un paese in balìa di una fame atavica, e votato inesorabilmente al raggiro, alla menzogna, al disperato inseguimento di un lusso sfrenato e delirante. Il tutto sulle musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia composte per “Figli”, l’ultimo film scritto dall’autore.
Valerio Aprea, attore di teatro, cinema e tv, ha fatto parte del cast della serie tv Boris per tutte e tre le stagioni, e del film omonimo, e della serie “Tutti pazzi per amore”. Tra i film a cui ha partecipato, “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia. Lavora insieme a Mattia Torre per diversi anni, a partire dal monologo “In mezzo al mare”, alla trasmissione “Parla con me” di Serena Dandini, fino allo spettacolo teatrale “Qui e ora” con Valerio Mastandrea. Con i suoi monologhi è presenza stabile nel programma televisivo “Propaganda Live”.
DOMENICA 14 NOVEMBRE ore 17
Armamaxa Teatro – Casarmonica
LA STORIA DI TABORRE E MADDALENA
di Enrico Messina
con Enrico Messina e Mirko Lodedo
musica originale in scena Mirko Lodedo (fisarmonica, oggetti della tavola)
collaborazione alla messa in scena Micaela Sapienza
produzione Armamaxa Teatro, Casarmonica e Teatri Abitati – Residenza Teatrale di Ceglie Messapica
Lo spettacolo narra la storia di due giovani, Taborre e Maddalena, il figlio di un conte e la figlia della sua sguattera, che la sorte ha destinato a vite diverse. Fuggono dal loro impossibile amore e trovano rifugio in una radura del Gargano, presso la casa di un vecchio pastore che l’uomo ha costruito intorno a un grande albero di pere. Nell’incontro silenzioso dei tre l’uomo offre ai due ragazzi un frutto che i tre mangiano in silenzio. Poi, piantati i semi dell’albero raccolti e custoditi per tutta la sua vita, il pastore comincia la narrazione. E racconta la storia di un re di un’epoca lontana che aveva tre figli e un grande giardino con, al centro, un albero di pere…
Il lavoro nasce dall’incontro di un attore e un musicista che, ritrovatisi intorno ad una tavola imbandita con cibi semplici, hanno cominciato a raccontarsi. E le storie sono nate dai suoni piccoli della tavola: il suono delle posate nei piatti, il gorgoglio del vino che cade nel bicchiere, il tintinnio dei bicchieri che s’incontrano nel brindisi… per diventare musica e parole. Perché così nascono le storie: intorno a un tavolo, con i suoni e le parole semplici di chi si ritrova a condividere una cena, un pasto.
SABATO 4 DICEMBRE ore 21
KanterStrasse
UBU RE UBU CHI?
tratto da “Ubu Roi” di Alfred Jarry
regia e drammaturgia Simone Martini
con Daniele Bonaiuti, Simone Martini, Alessio Martinoli
disegno luci Marco Santambrogio
scenografie e costumi Eva Sgrò
fotografia Eva Sgrò, Mario Lanini
grafica & comunicazione Elisa Brilli
produzione KanterStrasse
con il sostegno di Regione Toscana
Ubu Re parla di politica, di colpi di stato e di guerre, di salite e veloci discese, parla di noi e a noi. Un testo sempre attuale, perché in fin dei conti le regole alla base del gioco sono sempre le stesse: il potere, la ricchezza e l’ingordigia che porta a consumare e a consumarsi sempre troppo velocemente.
Ubu Re è uno dei quattro testi che compongono la quadrilogia di Alfred Jarry, scrittore, poeta e drammaturgo francese inventore della Patafisica. Ubu Re è un testo andato in scena per la prima volta nel 1896 facendo subito scalpore. È un testo che ha cambiato il teatro, un classico moderno capace di parlarci ancora oggi. La pièce segue le avventure dell’assurdo e cattivissimo Padre Ubu, capitano dei dragoni, officiale di fiducia di Venceslao Re di Polonia, e della perfida e ingannevole Madre Ubu, sua moglie. Padre Ubu, spinto dalla Madre e con l’aiuto del capitan Bordure, uccide il Re Venceslao impossessandosi del trono di Polonia ma, una volta conquistato il potere, non si preoccupa minimamente di conservarlo finendo in fuga dalla sua terra a bordo di una nave.
“La nostra versione – scrive Simone Martini, drammaturgo, regista e attore – è dedicata sia ai grandi che ai piccoli, parte dall’inizio della storia, dal racconto di quel clamoroso debutto al teatro dell’opera di Parigi dove il pubblico in sala vide quell’incredibile personaggio avanzare verso di loro al grido di “MERDRE!”
Da qui partiamo per raccontare il primo dei capitoli della saga di Padre e Madre Ubu, da quella parola, da quel grido capace di rompere qualsiasi equilibrio, qualsiasi immagine di elegante compostezza, un grido capace di rianimare ancora una volta i due protagonisti, bloccati all’interno di un classico dipinto del ‘600, in abiti storici accanto ad una natura morta, pallidi in viso e pur sempre maschere dell’infinita commedia del potere e della sua gestione, annosa vicenda su cui, tutti noi, ancora ci interroghiamo”.
INFO E BIGLIETTERIE
ATGTP 0731.56590 – biglietteria@atgtp.it – 334.1684688 dal lun al ven 09.00/13.00
BIGLIETTI
Platea e palchi centrali intero € 15.00 | ridotto * €12.00
Palchi laterali intero € 12-00 | ridotto* € 10.00
*riduzione valida per under 25, over 65 e convenzionati vari
Acquista 2 biglietti entro il 23 ottobre e il terzo spettacolo te lo regaliamo noi!
BIGLIETTI IN VENDITA DA VENERDI’ 08 OTTOBRE:
– Ass.ne Teatro Giovani Teatro Pirata 0731.56590 / 334.1684688
– AMAT/biglietterie del circuito – www.amatmarche.it
– Prevendita online www.vivaticket.it
– il giorno dello spettacolo dalle ore 20.00
Gli spettacoli si svolgeranno nel rispetto delle normative vigenti in termini di distanziamento e misure di sicurezza.
Green pass obbligatorio.