Per la prima volta un viaggio inedito nella vita del grande ciclista,
tra materiali d’archivio pubblici e privati, conversazioni intime con familiari e gli amici più cari, sullo sfondo della sua amata Cesenatico
AL CINEMA IL 18, 19, 20 OTTOBRE 2021
un film documentario di
Paolo Santolini
prodotto da
Okta Film con Rai Cinema
in collaborazione con
Fondazione Marco Pantani
con la partecipazione di
Stregonia e Capelletti-Ehlers
il sostegno del
Fondo Audiovisivo Friuli Venezia Giulia
Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema
distribuito al cinema da
Nexo Digital
in collaborazione con i Media Partner
Radio DEEJAY
MYmovies.it
IL FILM DOCUMENTARIO
“Il primo vero film su Marco”
Tonina Pantani, la mamma di Marco Pantani
Diretto da Paolo Santolini, prodotto da Okta Film con Rai Cinema, in collaborazione con Fondazione Marco Pantani e distribuito al cinema da Nexo Digital, IL MIGLIORE. MARCO PANTANI racconta dall’interno, con tenerezza e empatia, l’avventura umana e sportiva del mitico ciclista che ha fatto sognare l’Italia, scalando le montagne con “il cuore nelle gambe e la forza di un leone”.
Non si tratta di un tributo incondizionato a una figura di culto perseguitata dal destino e neppure dell’ennesima inchiesta mirata a far luce sulla vicenda finita in tragedia di Marco Pantani che, ostacolato nella pratica ciclistica, muore nel 2004, a trentaquattro anni, in circostanze non ancora chiarite.
Fin dalla prima sequenza, il regista Paolo Santolini – nato e cresciuto in Romagna come Pantani – mette in chiaro che qui si parlerà d’altro, e in altro modo. E questo ‘altro’ è l’universo umano, sociale e culturale in cui il campione si è formato: una comunità affettiva e affettuosa di familiari, amici, sostenitori che, a distanza di quasi vent’anni dalla sua morte, non vogliono e non possono parlare di lui al passato. Sono i loro volti e le loro voci a dare una vertiginosa ‘presenza’ al campione romagnolo, a riportarlo tra noi invincibile e ferito, forte e vulnerabile, per sempre giovane, in attesa di riscatto. Attraverso materiali d’archivio pubblici e privati e conversazioni intime e toccanti con i familiari, l’allenatore dei suoi esordi, gli amici più cari, il film ripercorre la vita di un grande ciclista sullo sfondo della sua Cesenatico, un piccolo centro affacciato sul Mar Adriatico, un paese dell’anima che non ha mai smesso di credere che “uno così non cede”.
AUTOBIOGRAFIA DI PAOLO SANTOLINI
Sono un filmmaker autodidatta. Quando avevo nove anni, mio padre mi portò al cinema a vedere “Solaris” di Andrej Tarkovskij, senza avere idea dell’autore e del genere. Quella visione credo mi abbia segnato per sempre, per quanto all’epoca non ne ebbi coscienza. Sono nato a Cesena nel 1963, ho un diploma di perito agrario, cui sono seguiti due anni infruttuosi alla facoltà universitaria di Geologia di Bologna (dove, comunque, mi sono aggiudicato con la squadra di calcio della facoltà, per tutti e due gli anni, il campionato universitario e la speciale classifica di capocannoniere). Lasciata l’università, ho vissuto alcuni anni tra Roma, Berkeley CA, Venezia e Barcellona, guadagnandomi da vivere come carpentiere, cameriere, barista e giostraio. Nei primi anni Novanta sono rientrato stabilmente in Italia, a Bologna. Da sempre interessato alla fotografia e alla messa in scena, ho iniziato la mia attività di freelance come cameraman, nel pieno del boom delle tv locali e commerciali. Infatti, a metà degli anni Ottanta, era esploso, soprattutto nel nord Italia (in particolare, in Emilia e Lombardia), il business del cosiddetto “audiovisivo”, che aprì un mercato immenso e un altrettanto immenso movimento di denaro. Nascevano come funghi decine di società di produzione televisiva, che si avvalevano di telecamere e attrezzature di altissimo livello. È in questa sorta di “Eldorado” che ho avuto la fortuna di formarmi, lavorando senza sosta in un’attività serratissima con una miriade di emittenti locali e anche con Rai, Mediaset e Telemontecarlo. Ho vagato in lungo e in largo per il paese realizzando news, televendite di ogni risma, programmi sportivi, contenitori