Billy Hart
ha passato gli ottant’anni e ripercorrere oggi la sua carriera significa riavvolgere il nastro di più di mezzo secolo di storia del Jazz. Hart è stato ed è tutt’oggi una prima scelta per tutti i più grandi, quando cercando nella batteria il suono della storia del Jazz. Dal 2003 guida un ottimo quartetto che vanta una notevole coesione. Ne fanno parte Mark Turner al sax, Ethan Iverson, già membro del trio Bad Plus, al pianoforte e completa il quartetto il contrabbassista Ben Street. Questi quattro gioielli del Jazz calcheranno il palco della Sala degli Arazzi alla Galleria Alberoni domenica 10 ottobre. Per ragioni legate alle misure di contenimento pandemico che dimezza la capienza delle sale, i concerti saranno due: il primo alle 18.30 e il secondo alle 21.00. I biglietti sono acquistabili presso la sede del Piacenza Jazz Club nei pomeriggi feriali dalle 15 alle 19.30 e il sabato mattina dalle 10 alle 12.30, in tutte le tabaccherie e ricevitorie Sisal oppure sul sito diyticket.it. Sono garantite tutte le misure in termini di sicurezza richieste per gli spettacoli dal vivo.
Sempre in quella stessa domenica avrà luogo il più ambito Jazz Brunch, grazie soprattutto alla sua ambientazione, cioè quel 7° piano del Grande Albergo Roma da cui si può godere una delle più belle viste sulla città di Piacenza. Qui, intercalato alle portate di un’ottima cucina, si esibirà il Dario Napoli Modern Manouche Project. Siciliano di nascita e milanese d’adozione, il chitarrista Dario Napoli riesce a includere influenze più contemporanee nella sua versione di swing zingaro, ispirandosi anche al Bebop, al Funk e al Jazz moderno.
Fin dalla sua nascita diciotto anni fa, il Piacenza Jazz Fest è reso possibile grazie al fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Regione Emilia-Romagna, si avvale del patrocinio del Ministero della Cultura e del contributo di alcune realtà del mondo imprenditoriale.
Billy Hart, batterista di Washington D.C. classe 1940, a partire dai primi Anni ‘60, dopo un inizio passato a suonare R&B con Otis Redding e Sam & Dave, ha incrociato, dal vivo o in studio, praticamente tutti o quasi tutti i grandi del Jazz. Si è esibito con alcuni dei più importanti musicisti jazz della storia come il già citato Otis Redding, i Montgomery Brothers (1961), Jimmy Smith (1964–‘66), Wes Montgomery (1966–‘68). Dopo la morte di quest’ultimo nel 1968, Hart si trasferisce a New York, dove registra con McCoy Tyner, Wayne Shorter e Joe Zawinul, suonando anche con Eddie Harris, Pharoah Sanders e Marian McPartland. Hart è stato membro del sestetto di Herbie Hancock (1969–1973) e ha suonato con McCoy Tyner (1973–‘74) e Stan Getz (1974–‘77), oltre a numerosi concerti freelance (inclusa la registrazione con Miles Davis su “On the Corner” nel 1972). Oltre alla sua attività di performer, Billy Hart è molto attivo nella didattica, tra università e conservatori. Il quartetto con cui si presenterà alla Sala degli Arazzi ha segnato una sua rinnovata attività, proprio per quanto riguarda le incisioni, avviando un sodalizio con l’etichetta ECM che ben documenta le prove di estrema maturità formale e solistica da parte di una band incredibilmente affiatata. Da segnalare la presenza di Mark Turner al saxofono, un musicista da non perdere.
Per ricevere tutte le informazioni sui concerti del Piacenza Jazz Fest basta rimanere connessi alle pagine Facebook, Twitter e Instagram del Piacenza Jazz Club o consultare il sito www.piacenzajazzfest.it.