È aperta al pubblico dall’11 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022 la mostra retrospettiva – organizzata dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma, il CRM Centro Ricerche Musicali e con il sostegno di Leonardo – dedicata a Paolo Ketoff, figura poliedrica e centrale dell’avanguardia musicale che ha profondamente influenzato la musica e la cultura sonologica cinematografica degli anni Sessanta e Settanta.
Progettista del suono di origini russe impegnato prevalentemente nel cinema, con registi come Comencini, Pontecorvo, Rossellini e Antonioni, Ketoff, è noto soprattutto per aver inventato uno dei primi sintetizzatori, e definiva se stesso “un liutaio al servizio del musicista”.
La mostra, intitolata Paolo Ketoff. “Il liutaio elettronico”, curata dal CRM con il prezioso aiuto di Andrea Ketoff, figlio del progettista, propone una retrospettiva delle straordinarie invenzioni tecnologiche legate al lavoro di Paolo Ketoff. L’esposizione dei suoi strumenti, dei progetti, delle molteplici collaborazioni con artisti internazionali, compositori e ricercatori, mette in evidenza e racconta in modo spettacolare il fermento culturale che ha caratterizzato la Roma di mezzo secolo fa. Saranno esposti documenti inediti, come i progetti degli ultimi sintetizzatori e delle sue invenzioni, le lettere, i manoscritti, i manifesti e il repertorio audiovisivo delle performance che hanno segnato l’avvento della musica elettronica a Roma, anticipando molte delle attuali tendenze musicali e tecnologiche. Tre le aree tematiche dell’esposizione che affronteranno diversi ambiti: quello personale, a quello professionale, divulgativo.
Nell’area personale dedicata al percorso di vita di Ketoff, saranno esposti i suoi brevetti, le riviste, i giornali che hanno recensito le sue invenzioni, immagini della sua vita familiare, il prezioso carteggio con i compositori e i ricercatori scientifici tra cui John Cage, John Eaton, Robert Moog, quest’ultimo divenuto famoso per la diffusione del sintetizzatore che porta il suo nome.
Nell’area professionale verranno presentate in modo approfondito le invenzioni più rilevanti, gli schemi dei progetti e le tecnologie sonore realizzate, come il sintetizzatore Synket funzionante, lo strumento con il quale i musicisti segnarono uno dei momenti decisivi della storia della musica della seconda metà del Novecento.
Saranno esposti inoltre i disegni preparatori, complessi schemi elettronici e delle accurate pianificazioni di cablaggio e verranno proiettati brevi filmati in cui sono presenti suoni, effetti o tecniche di ripresa realizzati da Ketoff.
Uno spazio sarà dedicato infine ai documenti e alle immagini degli artisti che hanno collaborato con Ketoff nel corso di numerose partecipazioni a iniziative artistiche e cinematografiche. Tutti i suoni che accompagneranno il pubblico nella fruizione della mostra sono prodotti dal SynKet e sono estratti dalle composizioni originali e dalle improvvisazioni di compositori come Eaton, Morricone, Guàccero, Ortolani. Una particolare installazione basata su tubi sonori posta all’ingresso della sala espositiva, diffonderà alcuni brani storici e una nuova composizione di due giovani musicisti che hanno contribuito al lavoro di restauro tecnologico effettuato al CRM sul Synket in esposizione.
La mostra segue di qualche mese l’inaugurazione dello Studio di Ricerca per la musica elettronica e le nuove tecnologie Paolo Ketoff, Centro permanente di formazione, produzione e ricerca musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nato in risposta alle esigenze espresse da molti musicisti di avere a Roma un nuovo Centro tecnologicamente avanzato per la musica.
La mostra è realizzata con il sostegno di Leonardo.