pomeridiani pseudoculturali, serate di intrattenimento tipo “Scherzi a Parte” (quando ancora non c’era niente di “preparato”, tant’è vero che l’attore Giancarlo Giannini, vittima di uno scherzo crudele, si incazzò a tal punto che mi mise giustamente le mani al collo); e poi, dirette televisive di eventi sportivi e sociali (Formula 1, Motomondiale, Champions League, Santa messa domenicale, veglioni dell’ultimo dell’anno, Baudo, Bonolis, etc), e reportage di guerra, eventi musicali, concerti, circhi natalizi e videoclip; ma anche operazioni a cuore aperto per convegni medici, convention di parrucchieri e visagisti, fiere delle vacche altoatesine con rodeo annesso, e chi più ne ha più ne metta. Accumulata un’esperienza senza pari in termini di velocità di ripresa, adattamento alle situazioni, capacità di cogliere l’attimo, resistenza alla fatica, sono stato, più che illuminato direi fulminato sulla via di Damasco, durante una diretta avvenuta a Battipaglia, in provincia di Salerno, dove con una sola telecamera, la mia, su un trabattello alto 3 metri posto al centro della pista, riprendevo in pieno agosto sotto il solleone alle due del pomeriggio una gara valida per il campionato italiano di go-kart. Dopo circa 30 minuti persi i sensi e provocai la chiusura del collegamento. Da quel momento ho deciso di dedicarmi esclusivamente ai cosiddetti filmati/documentari industriali, e per due anni ho vissuto tra Lombardia e Veneto, riprendendo altiforni e officine meccaniche, fabbriche e industrie di ogni genere e grandezza, in capannoni gelati, tristi e bui, con il tetto di eternit, dove davo sfogo alla cura delle inquadrature e dei piani sequenza (di Tarkosvkiana e sovietica memoria), e dove i soggetti erano per lo più catene di montaggio, torni di precisione, dettagli di viti e bulloni, circuiti stampati, operai agghindati con guanti maschera e caschetto a norma per l’occasione, geometri con sguardo serio all’autocad e segretarie fresche di messa in piega al telefono. È proprio nelle nebbiose e umide campagne mantovane e precisamente a Pegognaga, simile a un paesino della steppa siberiana, che incrocio, tra un caseificio e un salumificio, la società che realizza “Turisti per Caso”, programma di viaggi di Rai3 di e con Patrizio Roversi e Siusy Blady. La mia esperienza, la mia formazione “fai-da-te”, la mia capacità di adattamento kamikaze e la visione comune di un “modo di vedere” le cose senza dogmi prestabiliti, fanno nascere con loro un’amicizia e una collaborazione professionale settennale, che porta il programma a un grande successo di critica e di pubblico. È un programma artigianale, dove i costi e la troupe sono più che dimezzati rispetto a produzioni analoghe, e realizzato con telecamere semiprofessionali che utilizzano un nuovo formato di registrazione, il dvcam, dove chi filma è fonico e autore: filmmaker. È una sorta di spartiacque, un nuovo modo di pensare e di filmare, almeno in Italia e nei palinsesti delle reti televisive. Siamo nell’anno 2000. Tutto cambia, anche nella mia vita professionale, e dopo sette anni decido che un altro ciclo si è chiuso, e un altro deve cominciare. Grazie a un bagaglio di intense relazioni professionali diventate vere e proprie amicizie, e a un’accresciuta capacità di “sparire” dentro le situazioni entrandone a far parte, si aprono nuove collaborazioni esclusivamente volte a pensare e realizzare programmi e progetti documentaristici a sfondo sociale e culturale, cercando, anche attraverso il genere docu-fiction, di ritornare al cinema della realtà. A partire dalla serie documentaria sulle “Strade blu” degli USA, alle vittime della guerra negli ospedali di Emergency in Afghanistan e Sudan; da una serie documentaria sui pugili della nazionale italiana a quella sul carcere di Rebibbia; dalla ricostruzione della cattura di Provenzano, al ventennale della morte di Falcone e Borsellino; da Romeo e Giulietta messi in scena da Valerio Binasco con Riccardo Scamarcio protagonista, ad Andrea Camilleri con Teresa Mannini. Da don Luigi Ciotti, alla vicenda tragica e umana di Pantani, che da anni alberga nei miei pensieri.
