María de Buenos Aires: la via meticcia all’opera americana” è il tema dell’incontro di giovedì 16 dicembre alle ore 17 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara. L’appuntamento, previsto in occasione dell’opera tango in programma il 18 e 19 dicembre, María de Buenos Aires con musica di Astor Piazzolla e testo di Horacio Ferrer, è a cura del musicologo e conduttore radiofonico Stefano Zenni, presenti all’incontro anche il regista dello spettacolo in cartellone, Carlos Branca, e il direttore artistico della Fondazione, Marcello Corvino.
Torna Prima della Prima, la serie di incontri di introduzione alle opere liriche, per saperne di più sugli spettacoli in cartellone e sul recitar cantando. L’attività a ingresso gratuito è realizzata grazie al contributo concesso alla Biblioteca della Fondazione Teatro Comunale dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura. A cent’anni dalla nascita di Astor Piazzolla, Ferrara omaggia il compositore e bandoneonista argentino, con la nuova produzione di María de Buenos Aires, l’opera-tango che nel 1968 rivoluzionò i canoni della musica tradizionale argentina. In un sordido angolo di Buenos Aires, l’operaia Maria incontra i suoni seduttori del tango. Ne viene avvinta, incontrando presto il male di una città che la trasforma in cantante e poi in prostituta. Muore, ma non il suo spirito, che continua a vagare in forma di spettro in una metropoli affollata di perditempo, ladri e assassini, finché Maria non rinasce per dare alla luce una bambina, una nuova se stessa, condannata all’eterno ritorno delle cose.
“Quando nel 1968 Astor Piazzolla e Horacio Ferrer presentarono “María de Buenos Aires”, erano in parte consapevoli che si trattava di un lavoro a suo modo rivoluzionario – spiega Stefano Zenni –. Un lavoro drammatico basato su una vicenda e una musica squisitamente americane implicava allontanarsi dalle regole europee dell’opera per immaginare qualcosa di diverso. Una strada che già in epoca barocca e poi nel XX secolo era stata aperta da compositori nord e sudamericani di diversa estrazione. Ora si trattava di dare voce alla cultura argentina. Qual è il suo suono? Qual è la sua lingua? Qual è la sua storia musicale? In questa conversazione vedremo come “María de Buenos Aires” è la risposta, potente e indimenticabile, a queste domande”.