La figura della pulzella d’Orléans riletta in chiave patriottica è al centro della Giovanna D’Arco di Verdi, secondo titolo (dopo Notre Dame de Paris) della speciale pre apertura (prima del Julius Caesar di Giorgio Battistelli in novembre) della stagione 2021/2022 del Teatro dell’Opera di Roma in scena da domenica 17 ottobre, alle ore 19 (cinque recite fino al 24 ottobre) con una sala tornata a capienza piena Sul podio dell’Orchestra, il Maestro Daniele Gatti che lavora sul nuovo potente allestimento di Davide Livermore, alla regia e alla coreografia.
“Torno dopo molti anni su questo titolo verdiano – racconta Gatti che prosegue il suo impegno verdiano dopo la trilogia popolare – ha segnato il mio debutto alla direzione di un’opera, nel lontano 1983. Quell’esperienza segnò profondamente il mio cammino come direttore, per questo riproporlo oggi mi emoziona in modo particolare”.
Giovanna D’Arco, per la seconda volta all’Opera dopo l’unica precedente versione del 1972, esordisce alla Scala di Milano nel 1845 e si inserisce perfettamente nel clima patriottico del periodo risorgimentale con il dramma della dominazione austriaca in Italia negli stessi anni che richiama la vicenda storica francese. Il libretto di Temistocle Solera è tratto dal dramma di Friedrich Schiller La pulzella d’Orléans dove la figura di Giovanna ispirata nonché armata per liberare il suo paese dalla dominazione inglese, appare un simbolo delle aspirazioni liberali risorgimentali. Alla luce di questa rilettura diventano quindi accettabili quelle che sono diventate nel corso degli anni le maggiori critiche alla settima opera di Verdi accusata di una drammaturgia fin troppo debole o confusa. In realtà Schiller si discosta volutamente dalla verità storica: riserva a Giovanna non la morte sul rogo, ma una gloriosa morte sul campo di battaglia, crea una storia d’amore (impossibile) fra Giovanna e il re inglese Carlo, attribuisce il ruolo del villain a Giacomo, padre di Giovanna che diventa anche il suo accusatore.
Il nuovo allestimento del Teatro dell’Opera di Roma con gli elementi scenici del Palau de les Arts Reina Sofía nasce dalla visione registica e coreografica di Davide Livermore che supplisce alla mancanza di azione del libretto con il balletto coadiuvato dal Corpo di Ballo diretto da Eleonora Abbagnato.
“Giovanna d’Arco è soprattutto una donna con un grande conflitto e una scissione tra anima e corpo – spiega Livermore – Verdi la manifesta in modo enorme in un tempo prefreudiano. Raccontare questo doppio livello, spirituale e fisico, è qualcosa che lo soddisfaceva. E io lo metto in scena. Il mondo medievale c’è, stilizzato in una forma che ci ricorda i rosoni rovesciati, il labirinto di Chartreuse. Io voglio mettermi in difficoltà, in tutte le contraddizioni di quest’opera, con un compendio scenotecnico che racconti la vicenda”.
Le scene sono affidate a Giò Forma, i costumi sono di Anna Verde, le luci di Antonio Castro, i video di D-Wok.
Al debutto nel ruolo della protagonista, Giovanna, il soprano georgiano Nino Machaidze, il tenoreFrancesco Meli interpreterà il re inglese Carlo VII, il baritono Roberto Frontali sarà Giacomo, padre di Giovanna, il basso Dmitry Beloselskiy sarà Talbot. Il Coro del Teatro dell’Opera è diretto dal maestro Roberto Gabbiani.
Dopo l’anteprima giovani di venerdì 15 ottobre (ore 19.00) riservata ai minori di 26 anni, Giovanna D’Arco debutta domenica 17 ottobre (ore 19.00) in diretta su Rai Radio3, e replica martedì 19 (ore 20.00), venerdì 22 (ore 20.00) e domenica 24 (ore 16.30). Prenotazioni e iscrizioni alla mailing-list: 0648160312/532/533; Fax 064872112; promozione.pubblico@operaroma.it ; dipartimento.didattica@operaroma.it. Biglietteria 0648160255/064817003; Fax. 06 4881755; ufficio.biglietteria@operaroma.it. Per informazioni: operaroma.it.
Fabiana Raponi