Filmografia Selezionata
2018 Don Luigi Ciotti – Così in terra (85’)
Autore, regista e direttore della fotografia
Prodotto da Okta Film con Rai Cinema
2014 Andrea Camilleri – Il maestro senza regole (90’)
Co-regista e direttore della fotografia
Prodotto da Anele e Sellerio in collaborazione con Rai Uno
2012 Uomini soli (64’)
Autore, regista e direttore della fotografia
Prodotto da Okta Film Film e Associazione Libera
2011 Io non sono io – Romeo, Giulietta e gli altri (75’)
Autore, regista e direttore della fotografia
Prodotto da Teatro Eliseo, Magnolia e Rai Cinema
(Prima: Festival Internazionale del Film di Roma, 2011)
2008 Domani torno a casa (90’)
Autore, regista e direttore della fotografia
Prodotto da Magnolia con Rai Cinema e BBC – Storyville
in collaborazione con Emergency
(Prima: Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, 2008)
2007 Scacco al Re (90’)
Autore, regista e direttore della fotografia
Prodotto da Magnolia – RAI TRE
PROFILO PROTAGONISTI – LA COMUNITÀ DI MARCO PANTANI
(in ordine di apparizione)
Sauro Cecchini, Tolly Farabegoli e Mauro “Bibi” Masi
tre amici al tempo iscritti al Magico Club Pantani di Cesenatico, furono testimoni e protagonisti delle proteste che seguirono la sospensione di Pantani dal Giro d’Italia il 5 giugno 1999. Bibi filmò con una piccola telecamera le proteste di centinaia di tifosi, quando si diffuse la notizia della sospensione e del conseguente ritiro di Marco dal Giro d’Italia, ormai stravinto. Sauro e Tolly furono tra i più agitati e i più filmati sostenitori di Pantani.
Roberto Manzo
l’avvocato. Dopo i fatti di Madonna di Campiglio del 1999 e i successivi processi, su richiesta di Pantani subentrerà agli studi di avvocatura più blasonati di Milano e Bologna, difendendo il ciclista fino al giorno della morte. Sarà lui a entrare con la polizia scientifica nel residence di Rimini dopo il ritrovamento del corpo senza vita e a seguire l’autopsia per conto della famiglia.
Nel 2018 è uscito per Mondadori un suo libro dal titolo “Chi ha ucciso Marco Pantani?”, dove ricostruisce il percorso giudiziario di Marco.
Ad accompagnare i suoi racconti, le parole della madre Maria Gabriella Turci.
Andrea Agostini
amico coetaneo e compagno ciclista, corsero insieme da dilettanti. Divenne poi l’addetto stampa personale di Marco alla “Mercatone Uno”, la squadra professionistica dei maggiori successi di Pantani. Nel 1999, a Madonna di Campiglio, era al fianco di Marco il giorno della drammatica sospensione dal Giro d’Italia. Oggi è il responsabile comunicazione e marketing della squadra “Uae Team Emirates”, vincitrice dell’ultimo Tour de France con Tadej Pogacar.
Giuseppe, detto Pino, Roncucci
85 anni, è stato per alcuni decenni allenatore e maestro del ciclismo giovanile emiliano-romagnolo. È lo scopritore e primo vero allenatore di Pantani. Sotto la guida esperta di Roncucci, Marco vinse il Giro d’Italia dilettanti. I due rimasero molto legati, se pur non più professionalmente, fino alla fine. Roncucci si è schierato al fianco della famiglia Pantani dopo la morte di Marco, aiutando la madre nella sua battaglia disperata per riaprire le indagini. Negli anni ha costruito un formidabile archivio di foto, video e materiali stampa sul compianto “figlio acquisito”, un archivio che conserva con straordinario affetto e che mostra con commosso orgoglio.
Moreno “Jumbo” Lotti
Dj e non solo, conosce Marco alla discoteca Energy di Cesenatico e da lì non si separeranno più fino alla tragica fine. Ogni 13 Gennaio organizza il compleanno postumo di Marco ai piedi della statua in bronzo a grandezza naturale che il Comune di Cesenatico ha dedicato al “Pirata”. “Jumbo” è un punto di riferimento della comunità di amici di Marco.
