Una cosa posso dire con certezza al termine dello spettacolo: Andrea Muzzi non è un perdente!
Il suo monologo di quasi novanta minuti è un concentrato di bravura. Presenza scenica, mimica, tempo di battuta perfetto. Il pubblico ride, si diverte, applaude.
Di cosa stiamo parlando però? Dei PERDENTI.
Si perché per vincere ci vuole una botta di…fortuna, per perdere no! Succede sempre con una precisione infallibile.
Andrea ci parla di due Samoani di oltre 130 chili iscritti per errore da un dirigente ai cento metri olimpici anziché al lancio del peso.
Mentre gli altri atleti festeggiavano all’arrivo loro erano ancora ancorati ai blocchi di partenza come due portaerei nel porto di Viareggio.
Non manca poi il pugile che ha perso TUTTI, dico TUTTI i suoi incontri per ko nei primi 75 secondi. Un vero recordman.
Ad un altro boxeur galeotto andò peggio. Direte voi: come è possibile?
Leggete e capirete.
Il pugile carcerato si allena dietro le sbarre e finalmente arriva al suo primo incontro in un fatiscente palazzetto dello sport. Incontra un avversario alle prime armi. Bene direte voi no? Peccato ci sia un piccolo particolare insignificante da considerare. Il nome e cognome dello sconosciuto ragazzino: Mike Tyson!! Il match durò 6 secondi netti. Indovinate chi restò in piedi.
Lo spettacolo seguita e il tempo passa in un lampo. Per non rovinarvi la sorpresa non citerò gli altri sfortunati se non uno che mi ha riportato alla memoria un giorno del lontano 1978 in cui ero allo stadio di Torino a vedere Juventus Avellino.
La squadra di casa vinceva per 3 a 0. Trapattoni, l’allenatore, a venti minuti dalla fine dell’ultima partita di campionato si gira verso la panchina e fa cenno al portiere di riserva di Dino Zoff di prepararsi ad entrare.
Dovete sapere che costui, Giancarlo Alessandrelli da Sinigallia, era da ben dieci anni che aspettava quel momento. Il titolare infatti non aveva mai accusato infortuni, raffreddori e nemmeno un po’ di forfora, come ci ricorda Andrea Muzzi, nell’ultimo decennio.
Cosa volete che potesse succedere sul 3 a 0 a venti minuti dalla fine…?
Ne prese tre. TRE! Finì in parità tra l’incredulità generale. Alessandrelli, mesto, tornò in panchina dalla quale mai più venne fatto alzare.
L’Attore con questo frizzante spettacolo ci vuole però ricordare una cosa. Le sconfitte fanno bene, fanno crescere, ci aiutano a maturare e ad imparare a rialzarsi dopo una batosta.
Andrea Muzzi ci lascia con l’invito di ritrovarsi al cinema con il suo film di imminente uscita.
Chi ha visto questo spettacolo sta già correndo a comprare il biglietto.