Auditorium Arte, Parco della Musica
Viale Pietro de Coubertin 30
11 dicembre – 9 gennaio 2021
Paolo Ketoff. “Il liutaio elettronico”
Lunedì – Venerdì ore 17.00-21.00
Sabato – Domenica e festivi ore 11.00-21.00
Paolo Ketoff Nato a Roma nel 1921 nella famiglia russa del giornalista Konstantin Ketoff e della pittrice Zenaide Fedotov, ha due fratelli: il pittore Ivan, esponente dell’Aeropittura e l’architetto Sergio, che nel dopoguerra diventerà famoso in Francia. Il suo primo contatto con il mondo del cinema è come attore: recita in una pellicola propagandistica, firmata da Giorgio Ferroni nel 1940, Ebbrezza del volo, in cui si celebrano le imprese di un gruppo di aspiranti aviatori. Nello stesso anno si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia, Sezione Fonici e Tecnici del Suono. Nel 1941 è chiamato alle armi e inquadrato nel 52° Reggimento Fanteria; l’8 settembre 1943, all’indomani dello sbandamento dell’esercito, raggiunge le truppe alleate, alle quali mette a disposizione le sue competenze tecniche; ingaggiato dall’esercito americano, arricchisce la propria esperienza nel campo della radiofonia e delle comunicazioni, partecipando ai lavori di ripristino e messa in opera degli studi RAI distrutti durante la guerra (Napoli, Roma, Firenze, Bologna e Genova); negli anni seguenti l’esperienza fatta lo aiuta ad affrontare qualsiasi problema tecnico, creando l’oggetto in grado di risolverlo. Alla fine della guerra torna a lavorare nell’industria cinematografica e prende parte alla produzione di diversi film come fonico per la presa diretta. Contemporaneamente partecipa alla costruzione degli impianti dello stabilimento di doppiaggio della Titanus in Via Margutta; la società gli affida anche il sonoro di due importanti produzioni del 1953: Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini e Café Chantant di Camillo Mastrocinque; dal 1953 al 1957 gli è affidato lo Studio di registrazione della RCA. Nel 1957 passa a lavorare negli studi della Fonolux S.p.A., dove rimane fino all’aprile 1965 come direttore tecnico, poi — dopo tre anni alla NIS Film con la stessa funzione — diventa progettista freelance di studi di registrazione e costruttore di strumenti per la musica elettronica, un’attività che l’aveva già visto impegnato dagli inizi degli anni Sessanta. In questi anni partecipa alla realizzazione della colonna sonora di film come Kapo (1959) di Gillo Pontecorvo, Il Generale della Rovere (1959) di Roberto Rossellini, L’Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni, Banditi a Orgosolo (1961) di Vittorio De Seta e altri; scrive anche articoli per le riviste specializzate “Discoteca” e “Musica e Dischi”.
Il contesto sperimentale in cui Ketoff si muove è in stretto contatto con il mondo della produzione musicale ‘applicata’, un contesto in cui spesso gli stessi compositori erano dotati di ottime competenze tecniche. Considerandosi un liutaio al servizio dei musicisti, nel 1960-62 costruisce insieme al compositore Gino Marinuzzi jr. (1920-1996), significativa figura della Roma elettroacustica degli anni Sessanta, uno strumento elettronico “da studio” per la sintetizzazione dei suoni: il Fonosynth, esposto alla ХLII Biennale di Venezia e oggi al Museo della scienza e della tecnica di Monaco di Baviera. Successivamente, nel 1964-1965, da solo, inventa e brevetta un altro strumento che per la prima volta consente di eseguire musica elettronica direttamente in orchestra, il Synket (del quale produce nove esemplari nell’arco di dodici anni). Alla fine degli anni Sessanta la personalità di Ketoff e il rilievo del suo lavoro sono riconosciuti in ambito internazionale: ad esepio, realizza la parte elettronica di alcuni brani dei Song Books di John Cage per il concerto parigino del 26 ottobre 1970. Le sue invenzioni gli portano la fama nel mondo dell’avanguardia musicale italiana e generano nuove collaborazioni con i compositori Domenico Guàccero (1927-1984), Franco Evangelisti (1926-1980) e Egisto Macchi (1928-1992). Con loro aveva già lavorato nel 1956 alla creazione di un Centro di musica elettronica presso l’Accademia filarmonica romana e nel 1967-1968 allo sviluppo dello Studio sperimentale R7, la cui ambizione era finanziare la ricerca e la sperimentazione con un’attività imprenditoriale multiforme. La moglie Landa Ketoff (1922-2011) è stata una famosa giornalista musicale.