La summa di una carriera lunga quasi mezzo secolo, iniziata con la musica progressive, proseguita con il pop e continuata all’insegno della contemporanietà: esce il 19 novembre ‘Spirit of the past’ (Felmay), il nuovo album di Arturo Stàlteri. Un disco che è un vero diario di viaggio nell’arte di uno dei pianisti più apprezzati nella scena nazionale e internazionale, impreziosito nei 15 brani (tra i quali un inedito) da importanti collaborazioni: da Antonello Venditti a Roberto Cacciapaglia, da Grazia Di Michele a Federica Torbidoni, da Fabio Liberatori a Carmine Capasso. Con l’omaggio finale a Rino Gaetano, del quale Stàlteri è stato collaboratore.
“’Spirit of the past’ – spiega Arturo – racconta quasi mezzo secolo di incontri, non solo artistici. L’ amore per la musica mi ha permeato e, a volte, salvato, e condividere con altri questa passione mi ha profondamente arricchito”. Alcune melodie dell’opera erano già apparse in precedenti incisioni, ma in questa occasione “ho voluto suonarle di nuovo, in una veste completamente rinnovata”.
“Sono particolarmente felice – prosegue il musicista – perché in questa avventura non sono stato sempre solo: alcuni amici hanno partecipato, infatti, con grande entusiasmo. Andando rigorosamente in ordine alfabetico: Roberto Cacciapaglia, artista dalla luminosa sensibilità, mi ha regalato i colori del cosmo per la mia esecuzione del terzo movimento della sua suite ‘Sonanze’. Carmine Capasso, giovane chitarrista attualmente nei Trip (storica band progressive), si è prodigato al sitar in ‘Lady Ligeia’, che fu il primo pezzo che Gaio Chiocchio (con me nei Pierrot Lunaire negli anni ’70, e ora in qualche luogo tra l’isola che non c’è e la terra di Lyonesse) mi suonò al pianoforte. Grazia Di Michele, abbagliante astro della canzone d’autore, ha reinterpretato ‘Canzone per Daria’ (un brano contenuto nel suo primo album, ‘Cliché’, del 1978, al quale avevo collaborato), che ho voluto riarrangiare per questo progetto. Fabio Liberatori, ex Stadio (ora componente della Reale Accademia di Musica), pluripremiato autore per il cinema (basti citare le colonne sonore per le pellicole di Carlo Verdone), ha vestito con le sue mirabolanti tastiere il mio ‘Notturno in Do minore’. Federica Torbidoni del Nino Rota Ensemble, capace di indagare con il suo flauto Antonio Vivaldi e Philip Glass, appare in due brani: ‘On the nature of daylight’ di Max Richter e ‘The quiet road to the sea’ del sottoscritto. E Antonello Venditti ha dialogato con me nella rilettura della sua toccante ‘Figli del domani’ (una canzone che scrisse nel 1974, e che mi fece ascoltare alla Rca, prima di inserirla nell’album ‘Quando verrà Natale’). E ancora, trovate nel disco, oltre alle mie composizioni, musiche di Fryderyk Chopin, Philip Glass, Cat Stevens, Max Richter, i Rolling Stones e Rino Gaetano, suonando in questo caso la… nostra ‘Ma il cielo è sempre più blu’.
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