Mirko “Pavi” Pavirani
amico di qualche anno più giovane, è titolare di un’agenzia immobiliare a Cesenatico. Condivideva con Marco la passione per la caccia. Negli anni più bui dopo i fatti del 1999, essendo all’epoca un ottimo cuoco di ristorante, allietava spesso la solitudine di Marco. Dal giorno della scomparsa di Pantani, Mirko fa un sogno ricorrente, ossessivo.
Gianni “Gianola” Baldisserri
amico coetaneo di sempre, ex storico bagnino delle spiagge romagnole; oggi è PR di locali notturni e agente di spettacolo negli eventi mondani della Riviera.
Tonina Pantani
la mamma di Marco continua la sua battaglia per riaprire le indagini sulla morte del figlio, perché non ha mai creduto alla morte per overdose da cocaina. Dopo i primi anni difficili, esiliata e muta davanti alla tragica fine del figlio, ha scelto con forza e determinazione la ricerca della verità in nome della giustizia.
Serena Boschetti Pantani
la nipote, figlia della sorella maggiore di Marco, è oggi responsabile dello Spazio Pantani di Cesenatico, il museo multimediale dedicato al campione romagnolo. È consapevole di essere una Pantani, orgogliosa di esserlo, anche se crescere con quel cognome non è stato assolutamente facile. Serena aveva 10 anni quando morì lo zio e nel 2019 si è trasferita a vivere con il compagno nell’appartamento, che fu di Marco, nella villetta bifamigliare a Sala di Cesenatico, accanto ai nonni Tonina e Paolo. Per 15 anni l’appartamento era rimasto chiuso, meta solo della madre Tonina che vi si rifugiava nei giorni più neri e di sconforto, tra le foto e i trofei di Marco.
Manola Pantani
sorella maggiore di Marco, ha ereditato dalla mamma Tonina l’arte della piadina.
Rimasta lontana dai riflettori dopo la tragica scomparsa di Marco, ha sempre sostenuto con rispettoso silenzio la battaglia dei genitori Tonina e Paolo per la verità sulla morte del fratello.
Oggi è titolare della Piadineria Pantani, dove campeggia una grande foto stampata su tela raffigurante i due fratelli Marco e Manola che si abbracciano, all’indomani delle vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France nel 1998. Fu Manola a riconoscere la salma del fratello all’obitorio di Rimini.
Paolo Pantani
Il padre di Marco è sempre stato al fianco della moglie Tonina nel chiedere la verità sulla morte del figlio Marco.
Pino Casali
artista, cantante e pittore. Nonostante i vent’anni di differenza, Marco si legò a Pino per il suo passato di cantante, ma soprattutto perché attratto dai suoi quadri. Pantani iniziò a frequentare il suo atelier a Cesenatico, prendendo lezioni di pittura, una passione che coltiverà fino alla fine. Casali ha scritto una canzone dedicata a Marco dal titolo “Pedala, Pedala, Vai!”
Andrea “Manoz” Manuzzi
amico coetaneo e compagno di scuola. Pur estraneo al ciclismo, fu un punto riferimento fino alla fine per Marco. È proprietario di una storica ditta di imbianchini e dice di aver imbiancato almeno due volte tutti gli edifici di Cesenatico. È noto anche per essere l’unico ad aver vinto per ben 5 volte ‘Il Palo della Cuccagna’, storica manifestazione cesenaticense.
L’ultima vittoria l’ha dedicata in lacrime a Marco.
Ivan Cappelletti
amico di lunga data, è gestore e proprietario dello storico ristorante “Urbano” (che prende il nome dal padre) sul molo di ponente a Cesenatico, tutt’ora locale di riferimento della comunità di amici di Marco.
Michel Delvecchio
amico più giovane e fratello di Jader Delvecchio, che è stato l’amico fraterno di Marco. I tre erano molto legati da una grande passione per la pesca. Jader morì in un incidente stradale solo quattro mesi prima della scomparsa di Marco. Tutta la comunità pianse Jader. Per Marco si dice che fu un dolore incolmabile. Una foto di Jader fu ritrovata tra gli oggetti personali sul comodino nella stanza del residence dove fu rinvenuto il cadavere di Pantani il 14 febbraio del 2004. Ad accompagnare i suoi racconti, le parole dei genitori Franca eAngelo Delvecchio.
