Arriva alla sua conclusione, con “Fahrenheit Tv Show”, due serate performative dedicate ai grandi romanzi della letteratura, sabato 18 dicembre (ore 20) e domenica 19 dicembre (ore 19), a San Pietro in Vincoli Zona Teatro, nell’ambito della Stagione di Fertili Terreni Teatro, la seconda edizione di Fahrenheit 2.0 #ArtNeedsTime.
Il progetto, tra teatro e letteratura, ideato e curato da Il Mulino di Amleto, al quale è stato da poco consegnato il Premio della Critica ANCT 2021, si è svolto da ottobre a dicembre in vari luoghi di cultura della città, con il contributo della Città di Torino e di TAP – Torino Arti Performative, con il sostegno di ACTI Teatri Indipendenti, in collaborazione con Fertili Terreni Teatro, Asterlizze Teatro e Casa Fools e anche grazie a Alliance Française Torino, Fondazione Circolo dei Lettori Torino, Goethe Institut Torino, Casa Fools, Torino+Cultura Accessibile.
Ogni artista coinvolto nel progetto – Elena Aimone, Mauro Bernardi, Christian Di Filippo, Paola Giglio, Agnese Mercati, guidati dai registi Marco Lorenzi e Alba Maria Porto – ha scelto un romanzo su cui lavorare a partire dalla domanda “Perché questo libro non deve essere dimenticato?”. Da questa scelta, profonda e radicata, sono nati cinque studi, della durata variabile, realizzati con linguaggi teatrali e codici diversi: “Se la scelta fosse mia? Il paradiso del clima, L’inferno per la compagnia” di Christian Di Filippo da “L’idiota” di Fëdor Dostoevskij, “Ad gestum” di Mauro Bernardi da “L’immortalità” di Milan Kundera, “Frammenti di isole sconosciute” di Elena Aimone da “Il racconto dell’isola sconosciuta” di Josè Saramago, “Magari prima di essere morta” di Paola Giglio da “La donna che scriveva racconti” di Lucia Berlin, “Belly Button” di Agnese Mercati da “Chi ha ucciso mio padre” di Édouard Louis.
Agli spettatori che parteciperanno alle serate è richiesto di portare il proprio libro da salvare.
«Sempre più mi accorgo che al centro del processo di “Fahrenheit” – scrive Marco Lorenzi – c’è l’idea di essere esposti. Sono esposti gli artisti che, con generosità e passione, scelgono di condividere una creazione non-finita, ancora in fase di lavoro e ricerca. Accettano di esporsi anche gli spettatori che in ogni incontro scelgono di lasciare la loro comoda poltrona numerata per unirsi al nostro cerchio e salvare il loro libro, raccontandoci di storie profonde ed intime. Leggiamo ad alta voce, recuperando un gesto quasi arcaico ma tenero e caldo, esponendo il suono della nostra voce, attraverso una pagina di un romanzo cui dobbiamo una parte di noi. Ecco…essere esposti. È anche un modo per riconciliarci con l’idea che non tutto deve essere gridato, difeso con i denti, abusato o aggredito. E che tutto questo ci venga ricordato grazie ad un percorso artistico condiviso, è un vero privilegio, un atto d’amore.»
Fahrenheit 2.0 nasce come percorso artistico partecipato, un’esperienza teatrale che vuole ricreare una comunità fondata sull’arte e sulla cultura, coinvolgendo lo spettatore (che ha seguito le prove e contribuito attivamente al processo creativo) in un percorso artistico e di grammatica teatrale, utilizzando come argomento la letteratura mondiale. Anche lo spettatore è stato invitato a portare un suo romanzo “da non dimenticare”, per difenderlo e per spiegare le ragioni per le quali non debba essere bruciato o dimenticato.
Se il progetto, nella sua prima edizione 2020 in periodo di lockdown, aveva rappresentato per gli attori della compagnia, una possibilità per continuare il proprio training aperto ad incursioni del pubblico, quest’anno si è aperto a nuovi e giovani artisti del territorio, per tramandare know-how, sviluppare competenze e qualità con la formazione di un nuovo ensemble artistico di performer diretti dal regista Marco Lorenzi e Alba Maria Porto.
La cura per il pubblico, i progetti per e con il territorio, rappresentano per Il Mulino di Amleto una parte importante della propria attività di produzione, come anche l’Associazione Critici di Teatro ha voluto sottolineare nella motivazione al Premio della Critica 2021 citando il progetto “Fahrenheit”: «Con determinazione, dedizione, talento, Il Mulino di Amleto, realtà nata da un gruppo di ex allievi della Scuola del Teatro Stabile di Torino, che ha coraggiosamente scelto come territorio creativo il capoluogo sabaudo, ha inanellato prove vieppiù convincenti, cimentandosi con la drammaturgia classica, di Goldoni, Molière, Shakespeare, Victor Hugo, Brecht, Cechov, e coeva, di Davide Carnevali, Magdalena Barile, Philippe Löhle, David Eldridge. Barbara Mazzi, attrice, Marco Lorenzi, regista, e gli interpreti con cui spesso condividono il lavoro, hanno tracciato una linea stilistica netta, energica, coinvolgente, raffinata e popolare insieme, sdoganando testi di grande bellezza e altrettanta complessità, dal recente, folgorante, “Festen”, al fascinoso “Ruy Blas”, a “Platonov”, “Kollaps”, al format artistico partecipato “Fahrenheit 2.0 #ArtNeedsTime”, un progetto di resistenza culturale.»
Info, biglietti e prenotazioni
Fertili Terreni Teatro offre ai suoi spettatori la possibilità di decidere quanto pagare il proprio il biglietto, scegliendo fra tre opzioni: €8 / €10 / €15
Ingresso con Super Green Pass.