Un padre, un figlio. Il rapporto tra il Padre – figura concreta e allo stesso tempo utopica, e il figlio; rapporto che appartiene alla dimensione più precipua del mito, quello fatto di legami ancestrali, non detti ontologici che sottendono, nella relazione stessa, l’elemento dell’unicità e della natura, che in una contrapposizione polare si trovano contrapposti al nutrimento e al contesto. Una contrapposizione polare ritmata da attrazione e repulsione. Un legame di pura necessità. L’ineluttabilità del rapporto è quella del legame tra il Padre e i suoi figli, rapporto che ha nel sangue un correlativo oggettivo che sottende l’unicità e l’impossibilità della replica quali leggi necessarie della natura. Correlativi oggettivi della stessa esistenza, donataci, appunto, dal Padre, di cui siamo tutti figli. L’unicità di tale rapporto è, però, una certezza che si è sgretolata nella società contemporanea dove la replicabilità, la serialità, e la stessa virtualità, sono diventate i nuovi dogmi cui obbedire. Dogmi che si contrappongono alla natura da una parte, e che però hanno aperto una breccia nella riflessione profonda del ruolo del contesto e del “nutrimento”, qui inteso come cultura ed educazione.
Caryl Churchill
Nata a Londra il 3 settembre 1938 è una drammaturga britannica. Viene riconosciuta tra le maggiori drammaturghe di lingua inglese ed è a oggi una delle più celebri tra le scrittrici contemporanee. I suoi lavori giovanili furono influenzati dalle tecniche moderniste del teatro epico brechtiano. Il suo primo testo per il palcoscenico è Owners, prodotto a Londra nel 1972. Tra il 1974 e il 1975 lavora come drammaturgo stabile al Royal Court Theatre. Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo la commedia Drunk Enough To Say I Love You.
dal 5 al 7 novembre ore 21
A NUMBER
di Caryl Churchill
progetto e regia Luca Mazzone
con Giuseppe Pestillo e Massimo Rigo
costumi Lia Chiappara
disegno luci Gabriele Circo
traduzione Monica Capuani
produzione Teatro Libero di Palermo