Valter e Stefano Bagnolini
Padre e figlio, rappresentanti di due generazioni di una Romagna fatta di uomini e donne uno più autentico dell’altro, che in Pantani riconoscono uno di loro, uno che si è fatto lavorando con determinazione, autonomia, intelligenza e forza di volontà. Due tifosi che non hanno mai smesso di sostenere Marco, “il migliore” di sempre.
LOCATION DEL FILM DOCUMENTARIO
Cesenatico
Piccola cittadina marinara nel cuore della Riviera romagnola, terra natale di Marco Pantani che qui ha sempre vissuto e si è sempre allenato.
Il comune è situato nella provincia di Forlì-Cesena.
Monte Carpegna
Una delle più iconiche salite del panorama ciclistico italiano, fu la preferita da Marco Pantani per i suoi allenamenti: “Lì ho iniziato a costruire le mie vittorie. Non ho bisogno, prima di un Giro o di un Tour, di provare ad una ad una tutte le grandi salite. Il Carpegna mi basta.” disse il Pirata in una celebre intervista, facendo di quei tornanti e di quelle rampe una meta ambita da tutti i ciclisti scalatori.
Ai piedi del monte, il borgo di Carpegna, in provincia di Pesaro e Urbino, nel cuore del Montefeltro.
Madonna di Campiglio
Il 5 giugno 1999, all’Hotel Touring di Madonna di Campiglio, la carriera sportiva di Marco Pantani si ferma. A poche ore dal via della 21esima tappa, la penultima di quell’edizione della corsa rosa, il campione viene sospeso dal Giro: i controlli effettuati dai medici dell’Uci riscontrarono un tasso d’ematocrito superiore al limite massimo consentito: Pantani fu fermato, la sua squadra – la Mercatone Uno – Bianchi, si ritirò in blocco dalla corsa per protesta e Paolo Savoldelli, secondo in classifica generale, si rifiutò d’indossare la maglia rosa. Madonna di Campiglio è una famosa località sciistica in provincia di Trento, nel cuore del Parco naturale dell’Adamello-Brenta.
OKTA FILM | COMPAGNIA DI PRODUZIONE
Okta Film, la compagnia di produzione cinematografica creata da Paolo Benzi, intende essere un indicatore e un rivelatore di visibilità, un ‘avviso ai naviganti’ di questi nostri tempi inquieti e in vorticosa trasformazione. Decisamente schierata dalla parte di un cinema innamorato di realtà, Okta Film propone film d’autore in cui attività di sguardo e di ascolto si coniugano con la ricerca di forme narrative inedite e sapienti, sperimentali e godibili. Internazionale per vocazione politica e convinzione intellettuale, Okta Filmcrede in un cinema che mette in relazione e in risonanza, che lavora sulle analogie e la memoria, che attiva l’immaginazione.
Tra i film realizzati: L’estate di giacomo di Alessandro Comodin (Italia/Francia/Belgio, 2011), Uomini soli di Paolo Santolini (Italia, 2012), Redemption di Miguel Gomes (Portogallo/Francia/Germania/Italia, 2013), La scuola d’estate di Jacopo Quadri (Italia, 2014), Louisiana (The Other Side) di Roberto Minervini (Francia/Italia, 2015), I tempi felici verranno presto di Alessandro Comodin (Italia/Francia, 2016), Così in terra di Paolo Santolini (Italia, 2018), Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini (Italia/USA/Francia, 2018), e Semina il vento di Danilo Caputo (Italia/Francia/Grecia, 2020).
FONDAZIONE MARCO PANTANI
La Fondazione Marco Pantani ONLUS è stata costituita nel 2004 a seguito della tragica scomparsa di Marco. Dopo la sua morte, i genitori sono venuti a conoscenza del fatto che ogni anno il figlio donava delle ingenti somme di denaro a enti preposti all’accoglienza e alla cura delle persone con problemi mentali, motori o economici, ma soprattutto ai bambini.
In un mondo dove spesso i più deboli vengono abbandonati ed emarginati, noi ci impegniamo a migliorarne l’integrazione e l’ambiente in cui vivono, mediante un diretto sostegno economico e la diffusione di quei valori che hanno caratterizzato la vita di Marco, quali la lealtà, lo spirito di sacrificio, il rispetto per il prossimo, e utilizzando come veicolo atti allo scopo, l’attività sportiva e gli eventi culturali. È immanente dovere della Fondazione continuare per lui, per le sue volontà di uomo generoso e artista, per l’oceano di emozioni che ci ha regalato e che il tempo non potrà mai cancellare.
