Si tratta dello sviluppo di un chatbot – un software automatizzato in grado di interagire con gli utenti in forma di chat – sviluppato a partire da un’idea di Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, ricorrendo agli strumenti sviluppati da Querlo, società di New York specializzata nella produzione di applicazioni tecnologiche tramite l’intelligenza artificiale.
Il progetto è altresì in linea con la volontà del Ministero della Cultura che sostiene fortemente l’impegno all’utilizzo del digitale come leva per la promozione del patrimonio culturale italiano.
Poiché lo sviluppo del chatbot avviene attraverso il sistema del Deep Learning – che prevede un accrescimento progressivo nel corso del tempo della sua capacità di comprensione e risposta, in accordo alle richieste poste dagli utenti – quella pubblicata in prima battuta è una versione “beta”, che crescerà con la collaborazione degli utenti stessi.
Per la produzione dei contenuti la Galleria dell’Accademia di Firenze ha avviato una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, coinvolgendo, sia nella fase di elaborazione che di test, un gruppo di studenti del corso di “Didattica per i musei”- seguiti dalla professoressa Federica Chezzi – e da numerosi studenti di altre università e nazionalità, a cui è stato chiesto di immaginare cosa potrebbe chiedere un turista al David.
Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno dell’Associazione degli Amici della Galleria dell’Accademia di Firenze, costituendo una delle loro principali attività per il 2021 e 2022, in linea con lo scopo dell’Associazione di essere sempre vicina alla Galleria facendo da ponte tra il Museo e la città, risvegliandone l’interesse attraverso una costante collaborazione per la realizzazione dei suoi progetti.
“L’idea del chatbot – afferma Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze –nasce dalla volontà di portare questo Museo nella modernità e per essere aggiornati bisogna rivolgersi ai giovani, come gli studenti universitari italiani e non, coinvolti nel progetto, che con la freschezza del loro approccio, dettato da uno spirito libero, sono in grado di comunicare la curiosità verso un’opera d’arte, quindi rendere l’emozione che si prova davanti al David per scoprire cosa realmente rappresenta. Questa esperienza con l’intelligenza artificiale può essere considerata un primo approccio oltre che un modo giocoso per attirare l’attenzione di chi non è solito avvicinarsi all’arte.”
Benvenuto nel mio chatbot – Son l’alter ego virtuale del David, scultura di Michelangelo, considerata una delle opere d’arte più belle nella storia dell’umanità – Vuoi chiedermi qualcosa?
È così che prende avvio la chat col David. Sono già alcune centinaia le domande e le risposte acquisite e che mettono in luce il David, non solo come capolavoro della scultura mondiale e ideale di bellezza maschile nell’arte, ma anche nella sua umanità, come a volerlo conoscere di persona per analizzare anche la sensibilità dell’eroe che affrontò Golia.