Sabato 6 novembre ore 21, al Teatro Dehon va in scena una biografia, un monologo disegnato, un omaggio: niente di tutto questo e tutto questo insieme. Sul palco il genio di Andrea Pazienza.
ANDREA SANTONASTASO
in
MI CHIAMO ANDREA, FACCIO FUMETTI
Uno spettacolo di Andrea Santonastaso
Testo Christian Poli
Regia Nicola Bonazzi
Produzione Teatro dell’Argine
Mi chiamo Andrea, faccio fumetti è una biografia, ma non è una biografia.
È un monologo disegnato.
È un omaggio che non vuole omaggiare nessuno.
È una dichiarazione di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino.
È l’ennesima constatazione di un Salieri di fronte ad un Mozart.
Andrea Santonastaso, attore oggi, disegnatore di fumetti una volta, racconta, attraverso le parole scritte da Christian Poli, l’arte del più grande disegnatore di fumetti (e non solo, anche pittore, autore, poeta e chi più ne ha…) che il nostro paese abbia avuto: Andrea Pazienza.
Lo fa dichiarando la sua impotenza di fronte al talento immenso di questo istrione dei pennelli (ma anche dei pennarelli, delle matite, dei gessetti e chi più ne ha…).
Lo fa dichiarando la sua inferiorità, ma anche la sua rabbia di fronte allo spreco cosciente e quasi premeditato di tanta arte pura in nome della follia di “un buco”.
Lo fa raccontando Pentothal, Zanardi, Pertini…
Lo fa entrando “dentro” a Gli ultimi giorni di Pompeo, soprattutto.
E, infine, lo fa disegnando in scena e onorando indegnamente (o tentando di farlo) colui che è stato “il più grande disegnatore vivente”.
Andrea Santonastaso
è nato a Bologna, vive a Vignola, ha studiato con Igort, Iori, Cavazzano, poi ha deciso di fare l’attore. Recita dal ’93.
Christian Poli
è nato a Bologna dove vive. Scrive, scrive, scrive. Per il cinema, per la pubblicità, per la fiction. Collabora con la Bottega di Narrazione Finzioni fondata da Carlo Lucarelli.
Entrambi hanno amato, amano ed ameranno per sempre follemente l’Arte di Andrea Pazienza.
Il Teatro dell’Argine
ha deciso da subito di sposare il progetto di Andrea Santonastaso, poiché, nell’intreccio di storia sociale e biografica che lo spettacolo realizza, ha ritrovato le ragioni della propria poetica, e di un percorso spesso volto allo scandaglio di figure e temi di un passato recente in grado di parlare alla sensibilità contemporanea.
MEDIA & SIPARIO
Beatrice Ceci
In ogni ritratto c’è un autoritratto e così, se nelle storie in cui Pentothal o Zanardi sconvolgevano e attraevano le menti dei ragazzi, c’era l’autobiografia di Paz, disegnatore roso dal tarlo dadaista che attraversava Bologna nel 1977, in Mi chiamo Andrea, faccio fumetti c’è la storia di Santonastaso, attore “riuscito” che si considera un fallito perché non ha fatto il disegnatore. E mentre Andrea – difficile capire quale dei due, se Paz o Santonastaso – parla, racconta, legge le pagine di un diario di vita “illustrato” a parole o a disegni, il talento immenso di questo istrione dei pennelli (ma anche dei pennarelli, delle matite, dei gessetti e chi più ne ha più ne metta), si estrinseca e materializza nelle menti degli spettatori al punto che sembra di vedere una mano che disegna delle strisce a fumetti con chiaroscuri delineati a china oppure colori debordanti i riquadri del foglio. La commistione tra arti visive e arti teatrali è così compiuta.
Prezzo: Intero € 26,00 Euro – Ridotti € 22,00
I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Dehon dal lunedì al sabato, ore 15-19, oppure un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo. Biglietti on-line disponibili sul circuito Vivaticket.
Nel rispetto delle normative vigenti, si ricorda che per accedere alla sala sarà necessario esibire il Green Pass e indossare la mascherina per tutta la durata dello spettacolo.