A volte intervistare personaggi molto noti è difficile, le strade per arrivare a loro sono disseminate di filtri, rimandi e promesse non sempre mantenute.
Dario Ballantini è differente e, giuro, non è uno slogan pubblicitario.
Sicuramente l’aiuto della sua collaboratrice più fidata, la gentilissima Nadia, ha facilitato il tutto.
Lo raggiungo negli studi di Striscia la notizia, il programma di Antonio Ricci che lo vede protagonista, credo, dal lontano 1994.
Un ciao cordiale ti mette immediatamente a tuo agio.
Dario oltre ad essere il trasformista che siamo abituati a vedere nei nostri televisori è un artista vero, a tutto tondo. Attore teatrale di assoluto livello ed anche pittore, segno che dentro di lui le arti albergano rigogliose.
Mi racconta del suo ricordo di bambino, accompagnato dal nonno, nel camerino di Paolo Panelli altro grande comico Livornese. Lui piccolo piccolo che alza lo sguardo verso l’attore e ne resta affascinato. Il nonno lo sollecita ad imitare le sue gag e lui non se lo fa certo ripetere segno che l’istrione che era in lui si stava formando ed evolvendo.
La passione per la pittura gli deriva dal padre, pittore anch’esso, e dall’ambiente di Livorno da sempre patria di artisti di fama.
Ora è a teatro con lo spettacolo di grande successo Ballantini & Petrolini, 100 minuti tutti da godere.
Qui la sua arte del camuffamento raggiunge l’apice. Fa rivivere ben otto personaggi creati dal grande comico romano che, ancora oggi, sono attuali più che mai.
Gigi Il Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e Gastone di nuovo in scena ai nostri giorni.
In una sorta di camerino aperto e visibile al pubblico Dario si trucca, crea il personaggio e vi si cala con maestria unica. Non voglio svelarvi altro perché ognuno di voi a Teatro possa vivere la sua emozione. Il bello del teatro. La sua forza potente. Ogni spettatore ha visto uno spettacolo differente, ha avuto emozioni uniche, ha riso, ha pianto, è stato interprete lui stesso.
Anche Dario recita per se stesso mi confida, per stupirsi ogni volta, per migliorarsi.
Non è un caso che persone del suo staff, dopo decine di repliche, si stupiscano a ridere ogni volta alla stessa battuta che ormai conoscono a memoria. Questo riuscire a suscitare sempre un sorriso è tipico dei grandi, da sempre.
Voglio sapere se è complicato creare ogni volta per la tv personaggi legati all’attualità. Mi confessa di sì, da perfezionista quale è cerca sempre il meglio mantenendo l’umiltà di sapere che potrebbe non piacere la sua “incarnazione” nel personaggio di turno. A memoria devo ammettere che non ricordo un suo flop, anzi. Quella sua capacità intrisa di intelligenza ed educazione è capace di prendere in giro senza ferire. “In punta di fioretto”.
Nessun politico si sottrae alle sue pungenti interviste, anzi è ben felice di fargli da “spalla”.
Altra fatica teatrale è quella dedicata a Lucio Dalla. Si intitola “Da Balla a Dalla” storia di una imitazione vissuta.
Quanti ritratti con soggetto Lucio fatti da Dario fin da piccolo, quante trasformazioni in lui, poi diventato amico.
Anche su questo palcoscenico il miracolo si compie. La voce straordinariamente somigliante all’originale e poi, dal vivo, la trasformazione in Lucio.
Ancora lui. Ancora Dario nel corpo di un altro. Il suo destino, la sua arte.