La macchia mongolica, film che racconta un fondativo viaggio in Mongolia, dà il via all’edizione numero 20 della popolare manifestazione internazionale, in programma a Reggio Emilia fino al 21 novembre.
Martedì 26 ottobre alle ore 21 il Cinema Teatro San Prospero di Reggio Emilia accoglierà l’opening della ventesima edizione del Reggio Film Festival: ospiti della serata inaugurale Massimo Zamboni, musicista e fondatore dei CCCP e dei CSI, e il regista Piergiorgio Casotti, che presenteranno il film La macchia mongolica, ispirato a un viaggio compiuto nel 1996 in Mongolia risultato fondamentale per la nascita del disco di maggior successo dei CSI, Tabula Rasa Elettrificata.
Quel viaggio risulterà essere altrettanto fondativo dal lato umano e personale: sarà infatti proprio in Mongolia che Zamboni e la compagna Daniela decideranno di diventare genitori.
A vent’anni di distanza, su richiesta della figlia Caterina nata poco dopo quel viaggio, il musicista riaffronterà con lei e la moglie quello stesso viaggio, dall’Emilia e passando per la Transiberiana.
Un viaggio nell’appartenenza e nell’identità, per ritrovare le radici di quella macchia mongolica (segno epidermico presente su ogni nascituro mongolo, molto raro sugli europei) con cui nacque anche sua figlia Caterina.
«La macchia mongola è tipica anche tra i bambini groenlandesi e giapponesi» spiega Massimo Zamboni, anche autore delle musiche originali del film «un filo antropologico millenario che unisce i popoli della terra e che mia figlia ed io abbiamo cercato, insieme, di capire e seguire».
«Conosco Massimo Zamboni da dieci anni, in un rapporto che unisce amicizia personale e progetti artistici realizzati insieme» racconta Piergiorgio Casotti «Ero ovviamente a conoscenza della sua esperienza in Mongolia, ma quando mi parlò degli sviluppi personali che quel viaggio ebbe sulla sua vita e mi mise al corrente della sua intenzione di tornare, stavolta insieme a sua figlia, ho avuto subito la percezione che quella storia meritasse di essere raccontata, sia nella sua dimensione intima che nella sua lettura più “universale”. Abbiamo quindi deciso che questo viaggio di ritorno sarebbe diventato un documentario. L’altro aspetto che mi ha spinto a dividere con Massimo questa avventura è la comunanza di tematica e atmosfera che questo documentario porta in sé e che si pone sulla stessa linea dei miei lavori precedenti. Temi che sono, sempre, intimamente legati a me e coi quali mi confronto periodicamente. Riflessioni sulla vita, la morte, la società umana».
Ingresso gratuito.
Info e programma Reggio Film Festival: http://www.reggiofilmfestival.it/.