È la luce la prima fonte di energia per i corpi “piantati” sulla scena di Manifesto Cannibale, nuova produzione di CollettivO CineticO guidato da Francesca Pennini, coprodotta dal Romaeuropa e in scena in prima nazionale il 6 e il 7 novembre al Teatro Vascello nell’ambito della trentaseiesima edizione del festival.
Uno spettacolo la cui costruzione è iniziata prima della pandemia e che, nella sospensione delle attività teatrali e coreografiche, si è sedimentato e nutrito di un nuovo sentire, di nuove necessità per guardare alla produzione scenica e al “tempo” con il quale abitiamo il mondo. Sullo sfondo, nel tempo dilatato della contemplazione e della stasi, il legame con la natura, con gli esseri vegetali da cui imparare altre forme di esistenza. Imitare le piante, imparare da loro nuove forme di sussistenza, rallentare, essere come foglie sotto la luce del sole o applicare processi di fotosintesi al proprio respiro e al proprio movimento, trasformare la velocità che fagocita le nostre giornate in una nuova forma di immobilità. Sembrano questi i principi che muovono la compagnia che sposta la propria ricerca sul tempo, sul gioco, sull’insieme di codici e convenzioni che alimentano l’atto performativo in una nuova dimensione vegetale e vegetativa.
Ecco, quindi, una coreografia che diventa sfida e dialogo con lo spettatore. In scena, dormienti, i corpi nudi dei performer si offrono allo sguardo pronti ad essere svegliati mentre il ciclo di Lieder Winterreise di Franz Schubert, eseguito dal vivo, orchestra un rito percettivo di trasformazione dei corpi, un continuo passaggio di stato della carne verso l’immobilità. Sono delle “ghost tracks”, come le chiama la coreografa Francesca Pennini, un eserciziario per i performer e per il pubblico costruito con l’enorme quantità di materiale sedimentato durante le prove e la loro sospensione nel periodo del lockdown, quindi volto all’immobilità. Come quella della stessa coreografa che, in una forma di auto-boicottaggio autoriale, distante dalla scena, sceglie di firmare ma non vedere il suo stesso spettacolo, presenziando come fantasma, entità in grado di immobilizzare la scena e di modificarla nel suo mostrarsi al pubblico. Una semina che lascia infestare, senza potature. «Cosa significa fermarsi? Io vedrò solo ciò che è fermo. E potrò fermare la scena quando voglio, ma senza sapere cosa troverò davanti a me, senza prevedere come interagire. Queste pause sono una crepa di inaspettato, una frattura della narrazione, la deviazione in un tempo verticale. Sono una chiamata al presente per chi è in scena, un boicottare il mio stesso spettacolo, un invito alla consapevolezza di cosa sta accadendo. Come un virus metto in pausa la scena. Entra un pezzetto impreparato e permeabile di vita. Fa breccia il Fuori» racconta la coreografa.
Ed è proprio l’immobilità a divenire elemento centrale nella seconda parte dello spettacolo: un gioco, una sfida di resistenza per i danzatori e per il pubblico che partecipa alla costruzione della scena scegliendo le musiche per questa fine del mondo e dell’umano per come lo abbiamo finora conosciuto. «Volevo sintetizzare la ricerca sul mondo vegetale in un eserciziario per un teatro che non rappresenta né racconta. Un teatro che si fa esso stesso, nella sua globalità, paradigma di una complessità ecologica, politica, ontologica dei corpi. (…) Che il teatro possa essere la palestra di boicottaggio della bulimia visiva del lampeggiante, dello scrolling, dello zapping, del rapidissimo e anestetizzante flash stroboscopico di pezzi di mondo da inghiottire senza masticare, abbuffata subliminale fuori dal sapore. Rallentare, silenziare, fare buio per sentire meglio, per vedere qualcosa che non necessariamente sta accadendo davanti ai nostri occhi». D’altronde, afferma la compagnia «Stillness is the new sexy».
Bio
COLLETTIVO CINETICO è fondato nel 2007 dalla coreografa Francesca Pennini e coinvolge oltre 70 artisti provenienti da discipline diverse. La ricerca del collettivo indaga la natura dell’evento performativo con formati al contempo ludici e rigorosi che si muovono negli interstizi tra danza, teatro e arti visive. Uno dei caratteri salienti è l’ideazione di metodi di composizione e organizzazione del movimento in grado di incontrare corpi estremamente differenziati e dispositivi che discutono il rapporto con lo spettatore e la visione muovendosi dal palcoscenico ai luoghi urbani, dalle missioni mimetiche nella vita quotidiana a piattaforme virtuali. CollettivO CineticO ha prodotto 60 creazioni ricevendo numerosi premi tra cui: Jurislav Koreni? Award Best Young Theatre Director; Premio Rete Critica 2014 come miglior artista 2014; Premio Danza & Danza 2015 a Francesca Pennini come miglior coreografa e interprete, nomination premi UBU miglior performer under 35; Premio Hystrio Iceberg 2016; Premio MESS al BE Festival di Birmingham 2016; Premio Nazionale dei Critici di Teatro per il Teatro Danza 2016; Premio UBU 2017 come Miglior Spettacolo di Danza e il Grand-Prix Golden Laurel Wreath Award for Best Performance al 58° Festival MESS di Sarajevo per Sylphidarium Maria Taglioni on the Ground, anche in nomination UBU come miglior progetto sonoro.Dal 2013 la compagnia è sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal 2015 dalla Regione Emilia- Romagna e attualmente parte del progetto internazionale Crossing the Sea. I lavori sono stati presentati in: Austria, Belgio, Bosnia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Perù, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Serbia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Taiwan e via live streaming negli USA ed in Corea.
Crediti
esseri umani in ordine di età:
movimento: Emma Saba
movimento, organizzazione: Carmine Parise
movimento, invenzioni tecnologiche: Simone Arganini
movimento: Teodora Grano
movimento, brainstorming, messa in scena: Angelo Pedroni
concept, regia, voce: Francesca Pennini
pianoforte, movimento: Davide Finotti
scenografia, luci: Alberto Favretto
playlist: Spettatrici e Spettatori
voce: Dietrich Fischer-Dieskau
musica: Franz Schubert
co-produzione: CollettivO CineticO, Fondazione Romaeuropa, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
con il supporto di Fondazione I Teatri, Centrale Fies | Art Work Space e ATER Fondazione / Teatro Comunale Laura Betti
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, MIBAC
Parte della ricerca “Esercizi di pornografia vegetale”