La Divina Commedia è probabilmente l’opera letteraria che maggiormente ha stimolato la visionarietà di artisti, architetti, illustratori e scienziati a partire dalla sua prima pubblicazione. L’immagine della “Comedia”, i suoi paesaggi, i luoghi attraversati da Dante e Virgilio e descritti con così accurata minuzia hanno rappresentato l’altra narrazione, la forma fisica e illusoria dei nostri sogni e paure più profonde.
Alla fine degli Anni 30 gli architetti razionalisti Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri hanno dato forma tangibile a quegli spazi grazie al progetto del Danteum, mai realizzato a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
La mostra Città di Dio. Città degli uomini si propone di dare spazio a una visione composita dell’escatologia dantesca, mettendo a confronto le opere di architetti italiani contemporanei come Aimaro Isola, Andrea Branzi e Franco Purini, che hanno riletto la “sezione” della Divina Commedia attraverso una serie di disegni originali, in dialogo con altre due visioni ideali; il progetto del Danteum di Lingeri e Terragni, attraverso i materiali originali di archivio che non sono mai stati esposti nella loro completezza; la tavola della “Città ideale”, capolavoro del Rinascimento italiano e patrimonio della Galleria del Palazzo Ducale di Urbino.
Un vero e proprio viaggio nell’architettura italiana contemporanea che vede coinvolte almeno tre generazioni diverse e ne mette a confronto l’immaginario architettonico sotto la protezione del Palazzo Ducale di Urbino, archetipo della progettazione.