Tutto Brucia di Motus è andato in scena dal 4 novembre al 6 Novembre 2021 alla Triennale di Milano con la regia di Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello) alle canzoni e musiche live.Il programma della Triennale Teatro di Milano diretta da Umberto Angelini quest’anno pone la lente di ingrandimento su tematiche che aprono interrogativi sul senso dell’esistenza in questo periodo storico e coinvolge artisti del calibro di Romeo Castellucci, Pascal Rambert, Motus, Virgilio Sieni.
Energia prorompente pullula sul palco disseminata nei vari linguaggi di scena, c’è attenzione ai dettagli e una dose struggente di rock malinconico che attraversa l’anima.
L’inizio è la fine: anime ferine tra le ceneri, spettri da un passato mitologico. Spirito di lotta e di revenge si sprigiona nell’atmosfera di un mondo post guerra polveroso e scuro, pathos vibrante dentro uno spettacolo dagli effetti a tratti cinematografici.
“Questa era la città ora c’è solo fumo (…) solo una distesa di macerie (…) gli edifici sanguinano ora c’è solo fumo . Tutti sono morti. Solo fumo e fiamme.”
Tutto Brucia dei Motus gioca su più livelli di fruizione dello spettacolo. La frammentazione del performance text si muove verso una struttura registica d’insieme compatta e solida, in cui i linguaggi di scena comunicano e allo stesso tempo mantengono una loro imperante autonomia di forte impatto.
Il primo linguaggio è senza dubbio il suono e la voce in più varianti: canto, respiri, urla, “parole incomprensibili”, “sottofondo musicale”, il silenzio (un silenzio eloquente).
Siamo di fronte a uno spettacolo-concerto, ma non solo: Tutto Brucia crea un vero e proprio soundscape stratificato. In scena c’è R.Y.F. (Francesca Morello,) l’artista ravennese suona la sua chitarra elettrica e conquista con la sua voce dal vivo. Reduce dal suo recente e ultimo album Everything Burns (uscito nel settembre 2021 con l’etichetta Bronson Recondings) è l’artista rivelazione sulla scena musicale e anche su quella teatrale, in collaborazione su palco condiviso con Motus, una delle più innovative e originali compagnie teatrali di fama internazionale.
R.Y.F – che sta per Restless Yellow Flower – ha una voce grunge, graffiante e calda dotata di certi flessibilità e camaleontismo che le hanno permesso di misurarsi con la composizione e produzione di un album di musica elettronica realizzato con sintetizzatori e drum machine per uno stile elettro rock in salsa dark dance . Dal suo album nello spettacolo troviamo il brano Cassandra e il commovente Pocket Full Of Ashes (inserito in chiusura dello spettacolo e qui in versione live acustica).
Sul palco due schermi proiettano i sottotitoli in italiano e in inglese dei testi cantati e parlati, rendendo lo spettacolo universale (i sottotitoli riguardano anche gli aspetti sonori, riprodotti dalle parole sullo schermo). Lo spettacolo può essere tranquillamente fruito anche solo ascoltando il live di R.Y.F. e leggendo i sottotitoli,o viceversa, guardandando gli attori performer sul palco e leggendo i sottotitoli. Sottotitoli, musiche, voci creano una miscela esplosiva e sofferta di emozioni.
In scena i corpi sono comunicanti e parlanti: vibrano, sanguinano, urlano. A volte è una vera e propria danza di disperazione. Sono i corpi delle donne della tragedia di Euripide, donne forti e resistenti. Dopo il lavoro su Antigone Motus torna a affrontare vicende tratte dalla tragedia. Questa volta è quella di Le Troiane di Euripide nella rilettura di Jean-Paul Sartre a Roma (1964). “Tutto Brucia” dice Cassandra nella versione di Le Troiane di Sartre.
La città di troia è distrutta. Dopo dieci anni di guerra, gli uomini sono morti e resta un gruppo di donne con a capo Ecuba, interpretata da una intensa e notevole Silvia Calderoni, attrice e “animale” da palcoscenico. Le donne tragiche aspettano di essere deportate come schiave ma non vogliono abbandonarsi e arrendersi a questo destino. Da qui vien fuori il riferimento all’attualità e alla situazione dei migranti oggi. I deboli e i vinti sono protagonisti all’interno di questo spettacolo e trovano la possibilità di parlare e di aprire una riflessione sull’importanza del lutto in tempi di covid.
“Quali vite contano? Cosa rende una vita degna di lutto?”
“Which lives matter? What makes a life grief-worthy?”
Lo spettacolo resta molto astratto, è pura evocazione e lascia degli spunti politici; è poetico, ma anche lapidario e violento per impeto e impatto emotivo. Tanti i riferimenti sparsi, tanti i brividi lungo il corpo con l’eco della voce di Silvia Calderoni che ti attraversa, mentre negli occhi resta l’immagine dell’arma luminosa che squarcia l’aria.