A un anno esatto dalla sua scomparsa, l’Istituto Madonnina del Grappa, la storica struttura religiosa che si occupa di servizi di accoglienza, ricorda don Corso Guicciardini, venerdì 5 novembre, alle ore 18 presso la basilica di San Lorenzo di Firenze.
Una serata per rendere omaggio all’ex presidente della Madonnina scomparso di Coronavirus all’età di 96 anni. Allievo di don Giulio Facibeni, fondatore della Madonnina del Grappa, don Corso si era spogliato dei suoi averi proprio come San Francesco per abbracciare la Chiesa. Parroco per sedici anni di San Giovanni Evangelista, a Empoli, era tornato nuovamente a Firenze nel 2006 per guidare la Madonnina. Da allora aveva avviato una lunga stagione di apostolato nel penitenziario di Sollicciano insieme al cappellano don Russo, a cui era legatissimo.
La giornata si aprirà alle ore 18 con la Santa Messa presieduta da Monsignor Franco Agostinelli, vescovo di Prato. Alle 19.15 lo spettacolo teatrale della Compagnia delle Seggiole e della Corale Laurenziana attraverso il quale prenderà forma un viaggio fatto di parole e musica lungo il cammino di vita e di fede di don Corso.
“Don Corso – ha detto il presidente della Madonnina del Grappa don Vincenzo Russo – è stato per decenni l’anima della Madonnina del Grappa, testimone di Don Facibeni. Noi vogliamo mantenere viva la sua eredità, soprattutto sul tema della carità, che nasce dall’alto ed è una grazia che riceviamo da Dio e vogliamo mettere in pratica ogni giorno”.
RICORDO di DON VINCENZO RUSSO
Un anno fa, il 5 novembre 2020, don Corso Guicciardini lasciava la sua amata Opera Madonnina del Grappa priva della sua guida. Se ne andava, nel reparto Covid di Careggi, accompagnato dal pensiero e dalla preghiera di tanti che, nel corso della sua lunga vita, avevano avuto modo di apprezzarne le qualità di uomo, sacerdote e Presidente dell’Opera. Qualità ovunque riconosciute, poiché relative ad una grande sensibilità umana, ad una finezza intellettuale, soprattutto ad un profondo radicamento nella fede.
Egli, nel lontano 1958 aveva ricevuto l’eredità del Venerabile don Giulio Facibeni, fondatore dell’Opera Madonnina del Grappa, che lo designò quale suo successore nella guida dell’Istituto, ed aveva con determinazione accolto su di sé questa gravosa responsabilità, proprio perché mosso da un profondo attaccamento al “padre” Facibeni ma ancor più all’Opera e a tutto quello che Essa significava.
Scegliendo di non seguire la strada a cui lo indirizzava a la sua ricca e nobile origine, mai rinnegata ma semplicemente convertita in una scelta di vita considerata infinitamente superiore, il Conte Guicciardini, ormai solo don Corso, intraprese una vita nella quale al centro vi erano unicamente i poveri, veri destinatari delle cure più grandi dell’amore di Dio.
A sostenerlo in questa impresa, accanto alle raffinate qualità umane, una solida fede ed il desiderio di attuare l’insegnamento evangelico in ogni ambito di questa così importante famiglia che era l’Opera Madonnina del Grappa. Sotto la sua guida quest’ultima è riuscita ad attraversare decenni di storia ed a raggiungere il secolo attuale mostrandosi ancora attiva nel suo servizio di assistenza e accoglienza nei confronti delle persone più fragili.
Grazie a don Corso e alla sua sapiente ed equilibrata guida, l’Opera ancora oggi costituisce un punto riferimento per tutto il sistema del sostegno alle vecchie e nuove povertà, quali a titolo di esempio la difficoltà economica, l’educazione e la formazione dei giovani, donne e madri in difficoltà, la dilagante sofferenza della patologia psichica, anziani, detenuti ed ex detenuti.
Tutto questo è successo accogliendo quel necessario processo di trasformazione, compreso e voluto da don Corso, che il cambiamento dei tempi ha reso necessario, ma sempre nella più vera fedeltà al carisma fondante e ai valori delle origini.