Ai folli, agli anticonformisti e ai ribelli.
A chi si sente indipendente e libero.
Ai rompiscatole, ai piantagrane,
Ai rompiscatole, ai piantagrane,
a tutti coloro che vedono le cose a modo loro,
in un modo diverso.
A quelli che non amano le regole e i regolamenti.
Potete gridare i loro nomi,
A quelli che non amano le regole e i regolamenti.
Potete gridare i loro nomi,
essere in disaccordo con loro,
indicarli per la strada,
insultarli o denigrarli.
Ma l’unica cosa che non potrete mai fare,
è ignorarli,
perché loro sono quelli che un giorno o l’altro
riusciranno a cambiare il mondo.
indicarli per la strada,
insultarli o denigrarli.
Ma l’unica cosa che non potrete mai fare,
è ignorarli,
perché loro sono quelli che un giorno o l’altro
riusciranno a cambiare il mondo.
Voi dite che sono folli,
qualcuno ne vede il genio.
Perché solo chi è abbastanza folle
da pensare
qualcuno ne vede il genio.
Perché solo chi è abbastanza folle
da pensare
di poter cambiare il mondo,
lo cambierà davvero.
lo cambierà davvero.
(Steve Jobs)
Oltre un anno di studio e di scrittura per restituirci il un ritratto vivido e sconvolgente del genio di Cupertino. Una storia originale folgorante e commovente.
Dal 22 al 31 ottobre al Teatro Leonardo Corrado d’Elia torna in scena a Milano con IO, STEVE JOBS. Vero e proprio inno alla creatività, lo spettacolo è dedicato ai mille volti del talento di Jobs: il genio, il ribelle, l’anticonformista, l’uomo che ha saputo innestare l’anima alla tecnologia, ma anche Steve il solitario, il visionario, il cocciuto e l’idealista, colui che pur in difficoltà ha saputo rialzarsi in maniera eccezionale. L’uomo che ha saputo trasformare ogni lancio di prodotto in un evento memorabile.
L’uomo incapace di gestire i più semplici rapporti umani eppure in grado di circondarsi dei migliori collaboratori al mondo. L’abilissimo comunicatore che pensava che la tecnologia ci avrebbe reso più umani e che ci ha insegnato che quando la tecnologia è bella, anche noi lo diventiamo. Colui che non ha mai distinto sogno, utopia e realtà.
L’uomo partito dal niente, che alla fine ha avuto tutto.
E quel discorso, indimenticabile, quell’appello partito dai giovani dalla Stanford University e arrivato poi a tutto il mondo, che resterà per sempre nel nostro dna: siate affamati, siate folli, non omologatevi, osate sempre, siate creatori del vostro destino e del vostro futuro. Così l’uomo è diventato mito.
Io, steve Jobs è una storia unica, pennellata con umanità e visione, un’esperienza coinvolgente e indimenticabile. Un flusso di pensieri, una soggettiva sensibile e commovente, con cui Corrado d’Elia ci racconta una delle figure più controverse del nostro tempo.
Note di regia:
Il progetto indaga ambiti legati alla tecnologia ma anche temi in me ricorrenti: come può la tecnologia aprirci le porte della bellezza? Perché la solitudine accompagna sempre la vita dei grandi geni? Come si accompagnano vita, arte e bellezza? A cosa dobbiamo rinunciare quando inseguiamo le nostre visioni e i nostri sogni? La scienza senza bellezza non è nulla, questo ci ha insegnato Steve Jobs.
E chi si accontenta non arriva, non ce la fa. Occorre puntare sempre oltre i nostri limiti, oltre i limiti dell’immaginabile. Uno spettacolo che sento come la perfetta continuazione della ricerca intrapresa ormai da qualche anno sulle grandi personalità che hanno fatto la nostra storia.
GLI ALBUM DI CORRADO D’ELIA sono eventi scenici quasi intimi, privati, come potrebbe esserlo un album di vecchie fotografie da mostrare con pudore. Sono racconti di passioni, percorsi poetici che ogni volta coinvolgono ed emozionano, sospendendo il tempo, in uno stato di totale condivisione con il pubblico. Assoli suggestivi ed intensi che l’attore-autore racconta sul palco in profonda solitudine.