DOMENICA 7 novembre alle ore 17.30 Laminarie organizza un incontro pubblico a DOM la cupola del Pilastro in occasione dell’ultima replica dello spettacolo INVETTIVA INOPPORTUNA.
L’incontro è pensato come uno scambio di idee intorno allo spettacolo e al dispositivo scenico che annuncia la pièce. Una riflessione ulteriore rispetto a quella iniziata sulle pagine del numero nove di Ampio raggio. Esperienze d’arte e di politica, intesa ad approfondire carattere e significato della ricerca teatrale di Febo Del Zozzo/LAMINARIE.
L’incontro sarà introdotto da:– Gerardo Guccini, docente di Drammaturgia e Tecniche della composizione drammatica Università di Bologna
– Fabiola Naldi, docente di Linguaggi dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti L’Aquila
– Giancarlo Gaeta, studioso, già docente Storia del cristianesimo antico presso l’Università di Firenze
Il 3 novembre alle ore 21, il 5 novembre alle ore 21 e il 7 novembre alle ore 19 si terranno le ultime repliche dello spettacolo di Febo Del Zozzo in scena a DOM la cupola del Pilastro.
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I biglietti sono acquistabili il giorno stesso a DOM:
Intero 10 euro
Ridotto 7 euro
Riduzione per:
– Soci Laminarie (la tessera ha un costo di 3 euro)
– Giovani fino a 26 anni
– Possesssori Card Cultura
– A chi ci raggiunge in bicicletta o in autobus (mostrando biglietto o chiave del lucchetto)
di e con Febo Del Zozzo
DOM la cupola del Pilastro
Regia, ideazione scene, luci e audio: Febo Del Zozzo
Drammaturgia Bruna Gambarelli
Testi Matteo Marchesini
Consulenza tecnica Matteo Braschi
Tecnico Riccardo Uguzzoni
Assistente di produzione Perla Degli Esposti
Cura e organizzazione Marcella Loconte
Produzione LAMINARIE
In co-produzione ERT / Teatro Nazionale
Con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna
Lo spettacolo rientra nell’ambito di un progetto che coinvolge oltre a LAMINARIE/DOM la cupola del Pilastro e ERT/Teatro Nazionale anche il MAMbo – Museo d’arte Moderna di Bologna.
Anno 2021
In scena un uomo solo, al centro di una complessa struttura di carrucole e corde tra le quali cerca di districarsi faticosamente.
L’uomo, in piedi, tiene in mano un foglio consunto, e con una gestualità incerta e nervosa lo apre e lo richiude più volte, cercando di leggere ciò che c’è scritto, senza riuscirvi.
Il suo volto è coperto, inscrutabile allo sguardo.
Mentre le luci a poco a poco chiariscono la complessità del reticolo – due chilometri di corde che si configurano come groviglio di impedimenti, un paesaggio impervio che ostacola ogni movimento – l’uomo tenta più volte, inutilmente, di liberarsi.
Lotta contro il mondo che lo ospita, che lui stesso ha costruito con gli strumenti del teatro.