Il mito, antico e contemporaneo, di Don Giovanni secondo l’immaginario di Johan Inger nel Don Juan, nuova produzione della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, firmata dal coreografo svedese che debutta giovedì 4 novembre al Teatro Olimpico di Roma (ore 21, in scena fino al 7 novembre) che inaugura la stagione di danza dell’Accademia Filarmonica Romana.
In scena i sedici danzatori della compagnia di Reggio Emilia, fra le migliori realtà della danza italiana di oggi, che interpretano la nuova coreografia di Inger che nasce dall’esigenza di confrontarsi con l’eterno mito di Don Giovanni. Inger, svedese, artista e coreografo, classe 1967, ha ballato e coreografato per il Nederlands Dans Theatre, diretto il Culberg Ballet di Stoccolma, ha lavorato con il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl consultando venticinque testi ispirati al personaggio, partendo dalla commedia originale dello spagnolo Tirso de Molina, passando per Molière, attraverso Brecht, per realizzare un appassionate atto unico, un Kammerspiel, di lettura psicoanalitica che riesce a sottolineare le sfumature e le emozioni di ogni personaggio, maschile e femminile in scena.
Non manca il legame con la contemporaneità, ma anche l’inedita e spregiudicata rivisitazione di alcuni dei personaggi in scena mettendo in risalto la complessità del dialogo tra generi. Inger interpreta in modo originale il legame fra Leporello e il Commendatore: Leporello non è più il servitore mal pagato di Don Giovanni, ma rappresenta il suo alter ego, l’altro aspetto della sua persona incarnandone la dicotomia libertà / senso di colpa. Spregiudicata proprio la lettura innovativa psicoanalitica di Don Giovanni che si trova alle prese non con il Commendatore, ma con una “Madre”: forse è un uomo umano che ha subìto il grande trauma dell’abbandono materno e che non riesce a relazionarsi correttamente con le donne. Tralasciando Kirkegaard, per Inger Don Juan sta cercando la madre e per questo motivo non può impegnarsi in nessuna relazione seria. Il Don Juan è un travolgente attimo unico sulla partitura originale di Marc Álvarez, creata per l’occasione, e orchestrata da Manuel Busto che si immerge nello spazio scenico curato da Curt Allen Wilmer, senza una connotazione geografica o storica perché Don Giovanni è un mito senza tempo, con le luci di Fabiana Piccioli e i costumi di Bregje van Balen. In scena dal 4 al 7 novembre per l’apertura di stagione della danza dell’Accademia Filarmonica Romana. Biglietti: da 23 a 34,50 euro; under 14 16 euro (tutti i prezzi sono comprensivi di prevendita). Botteghino del Teatro Olimpico: dal martedì alla domenica, ore 10 – 19, tel. 349 2378200, biglietti@teatroolimpico.it . Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org.
Fabiana Raponi