Nel 2020 con il visionario Là la compagnia Baro d’evel, ritenuta dalla stampa internazionale tra le più interessanti del circo contemporaneo, ha mostrato come l’acrobazia o il “nuovo circo” possano assumere le sembianze di un oggetto misterioso, lirico e profondamente poetico: un universo fatto di materia, di polvere, di musica, voce e di frammenti di vita.
Le radici di questo universo possono essere facilmente rintracciate in Mazùt, tra i primi spettacoli del duo costituito da Blaï Mateu Trias e Camille Decourtye, il cui riallestimento è presentato in prima nazionale al REf21 dal 27 al 31 ottobre al Teatro Vascello. Un’opera in cui circo, teatro, danza, musica si mescolano scavalcando i confini delle singole discipline per mettere in scena una forma d’arte che sia totale.
Un nuovo sogno fragile e sospeso come una bolla di sapone in cui il tempo assume la qualità di un romantico passo a due (tra gli interpreti MarlèneRosaing e Julien Cassiers) o di una visione dal sapore surrealista che scava e scova il nostro essere animali: un uomo e una donna, eroi e prigionieri, un cavallo selvaggio e un cantante, case di cartone, cieli e pareti di carta. Tutto in Mazùt è materia, sensazione ed emozione, un percorso alla ricerca di sé stessi, un affondo nella nostra più profonda realtà ma attraverso le lenti della magia. Un’immersione totale nel quadro che è lo spettacolo.
Bio
Camille Decourtye e Blaï Mateu Trias sono un duo franco-catalano. Insieme hanno fondato la compagnia di circo Baro d’evel, nata da un collettivo esistente dal 2001 di cui hanno assunto la direzione artistica dal 2006. Il loro processo creativo e la specificità del loro approccio drammaturgico nascono dalla sovrapposizione di differenti materiali, un lavoro a lungo termine attraversato da un’unica linea rossa: lavorare con il movimento, la musicalità, la concezione dello spazio, la ricerca plastica e la presenza di animali… Nei giorni, nei mesi, negli anni, attraversando differenti strade, questi elementi si aprono a direzioni artistiche differenti tutte tese all’esplorazione. E quando arriva il momento della creazione tutti questi percorsi convergono in un’unica direzione creativa. Ogni disciplina, ogni collaboratore (sia esso umano o animale) contribuisce abilmente alla creazione di una drammaturgia equilibrata in cui si intrecciano scrittura e improvvisazione.
CreditiIdeazione e direzione
: Camille Decourtye e Blai Mateu Trias
Performer: Julien Cassier e Marlène Rostaing e il cane Patchouka
Collaboratori: Benoît Bonnemaison-Fitte, Maria Muñoz and Pep Ramis
Creazione luci: Adele Grépinet
Suono: Fanny Thollot
Costumi: Céline Sathal
Consulenza ritmo e musica: Marc Miralta
Drops Engineer: Thomas Pachoud
Costruzione / Direttore di scena: Laurent Jacquin
Lighting manager: Louise Bouchicot or Marie Boethas
Sound manager: Timothée Langlois or Naïma Delmond
Stage manager: Cédric Bréjoux, Mathieu Miorin or Cyril Turpin
Direzione Tecnica: Nina Pire
Direttore di Produzione e promozione: Laurent Ballay
Production administrator: Caroline Mazeaud
Communication manager: Ariane Zaytzeff
Produzione: Baro d’evel
Coproduzione: ThéâtredelaCité – CDN Toulouse Occitanie ; MC93 – Maison de la Culture de Seine-Saint-Denis ; Teatre Lliure de Barcelone ; le Parvis – scène nationale Tarbes-Pyrénées ; Malakoff scène nationale – Theatre 71; Romaeuropa festival ; L’Estive, scène nationale de Foix et de l’Ariège.
Foto: Alexandra Fleurantin / Cavallo di carta: Jean Alexandre Lahocsinszky / Gambe e carta: Le Petit Cowboy