La Fondazione ha creato e gestisce lo Spazio Pantani, il museo multimediale interamente dedicato al campione di Cesenatico. Lo Spazio Pantani sorge su un’area di oltre 300mq e nasce dalla volontà della famiglia Pantani, del Comune di Cesenatico e della Fondazione Marco Pantani di realizzare una struttura per mantenere viva la memoria del campione romagnolo e delle sue epiche imprese. Il museo è stato aperto al pubblico nell’ottobre 2006 e viene gestito direttamente dalla famiglia Pantani con lo scopo di produrre utili da devolvere a scopi benefici. Anche il ricavato dei gadget in vendita in questo sito concorre alla realizzazione delle attività benefiche della Fondazione.
LE MUSICHE DEL FILM
La colonna sonora dl film è stata composta ed eseguita dal percussionista e batterista jazz nordamericano Billy Martin anche conosciuto come illy B, già componente del trio jazz-funk Medeski Martin & Wood.
Ha collaborato con John Scofield, John Zorn, Iggy Pop, Nathalie Merchant, tra gli altri.
Billy Martin è attualmente direttore artistico e responsabile del leggendario Creative Music Studio.
È alla sua seconda collaborazione artistica con il regista Paolo Santolini, per il quale nel 2018 realizzò le musiche originali del film documentario “Così in terra – Don Luigi Ciotti”.
Oltre alla colonna sonora di Billy Martin aka illy B, il film vanta la collaborazione musicale dei seguenti artisti:
John De Leo (all’anagrafe Massimo De Leonardis) è un cantante e compositore italiano nato a Lugo di Romagna il 27 maggio 1970. Artista trasversale, dalla vocalità duttile e sperimentale, la sua voce-strumento s’innesta in un’articolata concezione compositiva che attinge ai folklori popolari, al jazz, al rock, alla classica contemporanea, fino al reading e alle arti performative. Il critico e musicologo Stefano Zenni lo ha definito «il cantante più importante oggi in Italia».
Per “Il migliore” John De Leo firma l’arrangiamento (con Dimitri Sillato) e l’interpretazione dello storico brano Romagna mia di Secondo Casadei
I Montefiori Cocktail sono il maggiore rappresentante italiano e uno dei nomi più importanti della scena di musica lounge mondiale, dalla metà degli anni ’90 ad oggi. Da più di 20 anni producono e “servono” la loro musica, sia che si tratti di brani composti da loro stessi che di cover di classici della musica da ballo o brani da intrattenimento leggero o da ascolto.
Hanno inciso nove album, jingle pubblicitari, sigle radio-televisive (“Affari tuoi”, orchestra fissa a “NDP”), nonché composto brani per film (“L’ultimo bacio”, “Sex and the city”, tra gli altri).
Per “Il migliore” firmano i due brani non originali “Avventura Tangorock” e “Avventura mediterranea”.
IL MIGLIORE. Marco Pantani
Italia | 2021 | colore | 102 min
un film di Paolo Santolini
con
Tonina Pantani
Manola Pantani
Serena Boschetti Pantani
Paolo Pantani
Pino Roncucci
Andrea Agostini
Moreno Lotti
Mirko Pavirani
Gianni Baldisserri
Roberto Manzo
Maria Gabriella Turci
Andrea Manuzzi
Ivan Cappelletti
Pino Casali
Michel Delvecchio
Franca Delvecchio
Angelo Delvecchio
Stefano Bagnolini
Valter Bagnolini
Mauro Masi
Ferruccio Farabegoli
Sauro Cecchini
prodotto da Paolo Benzi
fotografia e suono Paolo Santolini
montaggio Letizia Caudullo
musiche originali Billy Martin a.k.a. Illy B
musiche aggiuntive John De Leo
Francesco Montefiori e Federico Montefiori
ricerche archivio Giulia Cosentino
montaggio del suono Stefano Grosso
color e titoli Mauro Vicentini
fonico mix Giancarlo Rutigliano
supervisione musiche Marco Franzoni
organizzazione Francesca Bennett
una produzione Okta Film con Rai Cinema in collaborazione con Fondazione Marco Pantani
con la partecipazione di Stregonia e Cappelletti-Ehlers
con il sostegno di Fondo Audiovisivo Friuli Venezia Giulia e Ministero della Cultura – DGC