Drammaturgia e regia
Anna Maria Bruni
Attraverso il vissuto delle donne, la memoria storica delle generazioni che ci hanno preceduto, ricerche sulla cultura cattolica e musulmana in particolare attraverso incursioni nei testi di Assja Djebar questo spettacolo è una discesa nella memoria più remota – ma per molte ancora realtà attuale – per mettere a fuoco le radici profonde che ancora incatenano le donne al ricatto di una cultura che le vuole dominate.
Desdemona è il simbolo di un femminicidio, e nulla può cancellare un atto infame come questo, puro prodotto di un ego maschile malato, dove il confronto e la necessità di affermazione sono giocati nel rapporto fra uomini e la donna diventa l’oggetto – puro oggetto – della contesa.
Ma cosa potrebbe dire Desdemona di sé se riavvolgesse il nastro della sua vita e tornasse a guardarsi con occhi liberati dal velo, reale o psicologico, che ancora impedisce alle donne di reagire? Ho voluto puntare il dito e scavare proprio questo aspetto, oggi più che mai urgente. Qui in scena ci sono tre “Desdemona”, non appunto perché sono tre donne uccise dal marito o fidanzato o partner come purtroppo avviene ancora quotidianamente, ma Desdemona come figura simbolica della giovane donna ancora piena di incanto, che scambia per amore, o devozione, o desiderio di assecondare, il cedimento del proprio spazio all’altro, convinta così di suggellare un’unione che diventa invece sacrificio di sé.
Sono giovani donne figlie degli stessi meccanismi micidiali di quella cultura, anche se apparentemente espressi in forme diverse. Tre amiche che ancora condividono una “stanza tutta per sé” con lo slancio e la spensieratezza di quegli anni, ma anche le pressioni della cultura dominante, che sia incarnata da un uomo, dalla religione (che sia cattolica o musulmana) ma anche dalle madri, perché è una catena che di generazione in generazione continua a condizionare le donne fino a scegliere “liberamente” la stessa prigione, per piegare a loro volta le figlie e continuare ad offrire privilegi e indulgenza ai figli maschi.
Donne nemiche di altre donne, come diventano le tre protagoniste, corrotte dall’ordine imposto, incapaci persino di toccarsi nella stessa misura in cui sono state intime nella condivisione. Fino a sbeffeggiarsi, insultando nell’altra proprio ciò che ha ucciso la parte più autentica e istintiva di sé. Ma come ogni conflitto autentico proprio questo le porterà a scoprirsi e a scoperchiare la memoria che consentirà loro una nuova consapevolezza di sé, e dell’importanza di avere le altre accanto per ritrovarsi. Un processo di rinascita che dalla perdita ci restituisce a noi stesse, scoprendoci parte delle altre anche nei nomi che ci definiscono.
Il Filo di Arianna – seconda edizione
Lo spettacolo chiude la seconda edizione del progetto nato dal laboratorio teatrale che Spazio Libero tiene a Spazio Donna San Basilio ( Spazio creato da BeFree), e che quest’anno ha visto performance, incontri e costruzione di reti femministe che hanno allungato il filo rosso da San Basilio al Tufello, per intrecciare relazioni fra i centri antiviolenza e le tante associazioni attive, per moltiplicare l’incontro fra le donne.
Se la prima edizione nel 2020 si è svolta con successo nel quartiere di San Basilio, con questa seconda edizione abbiamo ampliato il progetto in coerenza con le ragioni che lo hanno ideato: portare vita creativa attraverso la cultura e il lavoro artistico, creando al contempo una rete tra i luoghi al servizio delle donne nella periferia urbana. Una sinergia esponenziale per entrambi gli aspetti.
Un passo fondamentale per passare parola, conoscersi, informare attraverso la cultura e il teatro, perché le donne non si sentano più sole e da qui scelgano il loro percorso per essere libere, insieme.
L’apice di questa seconda edizione è lo spettacolo “Desdemona è tornata. Non scriverete mai più la vostra storia sui nostri corpi”, frutto anche quest’anno del lavoro di laboratorio a Spazio Donna, in particolare con due delle partecipanti. Lo spettacolo, in scena al Teatro 7 Off martedi 21 Dicembre alle 21 chiuderà l’edizione sulla scia della straordinaria mobilitazione contro la violenza di genere. Ma vogliamo che apra nuove occasioni di incontro per veicolare la cultura femminista, nello specifico del nostro ruolo, attraverso il teatro.
Saranno in scena Federica Bacchiocchi e Antonella Olivieri del Laboratorio teatrale, e Silvia Casadei. Lo spettacolo è scritto e diretto da Anna Maria Bruni
Martedi 21 Dicembre 2021 – h 21. Teatro 7 Off, Via Monte Senario, 81