Il Teatro Elettrodomestico nasce a marzo 2018 dalla collaborazione tra Eleonora Spezi, Matteo Salimbeni e l’artista argentino Pablo Noriega, per la creazione de
L’altro giorno, uno spettacolo d’attore e di figura per adulti.
Il 28 novembre il loro Supersocrates sarà in scena ad Arenzano (SV) al Rivendell Festival organizzato da Salamander.
Eleonora Spezi ci racconta qualcosa di più…
Perché Teatro Elettrodomestico?
Perché il nostro è un teatro che rimanda a un ambiente domestico, casalingo, in cui ci sentiamo a nostro agio, e così vorremmo si sentissero anche gli spettatori. Nei nostri spettacoli c’è sempre un elettrodomestico, che – ci piace ricordare – è sottoposto alla dura legge dell’obsolescenza programmata quindi, prima o poi, smetterà di funzionare. E questo ci ricorda la fragilità di oggetti che noi stessi abbiamo pensato.
La vostra è una combinazione di teatro d’attore e di figura, perché questa scelta?
Nella mia esperienza ho sempre lavorato con le figure, mentre Matteo viene da una formazione da drammaturgo. Trovandoci a lavorare insieme, abbiamo fatto incontrare le nostre competenze, accorgendoci che era assolutamente possibile mischiare quelli che sono chiamati generi. In realtà convivono tra loro in modo secondo noi molto interessante, e soprattutto fonte di tante investigazioni.
Il 12 novembre avete presentato una mostra su Andrea Bendini. Come nasce questo incontro artistico tra una compagnia teatrale e un burattinaio?
Andrea Bendini è un artista poliedrico morto nel ’97. Nel ‘94 è stato rappresentato Ratto, un suo spettacolo che ha avuto poche repliche e che poi è scomparso dalle scene, com’è scomparso anche il suo autore. Bendini era un drammaturgo, un burattinaio, un regista ‘maledetto’ pressoché sconosciuto, di cui la maggior parte delle opere sono finite letteralmente nella spazzatura. Per una serie fortuita – o magica – di coincidenze, quel poco che è rimasto è finito nelle nostre mani. Le sue creazioni testimoniano un’abilità e una visione assolutamente fuori dal comune di burattini, marionette, sculture, sartoria… Trovandole e indagandole, abbiamo avuto voglia di rielaborarle e di poterle mostrare al pubblico. Così è nata l’idea di inaugurare una mostra delle sue creazioni.
La mostra è ancora visibile nella Carrozza 10 del Teatro dell’Antella.
Domani sarete in scena con Supersocrates, selezionato dai Visionari per l’edizione 2021 del Kilowatt Festival. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Ci dobbiamo appettare una serata condotta da un cronista sopra le righe e dalla sua appassionata collega che giocheranno con la storia del calcio e del Brasile. I due protagonisti non protagonisti, divideranno il palco con la marionetta di Socrates, detto El doutor, e dei suoi compagni di squadra, impegnati a dribblare non solo gli avversari in campo, ma anche il regime dell’epoca. I due cronisti faranno molta fatica a non esultare né commuoversi, ma speriamo possano coinvolgere il pubblico proprio come se fossimo tutti insieme allo stadio.
La presentazione dello spettacolo pone una domanda interessante: cosa diavolo c’entra il calcio con la democrazia?
Questa è una buona domanda fatta nel 2021, ma in realtà dobbiamo tornare un po’ indietro, nei primi anni ’80. E la risposta è Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, un calciatore che porta il nome di un filosofo, laureato in medicina, autore di canzoni e grandissimo centrocampista. Socrates mette in atto un grande esperimento, nonostante la dittatura militare dell’epoca: porta la sua squadra di calcio, quella di San Paolo alla più totale autogestione. Tutti i calciatori e anche tutti i lavoratori (dallo staff tecnico ai massaggiatori) partecipano alle decisioni che riguardano la squadra attraverso delle votazioni. Il Corinthias cambia nome e diventa per due anni la Democrazia Corinthiana; due anni di autogestione durante i quali la squadra riesce a vincere per due volte consecutive il campionato brasiliano.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
La conclusione di Rattenspiel, un progetto che ha vinto l’edizione precedente di Toscana Terra Accogliente, promosso dalle Residenze Artistiche Toscane (RAT). Rattenspiel è uno spettacolo liberamente ispirato a Ratto di Andrea Bendini di cui parlavo prima. In questo lavoro di riadattamento del testo di Bendini abbiamo affrontato una scrittura scenica che è dedicata tanto all’autore originale quanto agli attori che saranno in scena (Andrea Macaluso, Giusi Merli ed Eleonora Spezi), catapultati in un mondo di ratti, un mondo punk e post-apocalittico in cui gli uomini e i loro traballanti ideali sono solo un vago ricordo – o forse il sogno di un sorcio.